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Due filoni distinti

Falso Made in Italy, sequestrate oltre 200mila mascherine chirurgiche

Agenzia delle Dogane e Guardia di Finanza portano a termine l'operazione "Porta di Giada".

Non c’erano soltanto 200.000 mascherine chirurgiche recanti fallaci indicazione di origine fra il materiale sequestrato nell’ambito dell’operazione “Porta di Giada” concretizzata da Agenzia delle Dogane e Guardia di Finanza della Spezia. Anche 507 utensili agricoli e 748 accessori per motocicli, tutti con una caratteristica comune: la falsa indicazione di origine “Made in Italy”. I doganieri spezzini insieme ai colleghi delle Fiamme Gialle hanno concretizzato il lavoro portato avanti attraverso l’analisi e del controllo fisico dei containers contenenti le merci in arrivo in Italia. Continua pertanto incessante l’azione di contrasto ai traffici illeciti nello scalo spezzino.

Nel primo intervento, proprio grazie all’attenta ispezione del carico proveniente dall’India e dichiarato contenere parti di ricambio per motocicli, sono stati rinvenuti numerosi ricambi e repliche di accessori per “Lambretta” sui quali era impressa la scritta “Made in Italy” sebbene la merce fosse di indubbia origine indiana. Alcuni di tali ricambi, inoltre, recavano indebitamente il marchio Piaggio di cui è stata accertata, grazie all’intervento dei periti della storica azienda
italiana, la contraffazione. Come accade per qualsiasi prodotto contraffatto o non conforme agli standard di sicurezza, anche in questo caso a rimetterci sarebbero stati i consumatori finali. I falsi ricambi meccanici, fabbricati con materiali di bassissima qualità, avrebbero potuto causare, con elevata probabilità, prematuri cedimenti con seri rischi per l’incolumità degli utenti. Nella seconda ispezione, riguardante un carico di utensili e attrezzature varie di provenienza e
origine cinese, sono stati rinvenuti 507 utensili agricoli con l’impressione in rilievo della dicitura “Made in Italy”.

Le due partite di merce falsamente etichettate sono state sottoposte a sequestro penale ed entrambi gli importatori sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per i reati di cui agli artt. 4, c. 49, L. 350/2003 e 517 c.p. e, nel primo caso, anche per art. 474 c.p. L’ultimo intervento ha riguardato il sequestro di 4.000 confezioni da 50 pezzi di mascherine
chirurgiche, di origine e provenienza cinese, destinate a essere immesse sul territorio nazionale che, prive di qualsiasi indicazione sull’effettiva origine, recavano informazioni ingannevoli e fuorvianti tali da poter indurre gli ignari acquirenti a ritenere che la merce potesse essere di origine italiana. L’intera partita di merce, indebitamente etichettata, è stata oggetto di sequestro amministrativo e l’importatore è stato segnalato alla Camera di Commercio competente per la constatazione della violazione amministrativa di cui all’art. 4, c. 49bis, L. 350/2003, sanzionabile da 10.000 a 250.000 euro.

L’operazione denominata Porto di Giada s’inserisce nel più ampio dispositivo di controllo e presidio posto in essere quotidianamente dall’Agenzia Dogane e Monopoli e dalla Guardia di Finanza teso a contrastare e reprimere i traffici illeciti che alterano il mercato, mettono a rischio la salute dei cittadini e generano inquinamento dell’economia legale.

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