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Indagine della squadra mobile

Furti nelle ville, bloccata una banda di trasfertisti

Rubavano nelle case dei colli e usavano le auto dei proprietari per farne altri. Dopo averle combiate nel passato, erano tornati in Italia con un passaporto "pulito", era destinatario di un mandato di cattura europeo ed è finito a Villa Andreini.

Il vicequestore Girolamo Ascione e gli uomini della Mobile

Gli ultimi furti in abitazioni private capitati nelle ultime settimane in città avevano fatto drizzare le antenne. E così gli agenti della Squadra Mobile della Questura della Spezia guidati da Girolamo Ascione, si sono messi alla ricerca di indizi che potessero finalizzare un’attività investigativa mirata, legata ai cosiddetti reati predatori. Nello specifico, proprio nel corso di fatti per lo più in abitazioni indipendenti nelle limitrofe zone collinari, quasi sempre con effrazione di porte e finestre, gli autori dei delitti si impossessavano anche dei veicoli dei proprietari di casa che, successivamente, venivano utilizzati per perpetrare ennesimi reati della medesima specie. Proprio grazie al rinvenimento di una di queste autovetture, specificatamente un Golf, gli investigatori riuscivano a reperire degli elementi che indirizzavano le indagini nei confronti di alcuni cittadini albanesi, uno dei quali, per i suoi trascorsi considerato un “basista” locale che si avvale della manovalanza di suoi connazionali reclutati appositamente da luoghi fuori dalla provincia spezzina.

Dopo una serie di servizi di osservazione ed appostamento, nella mattina di mercoledì scorso, gli operatori decidevano di intervenire procedendo al controllo di un veicolo con tre persone a bordo, una delle quali generalizzata per “la vecchia conoscenza”, un trentenne gravitante nello spezzino, a differenza degli altri due che risultavano essere due cittadini, neo-arrivati sul territorio nazionale. La conseguente perquisizione, effettuata nel comune di Podenzana (Ms) presso l’abitazione dello straniero, risultato peraltro irregolare ma già domiciliato in Italia, permetteva di rinvenire elementi utili ad indagare i predetti per il furto della cennata vettura. Da approfonditi accertamenti, emergeva che uno dei due albanesi, 28enne appositamente giunto dall’estero, era ricercato in quanto destinatario di un mandato di cattura europeo emanato nell’ambito di un’ampia indagine, svolta in ambito nazionale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza, per cui veniva ristretto presso la locale casa circondariale. Lo stesso, al tempo, per sfuggire a tale provvedimento restrittivo, era rientrato in Albania dove aveva ottenuto un nuovo passaporto sotto altre generalità, nel tentativo di eludere le ricerche in atto a livello europeo.
Anche il complice, 28enne, mediante lo stesso iter, aveva provveduto a munirsi di un passaporto “pulito”, risultando essere già responsabile di specifici reati contro il patrimonio, nonché destinatario di un provvedimento di rintraccio sotto la vera identità. Entrambi sono stati sottoposti a misura alternativa al trattenimento presso il centro per rimpatri. Ed ora sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a verificare se i predetti soggetti siano coinvolti in altri furti in abitazione commessi recentemente in questo capoluogo.

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