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Il sabato del Miraggio

La bellezza

di Salvatore Di Cicco

Mostra "the perfect soldier"

La bellezza, per ciascuno di noi, ha senso quando entra nella nostra anima e ne modella le forme. La bellezza che di solito intendiamo col senso comune passa atrraverso gli occhi che ne misurano e valutano il grado anche a seconda del grado di intelligenza e di cultura di ciascuno.
Ci sono però parametri diversi, che si rifanno a schemi e gusti personali che non tengono tanto conto della “misura” di questa o quella bellezza ma nascono spontaneamente nel cuore e nell’anima della singola persona. Chiamerei questo tipo di bellezza una bellezza “semplice”.
Potremmo parlare, in questo caso, di bellezza delle cose ma anche di bellezza delle persone. Semplicità delle cose, dunque, ma anche semplicità delle persone.
La semplicità delle cose si manifesta senza manifestazioni plateali. Al contrario, sembra quasi nascondersi nelle cose stesse, non per un senso di pudore ma perché la sua stessa natura le impedisce di mostrare le sue caratteristiche.
La bellezza delle cose semplici va perciò cercata e scovata come una pepita d’oro. A volte si cerca a lungo, inutilmente, e altre volte appare quasi per incanto, quando meno uno se l’aspetta.
La civiltà dei consumi ci ha spinti finora a cercare lontano da noi il piacere di cose belle, attraenti, che sicuramente ne hanno tutte le caratteristiche ma che mancano di un elemento basilare per un loro godimento profondo: il ripetersi di quella bellezza (e quindi di quel piacere) che nella sua continuità regala un piacere sottile ma costante, senza soluzione di continuità.
La bellezza delle cose semplici, al contrario, mostra tutta la sua profondità proprio perché vive appartata e senza che nessuno la indichi agli altri come imperdibile oggetto del desiderio.
Questa condizione rende fortunato l’uomo che scopre e gode in prima persona il piacere di quella presenza. Cosa che per altri, forse, non ha la stessa importanza e che invece rende la vita molto più gradevole di quanto si possa pensare.
Coltivare un piccolo orto, creare con le proprie mani un oggetto o ripararlo senza l’aiuto di altri;?scoprire il meccanismo di un macchinario o risolvere un problema con le proprie capacità;?godere lo spettacolo della natura, dall’alba al tramonto e da una stagione all’altra o assistere alla vita che nasce: queste e tante altre occasioni simili fanno la bellezza delle cose semplici.
Queste, soprattutto, sono le cose che aiutano l’uomo a capire il mondo che lo circonda. Un mondo sicuramente non sempre bello e idilliaco ma che contiene in sé tutto quel che serve per scoprirne la bellezza intrinseca. Una bellezza che non è solo quella eclatante e clamorosa dei paesaggi mozzafiato o delle grandi opere d’arte ma anche delle piccole cose quotidiane di cui spesso ci dimentichiamo, trascinati dal vortice dai mille richiami della società dei consumi.
La bellezza delle cose semplici (così come quella delle persone semplici) ha un fascino nascosto, discreto, ma sicuramente più profondo perché radicato nella natura delle cose umane. Scoprire (o riscoprire) questa bellezza può aiutare a superare momenti di crisi come quello che viviamo e tornare a guardare il mondo con un pizzico di ottimismo in più, tanto quanto basta per non cadere in depressione.