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Rifiuti, Legambiente: "Impensabile tornare ai cassonetti"

La sezione spezzina dell'associazione interviene sul tema rifiuti: "Porta a porta va migliorato ma deve restare".

Immondizia a Bragarina

“Il neo Sindaco della Spezia ha annunciato che da subito si occuperà della questione legata alla raccolta dei rifiuti, con l’obbiettivo di rendere la città più pulita. È ovvio che noi, come Legambiente, siamo d’accordo con questo obbiettivo, ed anzi ci auguriamo che questo succeda davvero, nell’interesse di tutta la città”. Si apre così la nota diffusa oggi dal sodalizio ambientalista.

“Troppo spesso – proseguono da Legambiente La Spezia – abbiamo assistito a scene di degrado urbano, con il servizio di raccolta differenziata che sovente non è stato efficiente, e questo è senza dubbio un grosso problema che va addossato a chi gestisce il servizio ed al Comune che è il principale azionista dell’azienda servizi a cui è affidata la raccolta. Accanto a questo bisogna anche dire due cose: che spesso il cittadino si rende complice di atteggiamenti poco incentrati sul bene; che i dipendenti delle ditte e/o cooperative che svolgono il servizio lavorano in molti casi in condizioni non agevoli, e talvolta non hanno quel giusto riconoscimento economico che ogni lavoro, in risposta al dettato costituzionale, deve avere”.

Secondo l’associazione “diversa è invece la valutazione su quello che deve essere il metodo di raccolta dei rifiuti: il metodo del porta a porta è universalmente riconosciuto come il più efficace per raggiungere alte vette di raccolta differenziata. Se si vuole questo, e ci pare che l’obbiettivo della raccolta differenziata al 65% fa parte delle politiche sui rifiuti della stessa Regione Liguria, non si può pensare di tornare alla raccolta, seppur differenziata, dei rifiuti tramite cassonetti. È evidente che l’utilizzo dei cassonetti rende più ibrida la raccolta differenziata, abbassandone anche la qualità in vista della fase del riciclaggio, che è il terzo obbiettivo della gerarchia di raccolta dettata dall’Unione Europea e cioè Riduzione, Raccolta Differenziata e, appunto, Riciclaggio. E la raccolta per cassonetti non evita la dispersione degli stessi in sacchetti, magari collocati dai cittadini fuori dai bidoni stessi, come succede ed è successo in località dove questo metodo è stato attuato. Questo per dire che il problema è la qualità e l’efficienza della raccolta. Se vi sono disservizi, se vi sono carenze, lì si affronti assieme all’azienda di servizio (in questo caso Acam) e si migliori. Se in alcune zone limitate della città vi sono difficoltà oggettive a mettere in pratica la raccolta porta a porta, “allora in quelle zone (e solo in quelle) si ragioni su soluzioni diverse”.

“Un altro grosso problema – prosegue la nota – è il fatto che gli investimenti di Acam in merito ai mezzi di raccolta si sono concentrati su quelli più consoni alla raccolta porta a porta. Cambiare il metodo in tutta la città (e non solo in limitate zone) comporterebbe il ricambio totale dei mezzi, con un ulteriore investimento in denaro.
Il Sindaco Peracchini ha detto, sia in campagna elettorale che subito dopo l’elezione, che non è giusto operare delle scelte che investono anche le abitudini e i problemi dei cittadini senza averli prima consultati. Questo ci convince e quindi siamo d’accordo che questo avvenga. Anche nella prima fase della raccolta differenziata tramite porta a porta questo avvenne, salvo poi non essere reso un elemento costante nel corso degli anni. La consultazione non può essere una volta e via. Però l’altro caposaldo che il Sindaco deve mettere in campo con la consultazione è la condivisione degli obbiettivi e l’insegnamento ai cittadini del fatto che ognuno deve fare la sua parte per il bene comune. E il 65% di raccolta differenziata è un obbiettivo non facoltativo, ma di legge. Per questo manifestiamo fino da ora la nostra disponibilità a collaborare a far sì che gli obbiettivi indicati vengano raggiunti”.

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