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Il sabato del Miraggio

Ambizione e presunzione

di Salvatore Di Cicco

scheletro

L’ambizione è un desiderio, comprensibile, legato al successo personale e, di conseguenza, causa di invidie, gelosie e di quell’insieme di sentimenti che vedono coinvolte le persone giorno dopo giorno.
Vedere, quindi, una persona che aspira legittimamente ad un ruolo di rilievo nella società appare cosa più che lecita e per certi versi auspicabile. Una sana “concorrenza” aiuta a migliorare la qualità del gruppo sociale in cui si vive e questo appare quindi come inevitabile prezzo al progresso della comunità.
Quando però l’ambizione rischia di trasformarsi in presunzione allora le cose cambiano. Cambiano perché cambia l’ottica con cui guardiamo la realtà. Se infatti comprendiamo e anzi sosteniamo la giusta ambizione di chi pensa di poter salire più in alto degli altri per proprio merito o per condizioni particolari, non si può dire lo stesso di chi presume (e spesso pretende) di valere più dei suoi simili e cerca in tutte le maniere di far prevalere la sua posizione.
In questo caso, infatti, si creano subito due “fazioni”: quella di chi appoggia senza condizioni le pretese dell’ambizioso-presuntuoso e quella di chi, al contrario, non sopporta che si proceda in quella direzione. Potremmo dire che le due fazioni hanno tutte le ragioni per difendere le proprie tesi e che comunque il risultato non cambierebbe.
Ecco, qui ci sarebbe da notare qualcosa. Innanzi tutto se chi appoggia l’ambizioso lo fa per libera scelta oppure per un suo recondito interesse. Se anchi chi lo contrasta non abbia a sua volta obiettivi ancora da scoprire. Insomma, si ripete anche in questi casi la perenne lotta tra il bene e il male, dove il primo sta sempre dalla parte di chi si propone e il secondo sta sempre dall’altra parte, quella avversa.
Il campo dove questa “lotta” appare più evidente è quello della politica. Non c’è bisogno di far nomi perché ognuno conosce qualcuno che in questo ambiente si muove e opera in funzione delle proprie (legittime) ambizioni ma anche, molto spesso, con lo scopo principale di ottenere un utile dalla posizione di volta in volta occupato.
Ora, qui si tratta di vedere fino a qual punto la liceità di certi comportamenti viene rispettata, soprattutto in funzione del bene pubblico. Sì, perché gira e rigira, sempre lì si va a finire. Cioè in quel coacervo di proclami e promesse che spesso ingannano la buona fede del cittadino, convinto che qualcuno si prenderà a cuore i suoi problemi. Nella maggior parte dei casi, invece, si tratta di puro e semplice “furto” della buona fede (oltre che del voto). Una storia che si ripete e nessuno scandalo riesce a far cambiare direzione a tale andazzo. Insomma, facciamocene una ragione.
Ambizione e presunzione, insomma, vanno a braccetto. Nessuno si meraviglia più di nulla. L’unica soddisfazione, si fa per dire, è che molti di questi personaggi, al di là dei miseri vantaggi economici, non salgono neppure uno scalino nella considerazione sociale. Proprio come recita un detto popolare, secondo il quale la presunzione “partita a cavallo, è tornata a piedi”. Avanti il prossimo e buon viaggio!

SALVATORE DI CICCO