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Studenti in Sala Dante protagonisti del Giorno della Memoria

Una studentessa durante il consiglio comunale per il Giorno della memoria

Il grande impegno degli studenti delle scuole superiori per il Giorno della memoria non manca mai. Questa mattina è stato protagonista in Sala Dante nel corso di un consiglio comunale stroardinario. Il prefetto Antonio Lucio Garufi, ha consegnato le Medaglie d’Onore, concesse con decreto del Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati o internati nei lager nazisti. Quest’anno hanno ricevuto il riconoscimento, alla memoria, tre cittadini di questa provincia Antonio Castellini, Lido Landucci e Antonio Masella.

Gli studenti hanno raccontato con interventi musicali, poesie e scritti, il valore della Giorno della Memoria ricordando le vittime spezzine simbolo della tragedia della Shoah: Adriana Revere di soli nove anni e Franco Cetrelli fucilato ad appena 14 e arrestato perché definito “dissidente politico”. E sono storie queste che non vanno dimenticate e da questo punto di vista la Spezia ne tiene viva la memoria che se non viene alimentata dalla conoscenza cancella queste storie. Ed è proprio il termine conoscenza il tema centrale del discorso del sindaco.
“Nella nostra Sala Dante – ha detto il sindaco nel suo discorso -, negli anni, abbiamo avuto il privilegio di ascoltare i tanti che si sono susseguiti nelle edizioni del Premio Exodus e, non solo il 27 gennaio o a maggio, ma tutto l’anno, la nostra Città deve ricordare a se stessa di essere la Città di Exodus, perché pesa su di noi una grande responsabilità morale. Tra le tante voci ascoltate in quelle occasioni, non posso non citare quella della senatrice Liliana Segre, Premio Exodus 2018, che lo scorso anno ha parlato da questo palco di come sia riuscita, trent’anni fa, a rompere il silenzio su Auschwitz dedicandosi, anima e corpo, all’attività testimoniale. Come ha ricordato in una lettera indirizzata pubblicata ieri, ‘questo è un anno dalla doppia ricorrenza, le orrende leggi razziste e, fortunatamente, dieci anni dopo, l’entrata in vigore della Carta fondamentale. Il filo rosso che le unisce è l’articolo 3, quel Manifesto dell’eguaglianza e della dignità umana che deriva direttamente dalla rivoluzione francese’. I destinatari di questa lettera siete voi, ragazzi”.
“Per questo vi esorto non solo a farne tesoro, ma a continuare a leggere, studiare, ascoltare e raccogliere il testimone che Liliana Segre vi sta porgendo – ha detto -. Interrogatevi su un passato che ci appartiene individualmente e traete la capacità di comprendere le vicende del presente, sempre più spesso così difficili da dirimere, contrastando l’intolleranza e l’indifferenza. Siamo tutti parte di un percorso, nel mondo, che dobbiamo fare insieme. Abbiamo bisogno di scarpe comode, perché la strada non è sempre facile. La conoscenza e lo studio, allora, siano quelle scarpe, per alleviarci la fatica. La nostra Costituzione, invece, sia la bussola con cui orientarci nel mondo, per non perderci nelle tenebre che accecano la mente e l’anima”.
Per il presidente del consiglio comunale Guerri è stato l’esercizio della memoria a condurre il proprio intervento. Secondo lui “un esercizio” portato brillantemente a termine dai ragazzi.
“Come ogni anno, il Consiglio Comunale della Spezia onora la ricorrenza del Giorno della Memoria attraverso una seduta straordinaria basata sul coinvolgimento dei nostri studenti – ha detto nel suo discorso il presidente del Consiglio comunale Giulio Guerri -. […]Serve a onorare il sacrificio di milioni di persone la cui vita è stata brutalizzata e recisa da una macchina di odio, di sopraffazione e di morte che ci pare impossibile possa essere stata anche solo concepita da esseri umani . Ma serve anche a ricordare che sono stati appunto gli uomini a produrre tanta violenza, tanta crudeltà, tanta disumanità. E quindi custodire saldamente la memoria di quei fatti serve come monito per tutti noi. Il dolore che ci provoca il solo pensare a quei fatti, a quelle vittime innocenti, a quelle famiglie distrutte, a quegli individui trasformati in numeri, in schiavi, in scheletri e in cenere ci fa gridare che simili accadimenti non devono mai più ripetersi”.
“Purtroppo, a distanza di oltre sett’anni dalla caduta del nazifascismo – ha detto -, peraltro in parte simboleggiata dalla stessa data scelta per la ricorrenza che oggi celebriamo (quel 27 gennaio 1945, che vide l’entrata delle truppe russe nel lager di Auschwitz), l’attualità, piano piano sedimentatasi in nuovi capitoli di storia contemporanea, ci ha fatto vedere che ci sono luoghi della nostra umanità in cui quel grido non è mai arrivato, altri in cui è rimasto un gemito soffocato, altri in cui pare essere andato affievolendosi in un’eco svogliata. Quella crudeltà che nella prima metà del Novecento ha preso forma nell’ideologia nazifascista, nei regimi dittatoriali ad essa ispirati, nelle leggi razziali, nei rastrellamenti, negli eccidi, nelle deportazioni di massa, nell’olocausto raccontatoci da Primo Levi e con lui anche da quegli spezzini sopravvissuti, che oggi non sono più con noi ma che resteranno per sempre vivi nei nostri cuori e nelle nostre menti grazie alla loro meritoria opera di testimonianza svolta per decenni al fianco deigiovani della nostra città, è un male che ha continuato ad essere tragicamente visibile nei vari angoli del mondo, spargendo sopraffazione terrore e morte. E che può tornare a manifestarsi e a colpire anche laddove è già passato. Risvegliandosi e riapparendo all’improvviso, quasi sempre trovando pericolosi complici nell’ignoranza, nell’indifferenza, nella rimozione del passato. Ecco qui l’importanza vitale e imprescindibile della memoria e di un suo esercizio critico, costruttivo e prospettico”.

“E’ per questo che sento di dover concludere con un plauso ai nostri ragazzi – ha concluso – che anche quest’anno hanno dimostrato di sapersi brillantemente ed efficacemente cimentare in questo esercizio e ai quali siamo lieti di affidare il ruolo di protagonisti di questa giornata.”
Particolarmente toccante il fuori programma della lettrice di lingua tedesca Andreaa Scheer dell’istituto Mazzini della Spezia che ha presentato un lavoro sulla musica nei lager che accompagnava i deportati a morire: “Per me è stata una ricerca molto dolorosa. Ho provato vergogna ad essere tedesca – ha dichiarato sul palco – quando ho capito come venivano impiegato alcune canzoni che mi insegnarono da bambina”.
Nell’ambito della manifestazione sono stati invitati anche i vincitori del premio regionale accompagnati dal professor Galantini (leggi qui).
Sempre nell’ambito delle celebrazioni sono stati premiati anche Marta Marino del Cardarelli, Marcello Lo Presti e Matteo Praticò del Cappellini Sauro e Filippo Sommovigo del Liceo Costa che hanno partecipato alla 12esima edizione del premio istituito da Aned. Soddisfazione anche da parte della presidente Doriana Ferrato che ha sottolineato: “Ogni anno per il nostro concorso riceviamo sempre più richieste di partecipazione. Non possiamo che esserne orgogliosi, sempre di più questi ragazzi comprendono ciò che è stato”.

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