La Spezia - Ritocco salariale, rispetto delle tutele in termini di turni e orari e maggiore sicurezza. Sono queste, in estrema sintesi, le richieste dei lavoratori del mondo della vigilanza che attendono da cinque anni il rinnovo del contratto collettivo nazionale, aggiornato l'ultima volta nel 2013.
"Occorrono aumenti salariali e ripristino delle tutele, soprattutto in occasione dei cambi di appalto, quando è elevato il rischio che qualcuno resti in mezzo a strada", affermano Luca Comiti, Filcams Cgil, Mirko Talamone, Fisascat Cisl, e Marco Callegari, Uiltucs, presenti questa mattina insieme ai delegati sindacali e a una rappresentanza di metronotte e vigilantes sotto la prefettura.
"Le associazioni datoriali sono divise tra loro - proseguono - mentre tra le sigle c'è intesa. Abbiamo scritto al ministero del Lavoro e al ministero degli Interni per avere un adeguamento contratto e per poter garantire maggiore sicurezza a chi svolge un lavoro tanto delicato".
"Subiamo condizioni di lavoro pesanti - proseguono i delegati Alessandro Rossi, Marco Balbo e Piero Sagramoni per la Filcams Cigl, Mauro Pasquinelli e Gabriele Rossi per la Fisascat Cisl, e Davide Dimichino e Luciano Nacci per la Uiltucs - con turni che vanno dalle 12 alle 14 ore. Effettuiamo servizi di sicurezza sussidiaria negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni ferroviarie. Siamo presenti nelle aree sensibili dove lo Stato ha deciso di non essere più presente per assicurare condizioni di sicurezza ai cittadini. Effettuiamo esami e conseguiamo certificazioni che poi non vengono riconosciute".
Con l'arrivo della pandemia il lavoro è aumentato e le mansioni sono cambiate: gli addetti alla vigilanza ora sono il primo filtro per chi si reca in enti pubblici e supermercati, ma sono stati richiesti anche su spiagge e nelle strade dello shopping. Gli unici settori nei quali il lavoro è calato drasticamente sono quelli legati alle crociere e al trasporto valori, influenzato dalla contrazione dei consumi.
I vigilantes, che alla Spezia sono 400 e lavorano per diverse aziende, sottolineano che il turno "smontante notte" non esiste, a differenza di quanto accade per gli agenti di Polizia e per i Carabinieri. "Possiamo essere richiamati in servizio dopo 11 ore dalla fine del turno notturno e per un massimo di volte che oscilla da 48 a 76 ci può essere chiesto di riprendere il lavoro dopo sole 9 ore. E' una eventualità che capita piuttosto di frequente e talvolta non viene rispettato nemmeno il limite minimo di 9 ore.
A complicare il quadro c'è il fatto che alcuni sindacati autonomi hanno firmato il rinnovo del contratto. "Così si crea dumping contrattuale perché le imprese, soprattutto se non sono iscritte ad Assovigilanza, utilizzeranno quello che è più favorevole per loro", continuano i segretari Comiti, Talamone e Callegari.