La Spezia - Le restrizioni per il contenimento del contagio e delle temutissima terza ondata colpiscono la vita sociale di tutti, mentre sotto il profilo lavorativo ci sono categorie che pagano più di altre divieti e nuove normative.
Tra queste c'è indubbiamente quella dei ristoratori, tra i primi a dover rinunciare all'apertura al pubblico a favore di asporto e consegne a domicilio, e tra gli ultimi che possono vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.
Negli ultimi giorni, così come era già accaduto nei mesi scorsi, qualcuno si è limitato a manifestare il proprio stato d'animo sui social o in piazza, altri hanno invece spinto la protesta un po' più in là, chi andando deliberatamente contro i divieti, chi trovando una frase interpretabile a proprio favore nelle pieghe dei decreti.
Ma c'è anche chi, tra i ristoratori stessi, condanna le modalità di protesta. Carlo Sanvenero, titolare di un ristorante in centro città, affida la sua opinione a CDS, parlando dell'iniziativa "Io apro", secondo cui bar e ristoranti dovrebbero aprire anche alla sera per sfidare le restrizioni.
"La mia opinione personale - dichiara Sanvenero - e quindi del mio ristorante 'Antica Osteria dei Camalli', è che le decisioni devono passare attraverso una mediazione politica.
La politica deve assumersi le responsabilità delle iniziative. Non è tramite queste iniziative da disperati esasperati che si risolvono i problemi! Non è un mistero che siamo tutti in difficoltà, sono stati fatti decine di servizi sull'argomento. Questo sarà solo l'ennesimo pretesto per strumentalizzare la situazione. Noi rischiamo e i politici si fanno belli.
No, i politici facciano il loro lavoro senza mandare avanti altri", conclude senza mezzi termini il ristoratore.