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Il sabato del Miraggio

Il Sabato del Miraggio – Il recinto dei pensieri

di Salvatore Di Cicco

Pensieri

Ognuno di noi vive e opera in un recinto di idee e di pensieri che si formano, evolvono e si definiscono nel corso di un’esistenza. Di tanto in tanto appare il desiderio di evadere, di andare oltre quel recinto. Sogni, progetti, ambizioni formano il bagaglio di questi “viaggi” che ci vedono tornare a volte felici ma molto spesso delusi perché le attese sono più forti delle reali possibilità che abbiamo a disposizione.
Questa immagine, solo in apparenza fanciullesca e non realistica, serve invece a capire come e quanto siamo legati a schemi prefissati che a noi sembrano basilari e che spesso, invece, ci impediscono di dialogare con profitto col nostro prossimo. Perché qui sta il punto della questione: nell’incapacità di dare senso e misura alle nostre idee in rapporto a quelle degli altri. Il che non vuol dire che di fronte ai problemi di ogni giorno dobbiamo essere passivi e ricettivi nei confronti delle opinioni altrui ma che dobbiamo convincerci, una volta per tutte, che non siamo soli al mondo (e del resto la prospettiva non aiuterebbe molto) ma che noi siamo quello che siamo anche perché altri hanno fatto strada a noi e noi facciamo strada a quelli che vengono dopo di noi.
Partendo da questa premessa, ci sembra perciò interessante riflettere sulle tante storture che tormentano la vita sociale, economica e politica di oggi. Quello che accade in ogni angolo del mondo ma da noi in particolare, insegna che l’egoismo e l’interesse particolare supera abbondantemente il reciproco bisogno di aiuto o quanto meno di comprensione. Ogni premessa, ogni prospettiva si scontra con interessi di parte che non aiutano ad affrontare i problemi ma, al contrario, ne impediscono un corretto approccio e una soddisfacente soluzione.
I casi più eclatanti, o¬vviamente, sono quelli della politica:?un mondo nel quale non è facile capire dove finisce l’interesse privato e comincia quello pubblico, che pure dovrebbe essere predominante. Lo spettacolo al quale assistiamo tutti i giorni non è dei più edificanti ma è anche vero che, scendendo scendendo, si arriva a percepire la stessa sensazione di nauseabo alto. Non è difficile notare, anzi, che a tutti i livelli lo sfrenato individualismo che ci attanaglia non aiuta a fare quello che andrebbe fatto, cioè un bel po’ di pulizia morale e non solo morale.
Il tessuto sociale, inquinato in maniera insopportabile da questo “liquame” che come in un sistema di vasi comunicanti procede dall’alto in basso e viceversa, ne risulta non solo devastato in molti punti ma rischia di deturpare tutto il quadro di una situazione a dir poco allarmante.
Cercare (e trovare) una soluzione a questo stato di cose non sarà facile. Per troppo nda aria irrespirabile. Il segno del degrado, infatti, non va trovato solo intempo abbiamo ascoltato promesse e proclami che non hanno lasciato il segno, se non quello dell’abitudine a sopportare tutto e di più. Per questo le prospettive non appaiono incoraggianti. Viviamo tempi grami, ma quello che più preoccupa è la tenuta morale di un popolo al quale non è servita la lezione della storia, forse perché si rifiuta di imparare.

Salvatore Di Cicco