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"Un euro speso in vaccini ne fa risparmiare sette"

Al contrattacco contro le bufale sulla "punturina". Il Comune potrebbe vietare l'iscrizione al nido ai non vaccinati, l'Asl5 già informa le coppie in attesa, la Regione cercherà le famiglie negligenti una a una. "Ma nessuna psicosi meningite".

La dottoressa Stefania Artioli

“Per eliminare il panico servono cultura e informazione. Quanti per esempio sanno che i due fattori che hanno maggiormente ridotto la mortalità negli ultimi decenni sono la potabilizzazione dell’acqua e i vaccini?”. Se lo chiede la dottoressa Stefania Artioli, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Asl 5 Spezzino, e lo chiede soprattutto al centinaio di persone che affollano il Centro Allende per un convegno su quello che uno degli argomenti più discussi alla Spezia negli ultimi dieci giorni. Da quando una meningite da meningococco di tipo C si è portata via Gennaro Canfora a soli 25 anni, in città è una corsa all’iniezione.
Ma prima di quella, o quantomeno di pari passo, ci vuole conoscenza. L’unica arma per fugare la psicosi che in alcuni cittadini è dilagata senza un vero motivo. “Se analizziamo i dati d’incidenza della meningite nel 2016 siamo parliamo di 0.28 casi per centomila abitanti, in calo rispetto all’anno prima – spiega Artioli – Ma certo oggi se ne parla molto perché fa notizia, perché anche solo una vita umana persa non è mai poco. Ma sia chiaro: non esiste nessun focolaio epidemico da noi a differenza di quello che sta succedendo in Toscana. Ci preoccupiamo del meningococco e non dell’influenza o dello pneumococco che fanno 8mila vittime all’anno”.

Era stato organizzato già da tempo il convegno del Centro Allende, ben prima che la cronaca arrivasse a renderlo così attuale. dietro il tavolo dei relatori anche Roberto Carloni dell’Azienda ligure per la sanità, Francesco Maddalo, direttore del Dipartimento prevenzione dell’Asl 5, Annalisa Neviani dell’associazione “Io vaccino” e il consigliere comunale Enrico Conti. La preoccupazione per il calo della copertura, alla Spezia come in tutta Italia, non è di oggi per le istituzioni. In negativo hanno pesato le bufale circolare sui social network. Una su tutte: le vaccinazioni di massa sono un business solo per le cause farmaceutiche. “I dati ci dicono che ogni euro investito in vaccini ne fa risparmiare sette al sistema sanitario nazionale”, contraddice la dottoressa Artioli.
“Sabato scorso anche i centralini del comune erano intasati dalle telefonate e dai dubbi dei cittadini – confida l’assessore Mauro Bornia, che ha introdotto l’incontro – e ciò dimostra come ci sia bisogno di informazione sul tema. É un problema culturale, reso serio dal proliferare di bufale e informazioni fuorvianti apparse sui social network e non solo. Lo stesso Beppe Grillo ha presentato nei suoi spettacoli la campagna per i vaccini come un business per le case farmaceutiche”.
E allora si muovono adesso anche le amministrazioni, sia il Comune della Spezia che la Regione Liguria. Per il primo, una mozione passata recentemente in consiglio punta a creare una norma che vieti l’iscrizione all’asilo nido per quei che bambini che non siano in pari con la copertura, sulla scorta di quanto avviene in Emilia Romagna e in Toscana. Ma perché si è arrivati a questo punto? “Senz’altro la scomparsa di malattie gravi come polio, difterite e vaiolo ha fatto scemare la percezione dell’importanza del tema, non solo nei cittadini ma negli stessi operatori sanitari che certe malattie non le hanno mai viste – spiega la dottoressa Paola Tosca del consultorio – E poi non abbiamo contrastato a dovere i gruppi antivaccinisti nati a partire dagli anni Ottanta”.

Se da un lato Palazzo Civico ragiona su un divieto, dall’altro l’Asl lavora già da tempo sulla coscienza dei cittadini in un momento molto delicato e ricettivo. Quello in cui le coppie partecipano ai corsi prenatale. “Arrivano nuovi genitori già prevenuti nei confronti dei vaccini – ilustra la dottoressa Tosca – A loro spiego le malattie che questi possono prevenire, una per una. E come alcune di esse, come la pertosse che ha un decorso il più delle volte banale, se contratta nei primi due anni di vita può condurre alla morte del neonato”.
Infine toccherà alla Regione, in cooperazione con l’Azienda ligure per la sanità. La risposta sarà nel censimento dei non vaccinati grazie all’anagrafe; ai genitori dei bambini non coperti verranno inviate fino a tre lettere per ricordargli le scadenze. Il passo successivo sarà un colloquio diretto con le famiglie al termine del quale o ci sarà l’adesione alle vaccinazioni oppure una firma che sancirà il dissenso. Un dissenso, a quel punto, quantomeno informato da uno scienziato e non dalla saggezza popolare di Facebook.

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