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Puc, i geometri e Ance: "Più presenza in collina per la manutenzione"

Le associazioni e gli ordini stanno elaborando le osservazioni al Piano urbanistico. Il Collegio dei geometri punta il dito contro il Parco delle colline e le limitazioni ai cambi d'uso in città.

Riunione del Collegio provinciale dei geometri e dei geometri laureati

Le associazioni datoriali e di categoria avranno tempo sino al 16 novembre per presentare le proprie osservazioni sul Piano urbanistico comunale adottato al termine della scorsa consiliatura e poi parzialmente stoppato dalla Regione.
In queste settimane le associazioni, gli ordini e i collegi si stanno riunendo per discutere il da farsi e dire la propria opinione sulle 300 pagine del documento redatto dagli uffici comunali. Tre mesi nel corso dei quali tutti lavoreranno sodo per veder riconosciute le proprie istanze, con la speranza diffusa che non si vada verso l’annullamento del nuovo Puc, perché altrimenti si assisterebbe a una sostanziale paralisi sotto il profilo normativo.

Nei giorni scorsi a riunirsi per illustrare le osservazioni elaborate dalla commissione urbanistica è stato il Collegio provinciale dei geometri e dei geometri laureati, presieduto da Stefano Giangrandi.
L’apertura dei lavori è stata concessa a Paolo Faconti, direttore della sezione provinciale di Ance, che ha reso nota la posizione dell’associazione dei costruttori di Confindustria.
“Riteniamo, come avevamo detto prima delle elezioni alla vecchia amministrazione, che occorra un Puc che guardi oltre alla città attuale, con i suoi 92mila abitanti, e abbia una visione europea, con un aumento della popolazione a 100mila persone e che diventi davvero capitale della provincia. Facendo un ragionamento di politica industriale il Puc è la leva che deve incentivare a livello sociale, culturale e demografico. Nel percorso partecipativo avevamo manifestato due cose: che eravamo alla fine della consiliatura e che quindi ci sarebbero stati due consigli comunali diversi tra l’adozione e la discussione delle osservazioni, che il Puc non doveva avere solamente una visione conservativa. Secondo noi il Piano delle colline presentato non fornisce gli strumenti per centrare l’obiettivo della manutenzione del territorio, limitando la presenza dell’uomo in questa zona”.
Faconti ha poi illustrato le tre ipotesi all’orizzonte, con l’arrivo di una nuova amministrazione comunale, politicamente opposta a quella precedente. “Potrebbe essere adottata una delibera che annulli il Puc, ci potrebbe essere una decadenza per la mancata discussione delle osservazioni entro i termini previsti, o ancora una modifica del Puc. Noi siamo per questa terza ipotesi: per questo abbiamo chiesto al Comune la massima elasticità e semplicità in questa fase, che potrà poi essere seguita da varianti puntuali. Infine abbiamo posto l’accento sulle aree industriali, non si vive di solo turismo. Bisogna attrarre gli investitori, confermando quelle previste e avendo velocità di adattamento alle esigenze del mondo che cambia. Oggettivamente, secondo noi, l’ipotesi Spezialand nell’area Enel, ventilata in campagna elettorale, non è nemmeno da prendere in considerazione. Siamo per la rigenerazione urbana del patrimonio esistente, anche con incentivi volumetrici, da affiancare a quelli esistenti a livello nazionale. Non sappiamo che sintesi uscirà da questo confronto, ma siamo certi che il nostro lavoro deve continuare nel futuro per aiutare a rendere questo strumento più confacente alle necessità nostre e della città”.

Per contro della commissione urbanistica del Collegio dei geometri ha preso la parola Alessio Tesconi, che ha illustrato i tre punti focali delle osservazioni presentate agli uffici comunali.
“Prima di tutto nel Parco della collina manca uno screening della situazione idrogeologica reale. Non c’è una mappatura, ma una previsione. Inoltre crediamo che il Piano casa regionale debba essere adottato e ci deve essere attenzione per l’avanzamento del bosco, il settore idrogeologico e la necessità di manutenzione. E’ indispensabile la presenza dell’uomo sulle alture. Sono falliti 41 Pama (Piani ambientali di miglioramento agricolo) su 44, nel vecchio Puc. Bisogna invertire la rotta. La sovrapposizione dei Puc – ha aggiunto Tesconi – denota l’assenza di aree di filtro e c’è la necessità di cambiare la legge sui sottotetti, recependo variazioni normative semplici, che possono dare linfa e incentivare, ad esempio consentendo anche i cambi di uso di locali interrati. Anche per limitare la nuova edificazione. Si agisca in deroga, senza obbligo di nuovi posti auto sino a 100 metri quadrati”.
Riguardo ai Distretti di trasformazione Tesconi ha evidenziato che solamente il 3 per cento successo ha avuto successo in passato. “Bisogna limitare i vincoli per facilitare gli investimenti”.
“Alcune dorsali storiche – ha proseguito – hanno perso i requisiti che avevano: Via Genova è passata da arteria commerciale a residenziale. Il blocco ai cambi d’uso dei piani terra non serve più. Così come accadrà a Buonviaggio con l’apertura della variante Aurelia. E il centro Kennedy non può più essere considerato un centro commerciale, ma un quartiere. Il 70 per cento dei fondi sono sfitti: proponiamo cambi d’uso verso il settore dei servizi o della ricettività”.

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