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Restano due tappe di street food

"Basta consorzi, mercati domenicali con operatori locali". "Ma non più di due"

Nuovo confronto tra l'amministrazione comunale e le associazioni di categoria sul tema delle iniziative mercatali straordinarie: dal posizionamento alla programmazione, numerosi temi di dibattito in futuro.

Mercato di Forte dei Marmi

Quando si parla di commercio, a Palazzo civico, si finisce quasi sempre per aggiornare l’incontro a una volta successiva. Come nell’ultima seduta della terza commissione, anche nel tardo pomeriggio di oggi si è arrivati in un batter d’occhio alle 20, orario in cui il Comune chiude i battenti senza riuscire a concludere la discussione. Tanto le associazioni di categoria, quanto l’assessore Lorenzo Brogi saranno così nuovamente invitati a relazionare i commissari. Al centro del dibattito non ci saranno più i rapporti e le differenti visioni su quel che è stato, in particolar modo per quel che riguarda i tre mercatini domenicali in Via Chiodo, ma le mosse da compiere nell’immediato futuro, in vista della revisione dei Piani del commercio e dell’organizzazione di eventi nel corso del 2019.

E’ stato questo d’altronde il concetto espresso sin da subito, per bocca di Cesare Arioli, presidente di Fida Confcommercio.
“Vogliamo capire come il Comune sì vorrà muovere in futuro. Bisogna tutelare ambulanti e commercianti fissi ed eventi come quelli che si sono svolti con il coinvolgimento dei consorzi provenienti da fuori città ci hanno danneggiato. L’amministrazione si è mossa per i fatti suoi, e questo non ci è piaciuto, ma ora vogliamo guardare avanti”.
“Non ha senso chiudere il cancello quando i buoi sono scappati – ha aggiunto Franco Ferdani, responsabile degli ambulanti di Cna -. Nella vicenda dell’aumento della Cosap e in questa dei mercati domenicali abbiamo commesso degli errori. Sono convinto che possiamo imparare qualcosa da questa vicenda: abbiamo cercato di stoppare queste iniziative, ma alla fine nessuno si è mosso, nessuno si è preso la briga di farsi sentire”.
Anche per Fabrizio Capellini, di Confesercenti, la discussione sulle iniziative era ormai tardiva. “Sarebbe stato utile discuterne prima. Mi auguro che questo avverrà in vista del nuovo Piano del commercio su aree pubbliche di cui stiamo discutendo da tre anni e per quello che riguarda il commercio stanziale. Attendiamo una proposta anche per il programma delle iniziative del 2019, prima di poterci esprimere. Di certo il proliferare di manifestazioni su aree pubbliche, che alla Spezia si è comunque realizzato entro i confini delle normative, a differenza di quello che accade a Sarzana, dal nostro punti di vista rappresenta un problema perché già esistono i mercati settimanali che hanno diritto di operare con concessioni che sono l’unico diritto, l’unico bene che gli ambulanti hanno in mano. Bisogna evitarne lo svilimento e per questo siamo per limitare la quantità di questi appuntamenti e per gestirli in maniera diversa provando a coinvolgere gli ambulanti settimanali, con una regia che sia in parte pubblica, magari emanando bandi che prevedano una parte degli stalli per loro. Fermo restando che gli operatori a posto fisso vedono in buona parte con diffidenza queste iniziative”.
“Serve un criterio – ha esordito Sabrina Canese, per Confcommercio -. Il fatto che ci fossero manifestazioni a cavallo o vicine temporalmente ad altre presenti a livello provinciale è stato un danno enorme. Se proprio si vogliono fare questi eventi siano strutturati in un altro modo. Per esempio il fatto che si siano svolti in Via Chiodo, nelle domeniche in cui c’erano i crocieristi, ha creato un tappo: sarebbe meglio distribuire le bancarelle in zone differenti. E comunque credo che queste iniziative non debbano essere più di due all’anno”.

