La Spezia - In una cattedrale di Cristo Re affollata di fedeli e di sacerdoti concelebranti, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha presieduto lunedì scorso il rito funebre per l’ultimo saluto al professor Carlo Lupi, esponente di grande rilievo del mondo cattolico spezzino. Lupi era molto conosciuto anche nella Chiesa di Genova, dove per molti anni ha insegnato Storia della filosofia nel seminario arcivescovile. Non a caso, in cattedrale c’erano lunedì scorso anche l’arcivescovo emerito di Genova cardinale Angelo Bagnasco, amico personale dello scomparso, e il vescovo di Alessandria Guido Gallese. Bagnasco ha seguito il rito in presbiterio “in nigris”, ovvero senza rivestire i paramenti sacri, mentre Gallese è stato il primo dei concelebranti. In tutto erano presenti più di quaranta sacerdoti, tra cui diversi provenienti da Genova. All’omelia, monsignor Palletti ha sottolineato l’impegno di Carlo Lupi nel campo della formazione dei giovani, ma anche nell’animazione del laicato cristiano e nel servizio alla diocesi. Il vescovo ha sottolineato come tutti si sia in presenza, nell’unità rappresentata dalla comune fede in Gesù Cristo, di una “eredità da raccogliere”, partendo proprio dalla “passione e l’impegno da lui posti per tanti anni a beneficio dei giovani: “Ci ha consegnato la gioia e la bellezza dell’educare, inteso come saper accompagnare la crescita di ognuno, curando una sana formazione della coscienza”. Il vescovo si è poi soffermato sul continuo impegno di Lupi per il “bene comune”: “Al centro della sua azione era sempre la persona umana, in ogni momento dell’esistenza e in ogni ambito di vita”. In questo modo, e non solo in questo modo, “egli sapeva dare ragione della speranza che è in noi: con serena lucidità ci ha così saputo trasmettere l’armonia profonda del rapporto tra fede e ragione”. “Ma la sintesi più efficace per delineare la sua eredità - ha proseguito il vescovo - rimane la Dottrina sociale della Chiesa, da lui amata e insegnata in modo convinto e coinvolgente: quella dottrina che affonda le sue radici nella realtà più profonda dell’uomo, colto in tutta la sua fragilità ed in tutta la sua grandezza: l’uomo pensato, amato e redento in Cristo”. Al termine del rito, la salma di Lupi è stata tumulata nel cimitero di Marinasco vicina a quelle dei genitori.