La Spezia - Una petizione per chiedere di ridimensionare, quanto meno, il progetto edilizio presentato in Via Prosperi. L'hanno redatta, messa online (clicca qui) e indirizzata al sindaco Pierluigi Peracchini alcuni cittadini rappresentati dai portavoce Mauro Martone e Mauro Tomà.
"Il maxiprogetto edilizio che il Comune della Spezia ha approvato riguardo a Via Prosperi, definendo come opera di risanamento un'operazione puramente immobiliare e di profitto privato, continua ad essere presente sui "media" locali. A tale proposito, come primi firmatari di una petizione cartacea che sta raccogliendo firme sulla questione, comunichiamo il testo della petizione stessa che collochiamo anche online, per essere poi inviata ad una serie di Uffici Tecnici e di Autorità. Questo - si legge nel testo del documento - in attesa che la delibera relativa al Progetto venga pubblicata all'Albo in modo tale che, chi lo vorrà, essendo mancato completamente un passaggio di informazione ed ascolto popolare che, nonostante i difficili tempi attuali, avrebbe comunque potuto e dovuto, a nostro parere, essere proficuamente organizzato dal Comune mediante i moderni mezzi di comunicazione sociale, possa presentare le formali Osservazioni ad esso.
Siamo un gruppo di cittadini della Spezia e facciamo istanza perché, prima che sia troppo tardi, il Progetto edilizio inerente via Prosperi-La Spezia, approvato con una variante al Piano Regolatore dal Consiglio Comunale (con il voto contrario di tutta l'opposizione) lunedì 16 novembre 2020, possa ancora essere ragionevolmente rivisitato, modificato, migliorato, nell'ottica di un effettivo risanamento e valorizzazione della zona urbanistica interessata, tenendo conto della dimensione storica di essa e del più ampio contesto urbano, caratteristiche che non sembrano invece riguardarlo, riducendosi lo stesso fondamentalmente ad un maxi insediamento abitativo.
Sappiamo bene che via Prosperi, data la sua collocazione, è un biglietto da visita per chi entra alla Spezia riconosciamo che l'area interessata, di pregio dal punto di vista immobiliare, andava recuperata, ma ci sembra altrettanto chiaro che maxipalazzoni di otto piani non possano essere fatti passare come risanamento, essendo essi piuttosto occasione di un profitto puramente privato, che consumerà ulteriore suolo, causando quindi problemi per la vivibilità urbana nel suo complesso, in una città peraltro interessata da migliaia di appartamenti sfitti.
Ritenendo perciò che si tratti di una speculazione immobiliare, definita erroneamente da chi l'ha approvata come un'opera di “rigenerazione urbana e recupero del territorio agricolo”, richiamiamo l'attenzione sul fatto che, oltretutto, l'intervento va a cancellare completamente le ultime testimonianze agricole della piana di Migliarina per come si è configurata nei secoli scorsi (Borgo Baceo) e che esso, azzerando il passato, non contribuisce, proprio per la povertà, banalità e non adeguatezza della proposta, a costruire un futuro migliore (e degno di essere abitato)".