Quella di sabato contro il Padova è stata l’ennesima partita condizionata dagli episodi. Chiaro che se Migliore al 94′ avesse fatto gol tutti avrebbero parlato di una grandissima rimonta fatta di cuore, voglia e avrebbe portato tutti quanti a sognare di nuovo. Invece Mazzoni ha fatto un ottimo intervento e i commenti cambiano ma d’altro canto il calcio e’bello anche per questo.
Io la partita l’ho rivista ieri sera con calma perché sabato ero in viaggio per Sorrento col Tuttocuoio. Quindi sapevo già risultato, analisi e critiche, ma ero curioso di vedere l’atteggiamento e il modulo dello Spezia. Sinceramente ad oggi tanto pessimista non sono, poi ognuno di voi la può pensare in maniera diversa. Mangia schiera un 4-3-1-2 mentre Serena torna al Picco con un 4-4-2. Il modulo dello Spezia permette di avere la superiorità numerica in mezzo al campo e di avere un trequartista che in teoria e’sempre solo di ricevere palla; al tempo stesso un dispositivo del genere può creare sofferenza sulle corsie laterali dove la squadra si trova in inferiorità numerica se le mezze ali non aiutano i due terzini.
Lo Spezia e’ partito bene e già al terzo minuto poteva essere in vantaggio se Giannetti avesse inquadra la porta. Poi però arriva molto presto il gol del Padova: punizione battuta da Moretti a metà campo, Magnusson la spizzica e la palla arriva in un canale di mezzo tra Datkovic e Leali, Rocchi e’ più sveglio di tutti e fa gol. Da qui in poi lo Spezia va in crisi: passaggi e giocate semplici sbagliate ingenuamente, giocatori in ritardo sulle seconde palle e poca cattiveria nei contrasti. Emblematico il raddoppio del Padova: punizione dalla trequarti all’altezza della panchina ospite, lo Spezia difende in linea con sei giocatori contro quattro del Padova. Mentre Moretti parte da 15 metri fuori area, Benedetti fa blocco al primo uomo a zona che è Sammarco, permettendo all’ex di presentarsi da solo davanti a Leali. Prendere gol da una situazione di così semplice lettura denota la poca tranquillità dei giocatori in maglia bianca. Ma prima di andare negli spogliatoi c’è pure il tempo di vedere una traversa di Pasquato e un gol mangiato da Rocchi. Diciamo che poteva essere una catastrofe e che e’ andata bene.
Mangia nella ripresa si gioca la carta Ebagua e al terzo minuto grande inserimento sulla destra di Baldanzeddu e cross pennellato per Giannetti che fa un gran gol. La squadra inizia a spingere, Serena si copre e infatti gli spazi sono pochi: però Migliore e Baldanzeddu iniziano a spingere molto di più e a tentare si fruttare le abilità aeree degli attaccanti. Gol annullato per fuorigioco millimetrico a Bellomo, poi Mangia sostituisce Baldanzeddu per Orsic: il giovane croato e’ entrato benissimo riuscendo a saltare spesso l’uomo e a mettere ottime palle come in occasione del pareggio di Ebagua. Appunto il pareggio dopo un’azione bellissima partita dalla verticalizzazione di Gentsoglou per Bellomo che dialoga di prima con Giannnetti, palla in fascia per Orsic che crossa per Ebagua. La nota stonata? Direi la non esultanza di Ebagua…come si fa a non esultare quando sotto di due gol pareggi al 90′? Sinceramente non conosco le motivazioni però non e’ un bel segnale. Poi al 94′ miracolo di Mazzoni su Migliore.
Secondo me, risultato a parte, con il 4-3-1-2, Giannetti ed Ebagua davanti, lo Spezia può far bene. Ma attenzione: si deve giocare con un atteggiamento da serie B, dove non sempre si può pensare al giocar bene, al fraseggio, a partire con l’azione da dietro, palla a terra. Serve concretezza, cattiveria agonistica, quella che ti permette di arrivare prima sulle seconde palle, uno degli aspetti cruciali del calcio moderno. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: recuperato un punto sull’ottavo posto, venerdì sera a Cesena due assenze importanti come Schiattarella e soprattutto Seymour che forse in questo momento e’ uno dei pochi ad interpretare perfettamente il giocatore che a Spezia piace di più.