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Gli ex deportati ai ragazzi: "Attenti alle espressioni di intolleranza di oggi"

Ieri al "Cardarelli" gli studenti hanno incontrato i reduci dai campi di concentramento Mirella Stanzione e Gilberto Salmoni: "Nella prigionia abbiamo perso anche la Fede in Dio".

Mirella Stanzione e Gilberto Salmoni con l'ex deportato spezzino Sauro Costa

“Questi temi sembrano lontani dal tempo, si ha difficoltà a sentirli reali ma ritengo necessario parlarne visto che oggi nella società civile si manifestano espressioni di intolleranza, di razzismo e di insofferenza verso il “diverso”. Tendenze verso soluzioni autoritarie che rappresentano i germi di regimi che hanno portato alla guerra”. Mirella Stanzione, spezzina di nascita e reduce dal campo di concentramento femminile di Ravensbruck, si è rivolta così ieri a studenti e docenti dell’istituto superiore “Cardarelli” della Spezia e delle scuole secondarie di primo grado di Vezzano e del Favaro che hanno partecipato all’iniziativa “Testimoni dell’abisso”, inserita nel programma della Giornata della memoria. Al suo fianco nell’auditorium di Montepertico il genovese Gilberto Salmoni, ha invece portato l’altrettanto drammatica esperienza vissuta nel campo di Buchenwald. Un incontro quello organizzato dall’istituto in collaborazione con Archivi della Resistenza, che ha così permesso ai ragazzi di ascoltare direttamente dalle voci dei sopravvissuti il racconto delle atrocità naziste che hanno segnato il Novecento. “A nome della città ringrazio di cuore Stanzione e Salmoni – ha detto in apertura il vicesindaco Ruggia – per l’impegno che mettono nella sensibilizzazione sul tema della memoria e per tutto quello che hanno fatto. La nostra città – ha proseguito – ha dato molto alla guerra di Liberazione fatta da partigiani, operai e sacerdoti e dobbiamo essere orgogliosi delle medaglie sul nostro gonfalone che rappresentano un condensato della nostra storia migliore. Parlano di una città dignitosa e gentile, protagonista nella storia sui temi dell’accoglienza e della solidarietà”.

Una vicenda tutta ligure e spezzina quella dei due ospiti – come evidenziato dopo l’introduzione della dirigente scolastica da Doriana Ferrato di Aned ed Alessio Giananti di Archivi della Resistenza – che oggi continuano a ripercorrere viaggiando per l’Italia e incontrando i ragazzi non solo per il giorno della memoria. “Le SS arrestarono me e mia madre per motivi politici perché mio fratello era partigiano – ha detto Stanzione – viaggiammo per sei giorni su un carro bestiame e arrivammo nel campo per sole donne e bambini dove furono internate più di 125mila persone e nacquero circa 870 bimbi. La presenza di mia madre mi ha aiutata a sopravvivere e oggi tutto quello che conservo è il triangolo di stoffa rossa da prigioniera politica con il numero 77415. La vita nel lager mi ha portato a rimuovere alcuni particolari e ricordi ma nonostante l’opera di disumanizzazione che abbiamo subito ho cercato di sopravvivere. Su questa tragedia che ha causato milioni di morti e per noi tanta sofferenza, sono stati sollevati dubbi altamente offensivi, per voi oggi deve essere invece un’occasione di stimolo ed approfondimento”.
Stanzione condivise la prigionia con altre concittadine come Bianca Paganini e la sua storia compare nel libro “Le donne di Ravensbr?ck. Testimonianze di deportate politiche italiane” (Einaudi, 1978) a cura di Lidia Beccaria Rolfi e Anna Maria Bruzzone e nel dvd “Le rose di Ravensbr?ck – Storie di deportate italiane” (2006) a cura di Ambra Laurenzi che ieri l’ha accompagnata nell’incontro.

Salmoni venne invece arrestato con la famiglia mentre cercava di sfuggire alla persecuzione antiebraica superando il confine con la Svizzera. Fu deportato a Buchenwald con il fratello, mentre padre, madre e sorella furono uccisi ad Auschwitz. “Oggi possiamo tenere incontri di questo tipo – ha sottolineato rivolgendosi ai ragazzi – ma quando avevo la vostra età le persone dovevano stare attente a quello che dicevano in pubblico. Oggi viviamo in piena libertà ma allora c’erano le dittature in Italia e in Germania era difficile esprimere un’opinione. Pensate che ciascuno di voi poteva essere perseguitato per qualche motivo. La libertà di cui godete oggi è un grande regalo che vi hanno fatto coloro che hanno combattuto per essa. Le condizioni nel campo di Buchenwald – ha proseguito – erano di lavori forzati e sofferenza, non esistevano speranze di sopravvivenza”.
Nel corso della mattinata – conclusa dalla musica di Luca Lanzi e Francesco Moneti de “La casa del vento” – entrambi hanno poi avuto modo di dialogare con gli studenti. Una risposta in particolare ad una domanda ha riassunto l’esperienza dei lager: “La Fede religiosa? Prima andavo in chiesa – ha concluso Stanzione – dopo l’esperienza nel lager non ce l’ho più fatta”.

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