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Operazione “big bazar”

In quei container c’era di tutto, il grande magazzino del falso

Bloccati sette contenitori giunti in porto da Siria e Turchia, in un traffico internazionale di prodotti contraffatti nella regione dello Zhejiang: abbigliamento, profumi, calzature, prodotti da aziende che già in passato erano finite nei guai.

la merce sequestrata

La bellezza di 230mila articoli contraffatti sequestrati, pronti ad essere immessi nel mercato clandestino del falso: questo è il bilancio di una vasta operazione di contrasto alla contraffazione internazionale e a tutela del “Made in Italy” portata a termine dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza della Spezia, congiuntamente ai funzionari dell’Ufficio Antifrode della Agenzia delle Dogane, presso il porto mercantile. L’importante risultato è il frutto dell’analisi, monitoraggio e controllo, dei containers provenienti e/o in transito dal Medio Oriente. In particolare, negli ultimi mesi, l’attenzione delle Fiamme Gialle si è incentrata su alcune aziende produttrici e speditrici di capi di abbigliamento e profumi che, già in passato, sono risultate coinvolte in analoghi traffici illeciti.

All’esito delle procedure di controllo, in quattro differenti momenti, sono stati bloccati sette containers, provenienti da Siria e Turchia, carichi di 135.000 capi di abbigliamento, anche per bambini, 30.000 calzature e 65.000 profumi, contraffatti e/o riproducenti il falso “Made in Italy” per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro. I Finanzieri ed i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno proceduto ad ispezionare accuratamente il contenuto dei containers fermati e – nonostante i perfetti imballaggi, privi di qualsivoglia indicazione e/o marchio e i documenti di trasporto formalmente in regola – hanno rinvenuto copie perfette di diversi prodotti di abbigliamento di note case di moda,
quali Adidas, Nike, Gucci, Ralph Lauren, Tommy Hilfiger, Ferrari, Diesel, Lacoste, Apple, Walt Disney, nonché migliaia profumi a marchio Paco Rabanne, Chanel e Christian Dior.

I “falsari”, con stabilimenti di produzione nella regione cinese dello Zhejiang, utilizzano sofisticati macchinari in grado di riprodurre nella fase di confezionamento dei tessuti i rinomati loghi ed assicurare che il prodotto sia assimilabile a quelli che escono dalle linee di produzioni originali. Sono, tutt’ora in corso, anche grazie al supporto degli organi di Polizia esteri, gli accertamenti utili ad individuare i reali destinatari della merce, nonché i promotori dell’imponente illecita distribuzione. L’operazione “Big Bazar” si inserisce in un più ampio dispositivo operativo a contrasto
della contraffazione marchi, disposto dal Comando Provinciale di Spezia, con il preciso intento di rafforzare la lotta al mercato del falso, i cui prodotti recano danni alla salute, inquinano l’economia legale e deturpano l’immagine del “Made in Italy”.

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