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Il Cielo sopra La Spezia

Il Cielo sopra Cds: Grazie Subsonica

Un vice direttore sul palco

Sono circa le ventuno, non risponde al telefono e non si vede ancora. Il pubblico sta entrando ed il primo gruppo spalla sta per iniziare, mentre dietro l’immenso palco i gradoni della Curva Ferrovia si contendono gli ultimi spicchi di luce del tramonto, creando giochi cromatici tra il rosso ed il giallo, sino al bianco. Richiamo. Niente, non mi risponde. L’ansia cresce.
Lui è il nostro uomo, stasera. Il Prescelto. Il Front Man. La Voce di CDS. Non può mancare.
La musica aumenta, insieme all’energia del pubblico. Il gruppo supporter non è male. Pestano duro. Squilla il cellulare. E’ lui. Finalmente!
Sono alla porta, vieni a prendermi.
Bene, battito cardiaco e respiro si normalizzano.

Solo lui. Solo lui, il grande AGP, può presentarsi al Picco per leggere un comunicato sullo Spezia, per lo Spezia, con una maglietta su cui giganteggia la scritta SARZANA.
Stralunato, gli occhi gonfi di tensione. Ride nervoso, a scatti, e si porta una mano sullo stomaco. In fondo, che vuoi che sia, leggere un comunicato di due minuti davanti a tremila fans scatenati che non aspettano altro che i loro idoli!
Mi sto cagando addosso. E’ la frase più ricorrente nei primi dieci minuti. La pronuncia con la bocca impastata, ma non è ubriaco. E’ solo fifa. Allora ci penso io. Quattro birre in un quarto d’ora, ed intanto intorno a noi il mondo si fa scuro.
Ci portiamo nel backstage (dietro il palco, ignoranti!), mentre il secondo gruppo supporter è già a metà esibizione. Più loffi dei primi, questi. Ma ad un primo ascolto, per carità, magari sfondano e glielo auguriamo.

Lì dietro è tutto un via vai di tecnici, passano come schegge, trafelati. E’ sempre così, i tecnici sono sempre trafelati ed ansiosissimi, come se ogni volta l’impianto luci stesse per scoppiare ed il palco per sprofondare da un momento all’altro.
Passa Samuel dei Subsonica. Concentrato e teso, avanti indietro con l’Ipod ben saldo alle orecchie, senza soluzione di continuità. Sembra quasi spaesato, intimorito. Chissà cosa gli frulla nel cervello in quei momenti. Chissà che musica ascolta prima di salire sul palco.
Prima di fare la sua, di musica.
Passa il loro Tour Manager. Un gigante, simpatico e gentile. E’ tifosissimo del Rimini, me lo ha detto nel pomeriggio. Si ferma davanti a noi e ci guarda, sopratutto AGP, che nel frattempo si è sciolto un poco grazie alle birre ed ha lo sguardo ancora più allampanato. Poi, fissa per un istante la curva alle nostre spalle e, con voce ferma e bassa, ci dice:
“Io questa Curva la conosco bene, l’ho sempre vista piena. E’ bellissima. Lasciatevelo dire da uno che qui al Picco ha preso anche le sassate.”

Il secondo gruppo spalla ha finito. Escono dal palco quasi spinti via dai tecnici, in overdose d’adrenalina da inizio del concerto vero e proprio. Ai Subsonica mancano cinque minuti.
E’ il turno di AGP.
E’ immobile, accanto a me. Sguardo terreo, perso nel vuoto. Non fa in tempo a finire la frase della sera (mi sto cagando addosso, NDR) perché lo spingo letteralmente sul palco.
Non voglio guardare, sono teso quanto lui. Mi nascondo dietro ad una montagna di amplificatori ed aspetto di sentire la sua voce.

Dapprima è un po’ incerta, quasi sommersa dal frastuono del pubblico. A poco a poco, aumenta di livello e d’intensità, le parole escono scandite e chiare, come se fosse una performance a metà tra un comizio elettorale ed un monologo teatrale.
AGP c’è. E’ entrato nella parte. E’ nel suo. Istrione e guascone.
Il pubblico lo segue, si sente l’energia nell’aria. Li ha tutti in pugno.
Ancora un minuto, l’ultima parte, quella più “poetica”.
Ruffianissimo, la dice tutta di un fiato, però con le pause giuste ed in crescendo.
Sul finale “Forza Spezia, per sempre!” la folla regala un boato. Un’ovazione ad AGP.
Se n’accorge anche il Direttore, Armando Napoletano, che ha ascoltato tutto in diretta dal mio telefonino.

Dopo, sono immagini e ricordi confusi, accavallati gli uni sugli altri. AGP, Fabio Lugarini, Benedetto Marchese ed io, valente rappresentanza danzereccia della redazione di CDS in mezzo al pubblico. Le luci bellissime dei Subsonica. La loro musica, un tiro pazzesco, specialmente i bassi. La folla in delirio. AGP che si carica sulle spalle una ragazzina che vuole scattare delle foto. AGP che beve la dodicesima birra. AGP che poga. AGP che salta. AGP che se le canta tutte. AGP che guarda le donne. AGP che si perde tra il pubblico e non lo vedo più.

Per la cronaca, AGP è Alessandro Grasso Peroni e non ha mai sentito una canzone dei Subsonica in vita sua prima di questa fantastica ed indimenticabile serata.