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Cronaca

Fiori in caserma per ricordare Fregosi e gli altri caduti di Nassiriya

I fiori in ricordo dei caduti di Nassiriya

Un ricordo ancora vivo nei cuori dei Carabinieri, soprattutto di quelli spezzini, quello dei 19 caduti di Nassiriya. Tra loro, infatti, figurava anche Enzo Fegosi, nato alla Spezia nel 1947.
Da dodici anni il sottotenente, che si era trasferito per lavoro a Livorno, manca alla famiglia che ancora vive in riva al golfo, composta dalla madre, dalla sorella e dal fratello.
Questa mattina, come ogni anno, i militari della comando provinciale hanno ricordato tutti i caduti, con particolare trasporto nei confronti dei 12 Carabinieri e di Fregosi. A coronare il momento della memoria è stato un mazzo di fiori, inviato in caserma dalle famiglie Riggio e Macciantelli.

Il 12 novembre 2003, alle 10.40 ora locale, la guerra entra nelle case degli italiani: due palazzine in cui risiedono i Carabinieri e i militari del contingente che fa parte dell’operazione “Antica Babilonia” vengono sventrate da un attacco kamikaze.
Il comando dell’Italian joint task force si trovava a 7 chilometri da Nassiriya, in una base denominata “White Horse”, distante circa 4 chilometri dal comando Usa di Tallil. Il reggimento Msu-Iraq, composto da personale dei Carabinieri e della Polizia militare romena, era diviso su due postazioni: la base “Maestrale”, sulle rive del fiume Eufrate, e la “Libeccio”, entrambe poste al centro dell’abitato di Nassiriya. Presso la base “Maestrale” – nota anche con il termine “Animal House”, ove durante il regime di Saddam Hussein era collocata la sede della Camera di commercio – era acquartierata l’Unità di manovra, mentre presso la “Libeccio” avevano sede sia il Comando del Reggimento che quello del Battaglione MSU.
Il 12 novembre 2003 avvenne quello che poi sapremo essere stato solo il primo grave attentato di Nassiriya: alle ore 10.40 ora locale (UTC +03.00), le 08.40 in Italia, quattro kamikaze a bordo di un camion che trasportava tra i 150 ed i 300 kg. di esplosivo forzarono il posto di blocco all’entrata della base Maestrale. Ci fu una sparatoria: il Carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base, riuscì ad uccidere due attentatori, tant’è che il camion, diretto alla palazzina di tre piani che ospitava l’area logistica italiana, non penetrò completamente, ma si bloccò sul cancello di entrata evitando così una strage di più ampie proporzioni2. L’esplosione fu comunque potentissima e fece crollare gran parte dell’edificio e danneggiò gravemente la palazzina dove aveva sede il Comando, nella base Libeccio che sorgeva a circa 100 metri di distanza, sulla sponda opposta del fiume Eufrate: i vetri delle finestre dell’edificio andarono in frantumi e anche gli infissi furono gravemente danneggiati; nel cortile della base Maestrale, invece, molti mezzi militari presero fuoco ed andò in fiamme anche il deposito delle munizioni. Andarono distrutti anche gli uffici di un edificio ove aveva sede una Ong americana, la International Medical Corps, attiva nella zona da circa sei mesi, e tra il personale della Ong vi furono almeno altri 10 feriti, tra cui lo stesso Coordinatore. Il traffico nella zona circostante restò completamente paralizzato, mentre la popolazione scese in strada in preda al panico. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. Nell’esplosione era rimasta coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla, che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassiriya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell’Esercito Italiano di scorta alla troupe che si erano lì fermati per una sosta logistica.

