La Spezia - La Rsa Mazzini continua a essere utilizzata come una struttura Covid, ma nessun intervento di sistemazione edilizia è stato realizzato. E il personale continua in gran parte la cassa integrazione, nonostante le difficoltà quotidiane nella fornitura dei servizi per gli ospiti, in parte positivi al Covid-19.
E' di fronte a queste contraddizioni al limite del paradosso, che questa mattina i lavoratori hanno scioperato, con il sostegno dei sindacati, che hanno messo in atto un presidio di fronte ai cancelli di Viale Alpi.
"Siamo in attesa della convocazione da parte di Asl 5 affinché ci spieghi la situazione e chiarisca se la concessione a Kcs è stata effettivamente firmata. Al momento - hanno dichiarato a CDS Luca Comiti, segretario provinciale di Filcams Cgil, Mirko Talamone, segretario provinciale di Fisascat Cisl, e Marco Furletti, segretario provinciale di Uiltrasporti - sappiamo che si tratta di un affidamento non formalizzato. Vorremmo capire, per esempio, se questa struttura viene considerato Covid oppure no, e che ne è stato dei lavori che dovrebbero rendere la Rsa in grado di accogliere 125 post acuti".
I lavoratori e le sigle sottolineano come, invece, di questa funzione futura al momento non si veda alcuna traccia. Anzi. Di recente sono giunti alla Mazzini 13 nuovi pazienti Covid da Monterosso, portando il totale a 27.
E nel frattempo in provincia sono venuti meno i 125 letti per post acuti previsti.
Il tutto mentre il 70 per cento dei dipendenti è in Fis e, paradossalmente, è stata fatta una assunzione tramite agenzia interinale.
"Kcs si era impegnata a ripulire la struttura - protestano alcuni lavoratori davanti ai cancelli, affiancati da Roberto Palomba, di Fp Cgil - invece sono arrivati nuovi malati di Covid dalla Padre Semeria".
Lo stato di agitazione persiste e presto le sigle chiederanno di essere ricevuti dal prefetto Maria Laura Inversini.
"Se persisterà il ritardo sarà necessario andare oltre a Kcs. Servono tempi certi per gli adeguamenti strutturali e un cronoprogramma preciso. Inoltre stiamo valutando di chiedere alla cooperativa di integrare il trattamento di cassa per consentire ai lavoratori di avere uno stipendio pieno", hanno concluso i sindacalisti, mentre davanti ai cancelli iniziava a rimbalzare una buona notizia: Asl e Kcs hanno firmato poche ore prima la convenzione per l'affidamento della struttura, ma solamente per il periodo di durata dell'emergenza sanitaria in atto.