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Cinque Terre, nessun numero chiuso: "E’ una gestione controllata"

I turisti saranno invitati a evitare i borghi e i sentieri con più calca, per una visita più gradevole. E nessuno sarà respinto. Intanto Berrino ufficializza: "Cinque Terre Express al via il 26 marzo". Ma la Comunità del Parco chiede alcuni ritocchi.

Vernazza piena di turisti

Una doccia tiepidina, se non proprio fredda. E’ questo l’effetto della lettera inviata alla Comunità del Parco delle Cinque Terre dall’assessore al Turismo e ai Trasporti della Regione, Giovanni Berrino, e letta quest’oggi dal presidente Emanuele Moggia in apertura della seduta nel corso della quale è stato affrontato, ancora una volta, il tema della metropolitana leggera, battezzata “Cinque Terre Express”. Tramite la missiva l’esponente della giunta Toti ha relazionato i rappresentanti delle istituzioni locali rispetto a quelle che saranno le caratteristiche del servizio (come anticipato da CDS qui): tariffa turistica di 4 euro per qualunque tratta dal mattino alla sera (tra le 7.55 e le 18.55 dalla Spezia, e tra le 8.35 e le 19.55 da Levanto), fatta eccezione per i residenti dei Comuni di Levanto, Monterosso, Vernazza, Riomaggiore e La Spezia, che continueranno a pagare quanto oggi. Il biglietto giornaliero viene fissato al prezzo di 10 euro, mentre nelle fasce orarie precedenti e successive al transito dei treni ogni mezz’ora tra La Spezia Migliarina e Levanto tutti continueranno a pagare secondo le tariffe attuali.
L’avvio del servizio Cinque Terre Express è fissato nella giornata di sabato 26 marzo, vigilia di Pasqua.
Per quanto riguarda le modifiche richieste dai sindaci, dal Parco e dalle associazioni del territorio Berrino fa sapere che sono state valutate tecnicamente non accoglibili nel breve periodo.

Dalla Comunità del Parco si è però elevata una voce unitaria per chiedere alcune modifiche in extermis. Nel documento si rileva prima di tutto che la Regione non ha accolto nessuna delle proposte di sindaci e Parco e si chiede con forza che la tariffa turistica non venga applicata anche nei confronti di chi alle Cinque Terre si reca per lavoro (sono numerosissimi coloro che partono dalla Spezia, ad esempio, per andare a lavorare in ristoranti e alberghi) e per mantenere orti e vigneti di proprietà. Inoltre sarà chiesto che non venga istituito il ticket giornaliero a 10 euro, ma che si vada a ricomprendere nella Card del Parco, unico strumento per portare risorse certe sul territorio.

Altro tema caldo, caldissimo, è quello del cosiddetto “numero chiuso”, una definizione giornalistica che ha messo in allarme i tour operator di mezzo mondo e che, nonostante le spiegazioni e le rassicurazioni fornite a più riprese dal presidente del Parco Vittorio Alessandro (complice anche il tam tam incontrollabile sui social network) continua ad essere utilizzata anche da testate liguri, che dovrebbero avere le idee un po’ più chiare rispetto a quelle dei colleghi dell’Est europeo o dell’emisfero australe.
“Bisogna identificare il rapporto tra contenitore e contenuto – ribadisce a CDS Alessandro -. Possiamo dire che un contenitore, come è il territorio delle Cinque Terre, sia in grado di accogliere qualsiasi cosa, senza considerare il principio dell’impenetrabilità dei corpi, e andare avanti così. E’ sotto gli occhi di tutti, ed è rivendicato anche da molti come un merito, il fatto che i turisti siano in forte aumento, anche a causa dell’incremento degli scali crocieristici. Le cose sono cambiate negli ultimi anni e credo si debba fare qualcosa. Non abbiamo preso nessuna decisione, nessun provvedimento di chiusura nei confronti dei turisti: abbiamo posto un problema, perché i tempi sono maturi. Non si può più fare turismo in emergenza, con logiche da Protezione civile, occorre maggiore razionalità e rispetto delle esigenze di questo territorio, anche attraverso un turismo che rispetti i valori etici dell’ambiente e dei residenti. Questa è l’opportunità che il Parco, ritenuto da molti un kamikaze, ha voluto dare a questo splendido angolo di Liguria. I più attenti hanno capito: il problema c’è e non è solo alle Cinque Terre, ma in altre destinazioni turistiche italiane prese d’assalto in determinati periodi dell’anno. Stiamo ponendoci come laboratorio per affrontare questa questione di vitale importanza, per il turismo e, nel nostro caso, anche per l’ambiente. Tant’è che ad aprile esporrò il tema agli Stati generali del ministero”.

Durante la riunione della Comunità del Parco il direttore, Patrizio Scarpellini, ha spiegato ancora una volta che di numero chiuso non si tratta.
“Abbiamo avviato una fase di studio dei flussi, per valutare la pressione antropica sui sentieri e capire quale gestione dei flussi applicare sul territorio per evitare calca e ingorghi, che si trasformano in situazioni poco gradevoli per gli stessi turisti, se non addirittura di pericolo. Quando un museo è già pieno – ha detto Scarpellini portando un esempio – non fanno entrare nuovi visitatori sinché non esce qualcun altro. E’ questo il concetto: non intendiamo respingere nessuno, semmai indirizzare verso le zone di volta in volta meno frequentate e più godibili. Tramite le card online cercheremo di avere un quadro della saturazione dei vari borghi in tempo reale, per comunicare in diretta che in quella fascia oraria è meglio, per esempio, andare a Vernazza, invece che a Manarola. E lo stesso vale per i sentieri: se in un determinato momento su un segmento della rete ci sono troppi escursionisti è inutile farne andare altri, non avrebbe senso e potrebbe essere pericoloso. Quindi per qualche minuto verranno stoppati gli ingressi in quel, riaprendoli non appena ce ne saranno le condizioni. Si tratta di una gestione controllata, da effettuare nella maniera più razionale possibile. Nessuno ha mai pensato ad un numero chiuso, ci mancherebbe. Da oggi, piuttosto, si comincerà a capire da dove arrivano i flussi turistici, se dalle crociere, con i treni, con i traghetti… Tramite il point crociere e attraverso le guide potremo fornire le comunicazioni, per evitare che i turisti se ne vadano col pessimo ricordo di un borgo o di una stazione ferroviaria in cui è impossibile muoversi e vedere qualsiasi cosa. Le Cinque Terre sono una land art, un museo a cielo aperto da visitare con accortezza e tranquillità”.

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