LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
La proposta

Il Comune pensa a vele fonoisolanti e sensori contro i rumori da movida

Brogi e Medusei al lavoro su un'intesa con i locali per mettere in atto contromisure che riducano i decibel nelle serate del fine settimana. L'esposto presentato da alcuni residenti del grattacielo di Galleria Goito mette fretta all'amministrazione.

Import 2020

Le calde serate di questo agosto spezzino scorrono tranquille nel centro cittadino. Anche troppo. La partenza tardiva della programmazione dell’Estate spezzina si unisce al nuovo appeal che Lerici sembra aver recuperato nei confronti della gioventù sprugolina e il risultato porta a eventi poco partecipati (come i primi che hanno preso il via alla Pinetina, ma la situazione sembra in miglioramento e dal 18 agosto inizieranno a salire sul palco i grandi nomi) e a un calo delle presenze che appare generalizzato nei locali del centro storico.
Le cose cambiano nel corso dei fine settimana: quelle del venerdì e del sabato restano serate di “movida” e sono sufficienti per far correre ai ripari Palazzo Civico, che sta cercando di portare a termine un percorso di concertazione con i locali del centro per mettere in pratica accorgimenti e comportamenti che facciano dormire sonni più tranquilli a quei residenti dall’esposto facile.

A giugno, infatti, in Comune è stato protocollato il reclamo di alcuni abitanti e gli agenti della Polizia municipale hanno iniziato a effettuare una serie di rilevamenti sonori.
“E’ stato redatto un corposo dossier con rilevamenti acustici – spiega l’assessore alle Attività produttive, Lorenzo Brogi – all’interno del quale emerge che nelle serate del fine settimana si sfora la soglia dei 70”. Questo in una parte della città che è classificata come zona A, all’interno della quale (come nelle vicinanze di ospedali e case di cura) il limite massimo consentito sarebbe di 45. Un livello che non può oggettivamente essere mantenuto, in nessun momento della giornata.
L’obiettivo dell’amministrazione è dunque quello di smorzare al massimo il rumore provocato dalle centinaia di ragazzi (ed ex ragazzi) che frequentano il centro cittadino, che tutti o quasi vorrebbero vivo e frequentato, ma nel quale, secondo una normativa ormai datata, non dovrebbe volare una mosca.

La spada di Damocle dell’esposto sta portando l’amministrazione a spingere sull’acceleratore per trovare le contromisure a uno sforamento così abbondante dei limiti. Nel mirino c’è l’area delimitata da Via Mazzolani, Via Unione, Via del Prione, Via Magenta, Piazza Beverini e Corso Cavour: quelle che si trovano nei dintorni del grattacielo di Galleria Goito, dal quale è partito il reclamo, e nelle quali sorgono locali come Kandinsky, Distrò, Loggia de’ Banchi, Trei Canti, il nuovissimo Joy’s Club, Safarà e, poche decine di metri più in là, in Via Sapri, l’Olandese volante.
“Non vogliamo in alcun modo limitare la possibilità di lavorare per i locali né per gli spezzini e i turisti di divertirsi alla sera – prosegue Brogi, insieme al collega Gianmarco Medusei, assessore alla Sicurezza – e dunque è nostra intenzione evitare misure restrittive che impongano orari di chiusura anticipata o divieti di somministrazione, per questo stiamo portando avanti un percorso di confronto insieme ai gestori. Il nostro obiettivo è ridurre le emissioni sonore per conciliare le attività produttive e con il diritto al riposo degli abitanti”.
Il cammino è iniziato da tempo e ora è giunto al punto di una proposta di protocollo di intesa che contiene alcune misure avanzate dai titolari stessi e altre messe sul tavolo dall’amministrazione.
Tra queste ultime rientra l’ipotesi di predisposizione, a spese degli esercenti, di “isole acustiche” nelle zone di pertinenza e adiacenti ai locali attraverso l’installazione di pannelli o vele fonoisolanti.
“Si tratta di sistemi che vengono comunemente utilizzati negli interni – continua Brogi – e che si possono collocare anche all’esterno, realizzati in materiali appositi. La spesa per i gestori? Stiamo attendendo le risposte ad alcune richieste di preventivo, ma si tratta di costi sostenibili”.
Le vele comparirebbero anche negli spazi pubblici che non sono di pertinenza dei locali, a spese dell’amministrazione.
A queste si affiancherebbero telecamere di sorveglianza nelle vicinanze dei locali e sistemi di rilevamento immediato che si illuminano al superamento dei limiti acustici, avvisando così gli avventori o i capannelli di persone che si soffermano nelle vie e nelle piazze (ritenuti da alcuni il problema più concreto) che è il caso di abbassare i toni o di cambiare aria. Una misura, quest’ultima, suggerita dai gestori, così come quella di prevedere la presenza di un presidio e mezzi sanitari (Croce rossa o Pubblica assistenza) il sabato sera nel cuore del centro storico.
Contestualmente il Comune si impegnerebbe a creare una campagna di informazione con cartellonistica e materiale illustrativo sulle norme di buona condotta, regole, controlli e prevenzione, mentre all’interno degli esercizi pubblici dovrebbero essere installati avvisi e indicazioni sulle norme di comportamento e convivenza civile, con tanto di informativa sulle sanzioni previste per il disturbo della quiete pubblica e la violazione delle leggi a tutela dell’igiene e del patrimonio artistico, culturale e ambientale.

“Si tratta di una proposta di accordo – sottolinea Brogi – sulla quale attendiamo le osservazioni dei titolari dei locali. E’ nostro compito cercare un equilibrio che renda possibile la convivenza di residenti, avventori e gestori, ma lo vogliamo fare tenendo come guida i concetti di concertazione e conciliazione, senza scontri o imposizioni per nessuno. Per questo valutiamo anche la possibilità di intraprendere un percorso amministrativo per contribuire anche economicamente alla messa in pratica dell’intesa che sarà raggiunta”.

Più informazioni