LE VITTIME
Carabinieri:
Sottotenente ENZO FREGOSI, 56 anni, ex comandante del NAS di Livorno, ma già in precedenza operatore del GIS, ove viveva con la famiglia. Lascia moglie e due figli, un maschio, anche lui Carabiniere, e una ragazza che studia all’Università. Era partito per l’Iraq il 17 luglio 2003 e stava rientrare in Italia. A casa stavano già preparando la festa per il suo ritorno.
Sottotenente GIOVANNI CAVALLARO, 47 anni, originario della provincia di Messina e residente a Nizza Monferrato, Maresciallo in servizio al Comando Provinciale di Asti dov’era noto con il soprannome di “Serpico”. Lascia la moglie e la piccola Lucrezia, 4 anni. Era già stato impegnato in altre missioni in Kosovo e in Macedonia. Da tre mesi in Iraq, stava per rientrare a casa. La sera prima aveva telefonato alla moglie: «Sto preparando la mia roba, sabato finalmente torno da te e da Lucrezia. Ho voglia di abbracciarvi». Anche il fratello gemello è Maresciallo dell’Arma, al N.O.RM di Saluzzo
Sottotenente FILIPPO MERLINO, 46 anni, originario di Sant’Arcangelo (PZ), sposato, ha un figlio affetto da una grave malattia muscolare congenita. Con il grado di Maresciallo comandava la Stazione dei Carabinieri di Viadana (MN). È morto nell’ospedale di Nassiriya ove era stato portato gravemente ferito.
Sottotenente ALFONSO TRINCONE, 44 anni, era originario di Pozzuoli (NA), ma risiedeva a Roma con la moglie, agente di Polizia Penitenziaria, e i tre figli. Era in forze al NOE dove dirigeva la Sezione Radioattività.
Maresciallo Aiutante s.UPS MASSIMILIANO BRUNO, Medaglia d’Oro di Benemerito della Cultura e dell’Arte, 40 anni, di origine bolognese, biologo in forza al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche (RACIS) di Roma. Viveva con la moglie a Civitavecchia. La madre e un fratello vivono a Bologna.
Maresciallo Aiutante s.UPS ALFIO RAGAZZI, Medaglia d’Oro di Benemerito della Cultura e dell’Arte, 39 anni, in servizio al RIS di Messina, sposato, con due figli di 13 e 7 anni. Era partito in luglio e sarebbe dovuto rientrare a Messina il sabato successivo: i familiari stavano già preparando la festa. Era specializzato nelle tecniche di sopralluogo e rilevamento e il suo compito era quello di istruire la polizia locale.
Maresciallo Capo DANIELE GHIONE, 30 anni, di Finale Ligure (SV), figlio di un Appuntato in congedo; in servizio alla Compagnia di Gorizia, era stato Carabiniere Ausiliario, poi si era congedato ed iscritto all’Associazione Nazionale Carabinieri, ma era riuscito a tornare ad indossare l’uniforme vincendo il concorso per Maresciallo. Era sposato da poco.
Brigadiere GIUSEPPE COLETTA, 38 anni, originario di Avola (SR), ma da tempo residente a San Vitaliano, in Campania, Vice Brigadiere in servizio presso il Comando di Castello di Cisterna (NA); sposato e padre di una bambina di due anni, aveva perso un figlio di 5 anni per leucemia.
Brigadiere IVAN GHITTI, 30 anni milanese, effettivo al 13° Reggimento di Gorizia. Era alla sua quarta missione di pace all’estero, dopo essere stato tre volte in Bosnia. Lascia i genitori e una sorella che il giorno prima dell’attentato lo avevano sentito per l’ultima volta al telefono: «Era assolutamente sereno e tranquillo».
Vice Brigadiere DOMENICO INTRAVAIA, 46 anni, di Monreale, in servizio al Comando Provinciale di Palermo, era già stato in missione a Sarajevo. Sposato, con due figli di 16 e 12 anni, lascia anche l’anziana madre, il fratello gemello e due sorelle. Era partito per l’Iraq quattro mesi prima e sarebbe dovuto rientrare tre giorni dopo l’attacco, tanto che i due figli tenevano un calendario da cui cancellavano i giorni che mancavano al ritorno del padre.
Appuntato ANDREA FILIPPA, 33 anni, torinese, Carabiniere dall’età di 19. Prestava servizio a Gorizia presso il 13° Battaglione Carabinieri, pertanto era esperto di missioni all’estero, che lo tenevano costantemente lontano da casa. Viveva a San Pier d’Isonzo insieme alla giovane moglie, sposata nel 1998.
Appuntato HORACIO MAJORANA 29 anni, di Catania, in servizio al 7° Battaglione Laives. L’anziano padre ha appreso la notizia in Svizzera, dove si trovava per sottoporsi ad alcune visite mediche.

Esercito Italiano:
Capitano MASSIMO FICUCIELLO
Maresciallo Capo SILVIO OLLA
Primo Caporal Maggiore ALESSANDRO CARRISI
Caporal Maggiore Capo Scelto EMANUELE FERRARO
Caporal Maggiore PIETRO PETRUCCI

Civili:
MARCO BECI, cooperatore internazionale
STEFANO ROLLA, regista

Oltre a quelli sopra ricordati, vanno aggiunti 5 iracheni ed i quattro attentatori. Nell’azione rimasero ferite altre persone, in tutto 58: per l’Arma Tenente Riccardo Ponzone, Maresciallo A.s.UPS Vittorio De Rasis, Maresciallo Capo Maurizio Lucchesi, Maresciallo Ordinario Antonio Lombardo, Maresciallo Marilena Iacobini, Maresciallo Riccardo Saccottelli, Brigadiere Maurizio Bissoli, Brigadiere Cosimo Visconti, ViceBrigadiere Paolo Di Giovanni, ViceBrigadiere Fabio Fedeli, ViceBrigadiere Roberto Gigli, ViceBrigadiere Pietro Livieri, Appuntato Scelto Antonio Altavilla, Appuntato Scelto Marco Pinna, Appuntato Scelto Roberto Ramazzotti, Appuntato Ivan Buia, Appuntato Agostino Buono, Carabiniere Scelto Mario Alberto Calderone, Carabiniere Scelto Matteo Stefanelli; anche l’aiuto regista di Stefano Rolla, Aureliano Amadei, fu tra i feriti.

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