La Spezia - Numeri, numeri e ancora numeri. Ieri sera a Roma si sono contati quelli a disposizione del premier Giuseppe Conte e della maggioranza giallorossa per rimanere al governo del Paese. Ma da quasi un anno gli italiani si sono abituati a tenere il conto di cifre che hanno ben altro significato. I bollettini quotidiani relativi all'andamento dell'epidemia da coronavirus riportano come un terrificante mantra i nuovi positivi, i casi attualmente attivi, gli ospedalizzati, i pazienti in Terapia intensiva e i decessi dei pazienti Covid-19 positivi. Per brevità molte fonti sintetizzano il concetto con "morti" e spesso questo comporta discussioni sull'effettiva incidenza del coronavirus nei decessi. Quando addirittura non si ha a che fare con chi ha il coraggio di negare l'esistenza del virus stesso.
In realtà il numero esatto dei decessi direttamente ascrivibili al Covid-19 non è chiaro a nessuno (da lì la dicitura ministeriale e sanitaria): da una parte c'è chi pensa che si stia esagerando e che la pandemia non c'entri nulla con molte delle morti delle persone che vengono conteggiate nei bollettini, dall'altro c'è chi sostiene che le autorità possano essere spinte a non attribuire al coronavirus una parte dei decessi per mostrare una maggiore capacità nella gestione dell'emergenza.
Quale che sia la verità, una cosa è certa: i decessi nel 2020 sono decisamente aumentati, e solamente una parte di questi è inserita nelle tabelle del coronavirus.
A livello nazionale, sebbene la malattia abbia colpito molto di più al Nord che al Sud, l'aumento delle morti rispetto al 2019 è stato pari a 85.624 ma per il ministero della Salute "solamente" 55.576 sono collegate al virus. Come si spiegano, dunque, i 30.048 deceduti in più? Si tratta di vittime ascrivibili al coronavirus non tamponate o risultate erroneamente negative? Oppure il comparto sanitario, travolto dall'emergenza, non è più stato in grado di prendersi cura di tumori o patologie cardiache con la dovuta attenzione?
Concentrando lo sguardo sulle cifre spezzine i valori cambiano, ma non le percentuali. Confrontando i dati Istat sulla mortalità riferiti ai mesi compresi tra marzo e novembre 2020 (l'ultimo disponibile, sotto forma di stima) e la media calcolata tra il 2015 e il 2019 si hanno molte conferme del quadro visto a livello italiano.
Negli anni precedenti al 2020 nei nove mesi presi in considerazione erano decedute 2.182 persone sul territorio provinciale, mentre l'anno scorso i decessi sono stati 2.584 (clicca qui per scaricare il file). L'aumento della mortalità, quindi, c'è stato ed è importante, pari al 18,4 per cento. La differenza tra un ideale anno senza Covid-19 e il 2020 è di 402 defunti, ma di questi Asl 5 a fine novembre ne collegava solamente 240 al coronavirus. Dunque scatta lo stesso dubbio: come si spiegano le altre 162 morti, che equivalgono al 40 per cento di quelle registrate in più rispetto agli anni precedenti?
Una domanda che riguarda la provincia spezzina, ma, come l'Italia, anche la Liguria. Se nello Spezzino dove l'aumento della mortalità è stato del 23 per cento e dove solamente il 66 per cento di questa eccedenza è connesso al virus.