- La memoria è per tutti il filo rosso che ci accompagna per tutta la vita. Ognuno tende a custodirla prima di tutto dentro di sé ma più spesso affida (affidava) a un diario più o meno intimo segreti e ricordi legati a una data, ad un luogo, a un evento, ad una persona. Oggi, con la tecnologia entrata nella vita quotidiana, è ancor più facile, anzi automatico, lasciare segni del nostro passaggio e immagini che prima o poi torneranno a galla per la gioia (o la tristezza) di chi ne è stato protagonista.
Tutto questo, dunque, rientra nella storia dell’uomo da quello più antico a quello più vicino a noi. C’è però un’altra “moda” che ultimamente si è imposta in maniera dilagante: quella dei tatuaggi. Un tempo riservata a categorie ben individuabili (marinai, soprattutto), oggi sembra aver superato tutti i confini sociali, diventando una specie di “status symbol” sventolato come bandiera di non si sa quale immaginario paese.
Escludendo quei tipi che amano ricoprire tutto il corpo con tatuaggi che vanno oltre i limiti del buon senso, molti non riescono a sottrarsi a quella specie di richiamo ancestrale (per non dire altro). Far sapere al mondo come si è fatti fuori tende forse a far capire anche come si è fatti dentro? Ne dubitiamo. Soprattutto perché non si tiene conto della “tenuta”, nel tempo, di una passione che, come tutte le passioni, è destinata inevitabilmente a scemare. Se poi questa passione viene sbandierata per mettere in risalto un amore vero, fatto di sentimento, beh, allora è anche peggio. Perché, come capita spesso, finito un amore ne comincia un altro e a quel punto la povera “vittima” è costretta a farsi cancellare (mettiamo da un braccio) il nome del fortunato numero uno (o due, o tre) e farsi incidere quello successivo.
Voi direte: sono fatti suoi, chissenefrega. D’accordo, ma siccome si tratta generalmente di personaggi pubblici (particolarmente del mondo dello spettacolo) diventano senza volerlo testimonial di un messaggio non proprio positivo. Finché il tatuaggio resta in un ambito personale, anche intimo, allora si tratta di una scelta che va non solo accettata ma anche ammirata.
Di fronte a un fenomeno di queste dimensioni, quindi, viene spontaneo rilevare gli eccessi che, al di là dell’ambito privato, rischiano di procurare un effetto domino difficile da controllare. Perché l’impulso dei giovanissimi a ripetere tipi di comportamento come questo trova campo libero e non sempre la famiglia è in grado di fronteggiare certe problematiche.
Rimane comunque il problema di fondo. Quali sono le motivazioni di fondo che spingono tante persone a “segnare” il proprio corpo con simboli e messaggi rivolti spesso a misteriosi “corrispondenti”?
Saranno anche belli, certi disegni, e sottili certi messaggi ma non si capisce cosa spinga certi “autori” a intraprendere una carriera di “postini dell’anima” che aspettano sempre la risposta ai propri messaggi. Giusto il tempo per rendersi conto che la vita è fatta anche d’altro.