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Musealizzazione Da Vinci, ultima chiamata

L'ammiraglio Dino Nascetti ospite dell'Unitre di Lerici: "C'è un'ultima proposta, la risposta a dicembre: se non va bene mi fermo qui, pazienza finita".

Il sommergibile "Da Vinci"

“E’ dal 1992 che c’è l’interesse per la musealizzazione del Sommergibile Leonardo Da Vinci, e ancora non se ne è fatto niente. In oltre vent’anni di lavoro e impegno, assieme a un gruppo di volenterosi, ho portato avanti una dozzina di proposte, per varie ragioni accantonate, non certo per scelta mia. Ora ne ho avanzata un’altra, l’ultima, di cui non posso svelare i dettagli in quanto è all’esame delle superiori autorità, come si suol dire. Non necessariamente la Marina, ma quei soggetti che devono metterci le risorse economiche. Il pronunciamento dovrebbe arrivare entro il mese di dicembre. Se gli va bene, ok, andiamo avanti. Altrimenti io ho finito la pazienza. Va bene l’ostinazione, ma non la cocciutaggine”. Parola dell’ammiraglio Dino Nascetti, già direttore dell’Arsenale ed ex presidente della fondazione Promostudi, oggi ospite d’eccezione dell’Università delle Tre Età di Lerici. Introdotto dalla presidente Unitre Eliana Bacchini e dal vice sindaco Lisa Saisi, l’ammiraglio ha fatto capire che sul fronte della musealizzazione del Da Vinci – che da tempo attende a mollo il suo destino -, per quanto lo riguarda, si è arrivati all’ultimissima chiamata.

Il merito al progetto ora in ballo Nascetti è rimasto giocoforza abbottonato, ma ha svelato che prevede il semigalleggiamento del natante, non un suo trasferimento a terra, soluzione un po’ meno costosa, visto che tenere il sommergibile in acqua richiede delle non banali opere di fondazione. In ogni caso, ha puntualizzato l’ammiraglio, la musealizzazione del Da Vinci richiede una spesa “che è una frazione di quello che hanno speso altre nazioni per questo tipo di operazioni”. E nel corso della conferenza l’ex direttore della base navale ha offerto al nutrito pubblico proprio una carrellata di sommergibili divenuti con profitto musei a spasso per il mondo. Senza dimenticare casi italiani, come il sottomarino Nazario Sauro, che una decina di anni fa ha salutato l’arsenale spezzino per andare a fare il museo semigalleggiante a Genova. O come l’Enrico Toti, grande attrazione del Museo della Scienza e della tecnica di Milano. “Alla Spezia, agli stabilimenti San Bartolomeo, oltre un secolo fa, è stato realizzato il primo sommergibile italiano. Ed oggi La Spezia è l’unica città che ancora costruisce questi mezzi. Ma non riusciamo a musealizzare il Da Vinci”, si è rammaricato il relatore, che ha anche passato in rassegna alcuni tra i progetti respinti nel corso degli anni.

Dalle idee di un Da Vinci musealizzato all’interno dell’Arsenale, in stretta sinergia con il Museo tecnico navale, alla proposta di una sistemazione in Calata Paita (“I 3mila metri necessari per il Da Vinci vanno evidentemente a interferire con altri progetti edificatori”), senza dimenticare i progetti per collocare il sommergibile in semigalleggiamento al Mirabello, naufragati perché cozzavano uno con le esigenze della Marina e l’altro con quelle delle motopesca. Infine Nascetti ha colto l’occasione per ricordare gli scomparsi Giovanni Marquet ed Eugenio Laudini, “anime del progetto di musealizzazione del Da Vinci fin dall’inizio”.

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