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Innamorato dell'accademia di carrara

Addio a Giovanni Santernetti, il ritrattista del Civico

Un attacco cardiaco ha spezzato la vita dell'artista conosciuto da tutti gli appassionati di musica e teatro per la sua presenza fissa nelle prime file degli spettacoli.

Giovanni Santernetti e uno dei suoi disegni

Lo conoscevano in tantissimi, ma forse in pochi sapevano che si chiamava Giovanni Santernetti. Era diventato celebre in città per la sua presenza fissa nelle prime file della platea del Teatro Civico, munito di una piccola luce, carta e carboncino, intento a far ritratti a raffica a chi si stava esibendo sul palco.
Nel corso della giornata di ieri l’artista ha accusato un dolore al petto dopo aver parlato con l’amico Fabrizio Mismas e si è recato all’ospedale, ma col trascorrere delle ore la situazione si è notevolmente complicata, tanto da portare al decesso nella tarda serata di ieri, mentre era ricoverato in Cardiologia. Se n’è andato così, a 78 anni, nella solitudine che aveva caratterizzato gran parte della sua vita.
Cattolico fervente, l’artista era caratterizzato da uno spirito critico e dal gusto per lo scherzo e dello scandalo, ma viene descritto come una persona che, in fondo, era estremamente dolce. Mismas, Enrico Imberciadori e Guido Barbagli erano gli amici più cari, quelli con ai quali si rivolgeva in caso di necessità.

Santernetti era originario di Pitigliano, in provincia di Grosseto, e si era trasferito alla Spezia da ragazzo. Viveva in Piazza Concordia e aveva poche potentissime passioni: i disegno, la musica e l’Accademia di Belle arti di Carrara, dove trascorreva giornate intere a disegnare senza sosta.
“Si era iscritto al corso libero del nudo e dal mattino alla sera si muoveva nei cortili e nelle aule per disegnare, disegnare, disegnare. Lì si sentiva casa. Alla Spezia era conosciuto più come figura che come persona – ricorda Mismas – ed era sempre presente al Civico, ai concerti del Festival paganiniano di Carro, alla Festa dell’uva di Vezzano Ligure e a tanti altri eventi che si svolgevano in provincia”.

La mano svelta e il tratto sicuro erano accompagnati da movimenti ampi, tanto che qualche volta musicisti e attori si erano lamentati e lo avevano fatto smettere, se non allontanare. Ma è accaduto rare volte e così Santernetti ha realizzato, catalogato e conservato centinaia di migliaia di tavole.
Aveva iniziato molti anni fa ritraendo i clochard che incontrava nelle stazioni ferroviarie toscane e avevo proseguito concentrandosi sul mondo della musica e del teatro. Ogni anno andava al Palio di Siena e anche lì si era fatto conoscere e benvolere, tanto che una contrada gli aveva chiesto di dipingere il gonfalone.
Negli ultimi tempi la sua attività artistica aveva subito un drastico rallentamento a causa dell’emergenza sanitaria, con la chiusura dei teatri, la sospensione di molti eventi e delle lezioni all’Accademia e diceva spesso che senza disegnare sarebbe morto.

“Aveva realizzato alcune mostre – prosegue Mismas – e due di queste sono state di particolare valore. Quella che aveva allestito nell’Aula magna dell’Accademia di Carrara era caratterizzata da enormi disegni di un metro per cinque appesi al ballatoio. Come aveva detto Valerio Cremolini in quell’occasione: era un evento da Biennale di Venezia. Un’altra esposizione particolarmente interessante fu quella realizzata per Ucai con i ritratti che vedevano protagonisti i visitatori del Museo Lia che interagivano con i personaggi che fuoriuscivano dalle tele”.
Santernetti avrebbe dovuto realizzare un’altra mostra per la prossima edizione del Festival paganiniano di Carro, nel 2021. Gli accordi con gli organizzatori erano già perfezionati, l’auspicio è che la personale possa realizzarsi postuma.

Le esequie di Giovanni Santernetti si svolgeranno domani, mercoledì 12 agosto, alle 11.30 presso la chiesa di San Giovanni Battista, a Migliarina.

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