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Forti preoccupazioni

Pa e servizi funebri: la discussione della legge slitta a metà marzo

Dopo le regionali la soluzione sembrava a un passo, poi è arrivato gennaio che è passato con un nulla di fatto e per le pubbliche assistenze il tempo stringe sempre di più.

Militi della Pubblica assistenza della Spezia in tenuta anti Covid

Doccia fredda per le Pubbliche assistenze liguri. La discussione sulla legge regionale legata ai servizi funebri slitta ancora e, con tutta probabilità, se ne parlerà quasi a primavera. Quando le commissioni erano in fase di nomina sembrava che la soluzione sarebbe potuta arrivare in tempi brevi (qui). Di questo si parlava a novembre e circa un mese più tardi pareva che la discussione sarebbe avvenuta a gennaio. Il primo mese dell’anno è finito e la metà di febbraio è già superata.

L’argomento rientra anche nei lavori della commissione regionale a tema sanità che è continuamente chiamata ad affrontare le istanze provenienti dalle varie parti della Regione. La prossima commissione, in programma il 22 febbraio, non tratterà di temi spezzini ma del percorso di costruzione del Centro trapianti del Policlinico San Martino di Genova.
Intanto per le pubbliche assistenze il tempo stringe. Per loro, l’ipotesi peggiore, è che la legge non cambi. Quindi sarebbero costretti a spezzare, letteralmente in due, l’intera associazione: una parte lavorerebbe come un privato e comunque non potrebbe sostenere direttamente quella basata sulla gratuità e il volontariato. In pratica, andrebbero a rischio tutti i servizi alla persona come consegne di medicinali e spesa.

C’è fermento anche tra i banchi dell’opposizione dai quali era partita la mobilitazione affinché la legge regionale venisse discussa e modificata il prima possibile. Tra i primi firmatari delle varie iniziative per fermare la legge c’è Davide Natale, del Pd: “All’ultimo consiglio regionale, ho parlato con il presidente e il vice presidente della commissione. E mi è stato detto che la discussione potrebbe essere calendarizzata entro la metà di marzo. Questo mi è stato detto dopo alcuni chiarimenti sui quali non avevo ancora ricevuto risposta. Ho come la sensazione che questa discussione non voglia essere fatta”.

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