La Spezia - "Piazza Spallanzani, per il suo valore storico e paesaggistico e per la sua destinazione alla fruizione collettiva sia un elemento fondamentale del patrimonio identitario non solo della comunità locale ma dell’intera umanità". Questo il primo punto messo in evidenza nella lettera indirizzata all'Unesco e firmata da comitati e associazioni ambientaliste sulla vicenda di Piazza San Pietro, dopo la missiva inviata anche al Mibact.
In quest'altra missiva associazioni e comitati mettono in evidenza altri cinque punti nei quali precisano che: ""Con questa alienazione verrà modificata la viabilità millenaria interna al borgo di Porto Venere chiudendo l’accesso diretto da via Colonna, il “carruggio alto”, a via Vittoria e quindi alla Piazza Spallanzani - proseguono -. Questa modifica della viabilità pedonale renderà più lungo e difficoltoso per i residenti e i turisti l’accesso alla Grotta Byron e che con questa modifica della viabilità e la privatizzazione della porzione di terreno verrà irrimediabilmente alienato il triplice affaccio su Palmaria, sulla chiesetta paleocristiana e sulla grotta Arpaia, detta di Byron. Inoltre, trattandosi di beni pubblici, patrimonio identitario di Porto Venere, parti di territorio che sono addirittura patrimonio dell’Umanità, non sia accettabile come motivazione alla vendita “essendo pervenuta una manifestazione di interesse”, D.G. 158/2020. Infine, proprio in virtù della natura dei beni la questione debba essere trattata con il massimo coinvolgimento dei cittadini e dibattito pubblico".
La lettera è stata inviata nei giorni scorsi e hanno rinnovato il proprio grido d'allarme perché a loro dire, in base alle scelte del Comune, è come se un pezzo di Piazza San Pietro fosse stata messa in vendita.
"La scelta politica di alienare per sempre dal patrimonio un tratto di pubblica percorrenza - scrivono -, che appartiene all' impianto urbano originale del borgo è stata e continua ad essere da noi giudicata inaccettabile".
"Le Associazioni e i Comitati firmatari - conclude la nota -, per tutti questi motivi chiedono che l’Unesco, in virtù del proprio ruolo, eserciti appieno la funzione di verifica e controllo di mantenimento delle condizioni che hanno valso l’inserimento nel Sito del borgo di Porto Venere.
I firmatari della lettera sono: associazioni Palmaria, Posidonia Porto Venere, i comitati del Levante cittadino, No Biodigestore Saliceti, Piazza Verdi, Sarzana, che Botta!, Comitato Spontaneo per la tutela del territorio, Salviamo il paesaggio, Camogli Comitato Vallesanta – Levanto, Vivere bene la Macchia, GraspTheFuture Laboratorio Palmaria, Italia Nostra Spezia, Legambiente con i circoli La Spezia, Lerici e Valdimagra, Movimento Palmaria SI Masterplan NO, MuratiVivi Marola, LIPU La Spezia, Portoveneretvb, Pro Loco Palmaria, V.A.S. La Spezia e WWF Liguria.
(foto: repertorio)