La Spezia - Danni lungo il fiume, la caduta prematura delle olive. Il nemico più temibilem nello Spezzino poi è stato il vento. Questi i segni più evidenti, per l'agricoltura spezzina, dopo l'ondata di maltempo che ha flagellato il Ponente e il Levante liguri. A fare il punto della situazione è Alessandro Ferrante di Cia la Spezia che assieme alla conta dei danni spiega come siano necessari nuovi piani di sviluppo e un maggiore coinvolgimento del mondo dell'agricoltura per mitigare i rischi e scenari, che anche oggi, si sono visti anche nella spiaggia di Fiumaretta dove i detriti hanno invaso il litorale dopo la furia di pioggia e vento.
"Ci sono stati danni alle terre - spiega Ferrante - anche se la quantità di pioggia è inferiore rispetto a quanto accaduto nel Ponente. Qui hanno patito comunque le aree esterne degli agriturismi per il vento. Il Magra ha retto, fortunatamente, anche se non sono mancate le frane nell'Entroterra. Il comparto agricolo è danneggiato e ogni volta soffre".
"In provincia - prosegue - patiremo la caduta delle olive per il vento. Ma se mettiamo insieme tutto quello che c'è già stato è una nuova sofferenza. E' chiaro che i modelli di sviluppo vadano cambiati. Come agricoltori ci battiamo. anche nel Gal, per fare in modo che venga gestito diversamente la tematica del legname che arriva sulle spiagge. E' necessario intervenire maggiormente a bordo fiume e sugli affluenti principali, anche con tagli preventivi. Sono interventi che vanno fatti in assoluto rispetto dell'ambiente consci del fatto della possibiltà di piene imponenti. Di questo se ne dovrà tenere conto anche nel nuovo piano del Parco di Montemarcello".
"Servono interventi autorizzati e gli agricoltori la loro parte la possono fare - spiega Ferrante -. Serve un progetto di sistema, ad esempio, per il recupero delle biomasse. Diventa sempre più necessario il taglio precedente di tutta la frasca boschiva lungo i fiumi, sulle strade. Il piano di sviluppo deve avere maggiore incisività nella gestione delle biomasse. Lo ripeto, noi agricoltori ci siamo e con un adeguato progetto si possono evitare situazioni problematiche che si aggravano ad ogni ondata di maltempo".
"Ci vuole la volontà degli enti pubblici dalla Regione allo Stato affinché mettono delle risorse - aggiunge Ferrante -. Non ha più senso andare a rimuovere i detriti dopo che sono arrivati sulla spiaggia oppure quelli caduti dopo il maltempo. Ha senso intervenire a monte e utilizzare quel legname rendendolo utile al calore. Quella legna non dovrebbe arrivare al mare".
"Bisogna capire - conclude - anche in un'ottica di prevenzione e protezione delle aree parco i piani devono essere aggiustate anche in base ai cambiamenti climatici e alle condizioni in cui ci troviamo adesso. Il parco di Montemarcello Magra potrebbe essere la cabina di regia adatta per prendere in mano la situazione per un progetto di verifica sul fiume, di concerto con Regione e Comune".