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"ci si accorge solo adesso della carenza?"

Adesso si fermano anche gli infermieri: "Eroi dimenticati, rispolverati quando serve"

Il sindacato Nursing Up ha proclamato lo sciopero nazionale: per l'intera giornata del 2 novembre incroceranno le braccia.

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“Ci hanno chiamato eroi, ma il governo non ha fatto nulla per evitare che si arrivasse a questo gesto estremo: le nostre giuste rivendicazioni continuano ad essere ignorate dalla politica”. Per questo motivo il sindacato Nursing Up ha proclamato lo sciopero nazionale ed il 2 novembre per 24 ore infermieri italiani e professionisti sanitari incroceranno le braccia. “I dati dei contagi in questa seconda ondata, l’iper afflusso ai Pronto Soccorso, il numero di contagiati tra gli operatori sanitari, le difficili condizioni di lavoro: molte di queste cose – spiega Enrico Boccone segretario del Nursing Up Liguria – sarebbero state evitabili se avessero ascoltato il nostro grido d’aiuto e le nostre proposte. Invece il quadro a cui assistiamo a oltre sette mesi dall’inzio della pandemia è ben diverso, complici l’assenza di investimenti su politiche del personale, mancanza totale diadeguamento contrattuale, nessun coinvolgimento nelle scelte di tipo organizzativo. Per non parlare della mancanza di politica di assistenza territoriale che avrebbe permesso di assistere molti pazienti a domicilio, che si vedono invece obbligati a recarsi in ospedale intasando i servizi di primo soccorso e costringendo alla
chiusura di reparti ordinari, trasformati, come nella prima ondata della pandemia, in reparti covid.

“Le nostre richieste – prosegue Boccone – non sono fantasiose, ma di buon senso: maggiore coinvolgimento nelle scelte
organizzative, un’area autonoma di contrattazione con relativo adeguamento del nostro stipendio (agli ultimi posti nei Paesi europei), maggiore sicurezza sul lavoro, il riconoscimento della malattia professionale, assunzioni con contratti a tempo indeterminato”. Tutte cose che secondo il sindacato dovrebbero già essere state attuate da anni in un Sistema Sanitario Nazionale, che, già prima della pandemia, lamentava la carenza di circa 30000 infermieri. “A fronte di tutto ciò, echeggia l’assordante silenzio del Governo alle richieste o le fantasiose proposte di governatori, che dimostrano la totale mancanza di rispetto nei confronti di una categoria che continua ancora adesso a pagare un prezzo altissimo in termini di vite e di colleghi contagiati. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, infatti, rende note le sue ricette per affrontare la crisi di questi giorni come “assumere infermieri anche se non hanno ancora completato il corso di studi con iscrizione all’Ordine” ed ancora “dare la possibilità di trasferire agli operatori sanitari le funzioni più semplici della professione infermieristica”. Forse Toti si farebbe operare da un chirurgo che non ha ancora completato la specializzazione? O forse si affiderebbe ad uno studente di legge, invece che ad un avvocato?
Gli infermieri continuano a svolgere mansioni che dovrebbero essere svolte dalle figure di supporto, con un enorme spreco di tempo ed energie. Non bisogna dimenticare, presidente Toti, che l’8 di giugno, mentre gli infermieri manifestavano sotto al Palazzo della Regione per chiedere rispetto per la loro professione (e con una richiesta di incontro arrivata sul suo tavolo circa 10 giorni prima), che Lei postava su Facebook una foto sorridente con un piatto di pesce alla Spezia. Tra un piatto di gnocchi al pesto ed un pesce al forno, le consiglio di farsi un giro nei pronto soccorso in queste ore, per vedere la disperazione negli occhi di pazienti costretti ad attendere anche tre o più giorni in una barella e quella dei colleghi, stremati fisicamente e psicologicamente dalle difficili condizioni di lavoro nonché dal dover guardare la morte negli occhi tutti i giorni”.

“In una mail indirizzata ai Direttori Generali delle varie Aziende Ospedaliere ed Asl liguri, il dott. Locatelli, direttore
di Alisa, invita a sospendere ferie e permessi al personale sanitario in caso di emergenza, forse dimenticandosi che già erano state sospese durante la prima ondata ed in molti casi mai fatte recuperare. Ci si accorge solo adesso della carenza di infermieri? Quando in tempi non sospetti invocavamo assunzioni a tempo indeterminato, perché non siamo stati ascoltati? Ci rendiamo perfettamente conto della criticità del momento e ci scusiamo con i cittadini per i disservizi dovuti al nostro sciopero, ma non abbiamo alternative, nonostante le tante manifestazioni in tutta Italia, nonostante la grande manifestazione svoltasi a Roma il 15 ottobre, il Governo e le Regioni, sono rimasti sordi al nostro grido di aiuto, purtroppo non ci resta che questa strada. Scioperiamo oggi per una migliore sanità domani. Centinaia di migliaia di prestazioni infermieristiche, verranno a mancare in quella giornata e ci auguriamo che, tutti i politici che ci hanno chiamati “eroi”, inizino a considerarci come professionisti e a rispettarci come tali”.

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