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Cronaca

‘Gay’ inciso sulla fiancata, poi una croce: "Voglio sentirmi libero"

Lo sfogo di Andrea, 28 anni, la cui auto è stata oggetto di un'odiosa incursione omofoba: "Questa città non è pronta".

Sfregio omofobo sulla fiancata, la rabbia di Andrea

Brutta sorpresa stamani al risveglio per Andrea, 28 residente alla Spezia, zona Migliarina. Non solo l’amarezza di trovare la fiancata dell’auto sfregiata, ma anche e soprattutto la rabbia di vedere incisa sulla fiancata la scritta ‘Gay’ a caratteri cubitali, seguita da una croce. “Ho 28 anni e ho sempre vissuto in grandi città dopo essermi trasferito dalla Sicilia circa dieci anni fa, quando sono andato in cerca del mio io a Firenze – racconta Andrea a CdS -. Sono stato un ballerino per molti anni e poi ho trovato lavoro nella moda dopo aver studiato al Polimoda. Mi sono sempre sentito libero di ciò che sono e la Toscana mi ha accettato così come ero esaltando tutto di me, la mia diversità in Toscana è sempre stata vista come il bello della comitiva, il bello della vita. La Spezia è arrivata dopo un incidente avuto in casa. Per la paura di vivere da solo mi ci sono trasferito. Vivo dal mio compagno, che è nelle forze armate ed è di stanza alla Spezia”.

Andrea ci spiega che a Spezia si sente “sempre additato, mi sento chiamare frocio, diverso. Non è bello per niente”. Fino al fattaccio dell’auto sfregiato. “La croce mi ha spaventato molto, significa morte, minaccia, e io voglio vivere in pace. Questa città nasconde e mortifica la diversità”. In giornata ha sporto regolare denuncia. “Ringrazio i carabinieri, sono stati gentili e mi hanno aiutato a rilassarmi. In occasione degli episodi precedenti non avevo denunciato, limitandomi a dare la targa di chi mi urlava contro”.

Per via del lavoro del compagno, con cui sta da otto anni, Andrea non vede la possibilità a breve di lasciare la città. “Ma prenderò contatti con associazioni come Raot e Uaar per essere aiutato a vivere più serenamente, per essere più libero”, e intanto annuncia che contornerà lo sfregio omofobo con fiori e cuoricini. “Così si combatte: con la felicità”.

Con Spezia quindi, la scintilla non è mai scoccata. “Sono costretto a fare il macho per non essere additato – afferma Andrea -. Questa città non è pronta. Fino a poco tempo fa in Toscana non avevo problemi a mettere qualcosa di appariscente, qui invece sono costretto a nascondere le mie borse. Sono forse diverso nel vestire? Sono la classica checca incallita senza paura di mostrare ciò che è? Sì, è questo il problema di chi mi vede mi critica a cento metri di distanza. Come a Torino pochi giorni fa un ragazzo è stato pestato perché ritenuto troppo femminile. Perché sculettava”.

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