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In rettilineo e in città, ecco l’identikit dell’incidente tipo

I dati Istat parlano di un'impennata dei mortali nel 2015, con costi sociali elevatissimi.

Incidente nella galleria di Biassa

Nel 2015 si sono verificati in Liguria 8.415 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 89 persone e il ferimento di altre 10.633. Rispetto al 2014, si registrano un leggero aumento degli incidenti (+0,3%) e la stabilità del numero dei feriti, in controtendenza con le variazioni rilevate per l’intero Paese (rispettivamente, -1,4% e -1,7%). Di contro, il numero delle vittime della strada aumenta decisamente da 58 a 89 decessi (+53,5%).
Sono i dati forniti dall’Istat sull’incidentalità stradale. Alla Spezia si sono registrati in particolare 747 sinistri con 10 vittime e 976 feriti; nel 2014 erano stati 809 gli incienti con 4 morti e 1.079 feriti. Crescono dunque i decessi (+150%) e diminuiscono i feriti (-7,7%). Dei 578 incidenti avvenuti sulle strade urbane della provincia spezzina, la maggior parte di verifica in rettilineo (283) piuttosto che ad un incrocio (145) o ad un’intersezione (83). Dato questo che è ancora più accentuato sulle extraurbane: 91 dei 169 incidenti totali avviene su un tratto di strada dritto contro i 50 in curva.

E’ l’A10, che serve la Riviera di Ponente, è l’autostrada con il maggior numero di incidenti (269), di decessi (7) e di feriti (447) e presenta valori largamente superiori anche alla SS 1 (via Aurelia) che percorre la costa dell’intera regione. Il maggior numero di incidenti (7.214, l’85,7% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 58 morti (65,2% del totale) e 8.824 feriti (83,0%). In Liguria, rispetto all’anno precedente, i sinistri aumentano dello 0,4% in ambito urbano e del 7,4% sulle strade extraurbane mentre diminuiscono del 5,9% sulle autostrade. Gli incidenti più gravi continuano ad avvenire sulle strade extraurbane (3,1 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (2,1).
Il terzo e il quarto Programma d’azione europeo per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011-2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale con una particolare attenzione, nel decennio in corso, agli utenti vulnerabili. La regione Liguria si posiziona tra quelle in cui il calo è stato inferiore alla media nazionale. Rispetto al 2001, nel 2015 il numero di vittime della strada si sono ridotte del 48,6% contro il -51,7% della media Italia, mentre fra il 2010 e il 2015 (primo periodo di attuazione del Quarto programma) vi è stato un aumento del 6,0% (-16,7% in Italia). Sempre fra 2010 e 2015 l’indice di mortalità sul territorio regionale è passato da 0,9 a 1,1 deceduti ogni 100 incidenti, quello medio nazionale da 1,9 a 2,0.

In Liguria, nel 2015, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) deceduti in incidente stradale è superiore alla media nazionale (52,8%, contro 45,6) con una differenza più ampia per la fascia degli anziani (Liguria 40,4%, Italia 31,7%). Guardando invece gli utenti vulnerabili secondo il ruolo che essi hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni) il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) misurato nella regione è superiore a quello nazionale (65,2% contro 50,5%). Inoltre, negli ultimi cinque anni (2010- 2015) l’incidenza di pedoni deceduti è cresciuta molto di più in Liguria (da 16,7% a 23,6%) che nella media del Paese (da 15,1% a 17,6%).
I costi sociali degli incidenti stradali quantificano gli oneri economici che, a diverso titolo, gravano sulla società a seguito delle conseguenze di un incidente stradale. Nel 2015, il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in circa 17,5 miliardi di euro per l’intero territorio nazionale – 288,1 euro pro capite – e in circa 675 milioni di euro – 428,1 euro pro capite – in Liguria. La Liguria incide per il 3,9% sul totale nazionale e registra il costo pro-capite più elevato.

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