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Cronaca

Dalla Polonia alla Spezia per raggirare gli anziani, sgominata una banda

I carabinieri di Genova hanno stroncato un giro di truffe organizzate da un gruppo di rom polacchi. 31 persone sono finite in carcere.

Anziano

Sono almeno 17 i colpi accertati alla Spezia messi a segno da una banda di truffatori che, grazie ad una fitta ramificazione di contatti e complici, sono riusciti a mettere in atto 253 raggiri in tutta Italia e solo 43 in Liguria.
E’ il bilancio della maxi operazione condotta dai Carabinieri di Genova, che dopo una lunga indagine sono riusciti a decapitare l’organizzazione che conta 72 indagati, di cui 31, si trovano già in carcere.
Le vittime designate per questi raggiri erano persone anziane che abitavano lontano dalle famiglie e che, sistematicamente, venivano tenute d’occhio da una banda di rom di origine polacca.
La sede operativa della gang era a Novara, dove è presente uno dei più grandi campi nomadi d’Italia. La ricerca partiva dalla consultazione degli elenchi telefonici e la banda cercava di contattare principalmente le donne anziane.

Individuata la vittima, arrivava la prima telefonata. Le chiamate provenivano dalla Polonia, oppure, dalla Germania e le conversazioni si rivelavano utili per carpire informazioni sulla vita privata della propria interlocutrice, millantando un legame di parentela.
Acquistata la sua totale fiducia arrivava la richiesta di denaro e, in questo caso, le cifre partivano da una base di 4mila euro fino alla cifra esorbitante di 40mila. Talvolta, temendo per il proprio parente le anziane coinvolte erano disposte a fornire quantità di denaro superiori a quelle richieste.
I truffatori simulavano di essere in un concessionario e di non avere contante per concludere l’affare. Come garanzie, oltre il denaro, venivano richiesti anche gioielli e altri preziosi.
Lasciatasi andare, la vittima veniva raggiunta dai complici ai quali avrebbe dovuto consegnare i risparmi di una vita, oppure gli oggetti di pregio.

I complici raggiungevano la casa dell’anziana predestinata e, per fare in modo che tutto filasse liscio, eseguivano l’ennesima telefonata al finto parente. L’ultima conversazione soggiogava definitivamente la vittima che consegnava il denaro ai truffatori.

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