La presidente della commissione Maria Grazia Frijia ha ricordato il momento difficile per il commercio in generale e per quello spezzino in particolare, caratterizzato da una forte concorrenza. Quindi ha dato la parola all’assessore Brogi.
“In questo periodo stiamo lavorando in parallelo con le associazioni di categoria. Entro fine novembre dobbiamo presentare alla Regione il calendario delle iniziative per il 2019. Ci siamo incontrati e abbiamo il parere favorevole delle associazioni: quella dei consorzi era una formula sperimentale, per il prossimo anno il bando per il mercato qualità sarà rivolto ai singoli ambulanti. Nel frattempo cercheremo di riqualificare il Venerdì, ma non sarà semplice: è un mercato ormai disorganico, con banchi di qualità e altri che ne hanno decisamente meno, per dinamiche che sono indipendenti dai voleri dell’amministrazione. I furgoni tenda hanno portato negli anni al restringimento della corsia per le auto e i banchi stanno occupando spazi più ampi di quanto previsto da un bando che è ormai molto datato. Così abbiamo abbiamo pensato di deflazionarlo proponendo un mercato nuovo che abbia crismi di tutela dei nostri mercatari e anche una selezione della merceologia. Ma prima di tutto dobbiamo definire i criteri. Per quanto riguarda le iniziative di street food ci limiteremo a due e lontane dal centro, in Piazza Fregosi e Piazza Brin. Restano invece la festa della birra e la festa sport. La coincidenza di date è stata un errore che non rifaremo in futuro”, ha garantito Brogi.

“Quando avete deciso questi eventi, a cosa pensavate? Il danno era prevedibile – ha dichiarato la commissaria Donatella Del Turco, del Movimento cinque stelle -. Dovremmo cercare di aiutare il commercio con parcheggi o trasporti gratuiti. Bisogna premiare i nostri negozianti, non danneggiarli chiamandone da fuori”.
Fabio Cenerini, per Forza Italia – Toti ha sostenuto che “una programmazione e una distribuzione migliore avrebbero aiutato”, ma ha anche domandato quale sia l’effettiva presenza spezzina nei mercati settimanali. “Circa il 20 per cento dei gestori risiede nella provincia spezzina”, hanno spiegato Brogi e la dirigente Laura Niggi.
Massimo Lombardi, di Spezia bene comune, si è rivolto ai rappresentanti delle associazioni di categoria, chiedendo loro quali potrebbero essere le agevolazioni per i commercianti .da parte del Comune, mentre Federica Pecunia, per il Partito democratico ha sostenuto che “servirebbero una programmazione più a lungo termine, che consenta anche di capire quanti Civ possono effettivamente sorgere, un Piano regionale che consideri le differenze tra le zone commerciali e lo sviluppo di tutta una serie di temi collegati al commercio, come il trasporto pubblico. Da parte dell’amministrazione manca una visione in questo senso”, ha concluso.
“I Civ servono ai negozianti, non al Comune, per poter organizzati eventi che abbiano una caratura che animi le vicinanze dei negozi che compongono il Civ. Il centro storico non è uno unicum, non possiamo organizzare eventi che soddisfino completamente una via, figurarsi cinque o sei baricentri, quanti ne abbiamo in città”, ha detto Brogi in risposta.
Il socialista Paolo Manfredini ha ribadito che “se di sperimentazione si parlava, bisogna prendere atto che è fallita. Sui temi della partecipazione e della condivisione – ha chiesto – quali strumenti servono alle associazioni?”.
“In termini di affluenza non c’è stato un fallimento – ha replicato Brogi -, semmai un successo. E questo è la riprova che creare un mercato domenicale con la presenza di operatori locali avrebbe un buon riscontro”.

A chiudere i lavori, per la serata, è stato Capellini.
“Per la concertazione possiamo dire che il sindaco si è preso l’impegno di istituire un tavolo con cadenza bimensile per parlare delle questioni che riguardano il commercio. Inoltre riteniamo che possa essere utile mantenere il rapporto con la commissione. Sul fronte del sostegno alla categoria credo che per il commercio a sede fissa sia arrivato momento di prevedere sgravi fiscali e tributari per chi si impegna con aperture domenicali e festive e per il prolungamento degli orari. Per gli ambulanti settimanali potrebbe essere molto utile fare più promozione, con l’aiuto del Comune, anche utilizzando le risorse della tassa di soggiorno. C’è un bacino turistico ampio da cui si potrebbe attingere”.

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