LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

Il Cielo sopra La Spezia

138 amici, ed è solo l’inizio.

Copyright (C) 2007-2008 Core Customer Metric

Oggi ho 130 amici, ma domani ne avrò di più. E dopodomani ancora, ed ancora. Si può dire che ogni giorno trascorso qui reca un nuovo amico, e non sono arrivato da molto. Appena un mesetto. Alcuni li conosco già da tempo, ma non li sento da anni. E non ho molta voglia di parlarci, nemmeno adesso. Solo, me li tengo vicini, mi basta che ci siano. Tanto, non saprei cosa dire, di cosa parlare. E’ talmente tanto tempo che non ci vediamo e le nostre vite sono cambiate troppo, hanno preso direzioni differenti.
Molti di loro, quando si sono presentati, li ho riconosciuti subito, al volo. Altri, ho fatto un po’ fatica, ho dovuto concentrarmi bene sulla loro immagine. Alla fine, li ho accettati, anche mio malgrado. Quando una persona riaffiora improvvisamente dal tuo passato remoto, o la riconosci subito o fai fatica. In ogni caso, è uno shock. Perché tu credevi di averlo chiuso, quel capitolo, di avere smarrito tutte le tracce, cancellate.
Un altro file della vita resettato, che, inaspettato, si riapre, e ti scaraventa addosso tutto il suo contenuto. Se non altro, ti ricorda che il tempo trascorre inesorabile.
Praticamente, un virus.
Altri amici sono conoscenze recenti, anche molto ravvicinate a livello cronologico, e magari ci parlo ogni giorno, più volte il giorno. Perché sono brillanti, simpatici e mi fanno divertire.
C’è bisogno di ridere un poco, di questi tempi, come c’è bisogno di amici.

Ora ho 132 amici.
Detto, fatto: il tempo della scrittura ha coinciso con quello del flusso della vita.
Può accadere solo qui ed adesso, nella penombra di questa interzona, una terra di confine tra la realtà e la nostra coscienza. Un luogo in cui possiamo apparire anche diversi e migliori, ed inventarci le nostre colonne sonore. Offrire al nostro micro mondo immagini e pensieri, anche ritoccati. Album e parole che esaltano i momenti salienti delle nostre vite, annullando così quelli penosi. Come se fossimo tutti eroi, e più buoni, intelligenti, affabili, disponibili. Volendo, in questa sterminata comunità che vive e respira in sincrono, senza soluzione di continuità, è possibile conoscere e condividere idee ed opinioni, anche altre, diverse dalle nostre. Discutere, perorare, analizzare, viaggiare di sintesi e di confronto.
Quando ne abbiamo voglia, naturalmente, e tempo.
Altrimenti, è più facile, ed anche più divertente, sublimare nel cazzeggio. In fondo, dobbiamo già sforzarci di pensare, conoscere, reagire, decidere, agire nella nostra corsa quotidiana, che un piccolo angolo di cazzate non può farci che bene.
Tutto vero, sarebbe. Un piccolo particolare, però: la fuori c’è n’è una tale abbondanza di cazzate! Nella vita vera, intendo.

Ne sono arrivati altri 2. E così siamo a 134.
Che botta, oggi! E poi, ora che metto a fuoco, due esseri appartenenti al genere femminile.
Una vecchia fiamma con cui i rapporti sono rimasti freddi e formali per anni, chissà perché vuole riallacciare proprio qui ed ora. Forse, pensa che in un altro ambiente, in un mondo nuovo, qualcosa possa riaccendersi, o forse è stata attraversata da una crisi esistenziale con tanto di moto di nostalgia per i bei tempi andati. Ma perché pensare a me, allora? Non è che c’eravamo lasciati poi tanto bene, nel secolo scorso. O forse sì? Potrei chiederglielo facilmente, aprire uno dei tanti canali comunicativi e di relazione che questa comunità ci mette a disposizione, ma so già che non lo farò. O almeno, non per primo.
L’altra è una sconosciuta. Ma amica di amici, di amici, di amici. Evidentemente, vuole intrufolarsi nella mia vita, scavare nel mio profilo, visionare il puzzle delle mie immagini. Per fortuna, è carina. Un buon inizio. Dico così, per dire, solo per un astratto piacere estetico. Tra gli amici miei è presente anche mia moglie, e quindi può vedere tutto quello che avviene qui.
Con lei non posso nemmeno appellarmi alle regole della privacy, in famiglia non fanno testo, ed aggraverebbero solo la situazione, aumentando sospetti e diffidenze.
No, la trasparenza prima di tutto. Solo amiche, sono.
Farei bene invece a preoccuparmi dei numerosi mosconi che ronzano attorno alla mia dolce metà, invece, senza alcun riguardo per il sacro vincolo.

135!
Questo l’ho beccato durante una gita a Machu Picchu, un reportage degno del National Geographic. Non lo vedevo da anni, e non è cambiato molto. Sempre il solito coglione mitomane e presuntuoso. Grande soddisfazione: ha ricambiato la mia richiesta di amicizia dopo pochi secondi, aggiungendo anche un messaggio con saluti calorosi. E commentando da vero esperto il mio viaggio di nozze in Namibia esposto nella bacheca. C’è stato anche lui, anche se non si è spinto come noi sino ad Opuwo, la terra Himba ai confini con l’Angola. Condividiamo. Armonizziamo. Creiamo comunità. E’ bello condividere viaggi, situazioni, esperienze. Qui, in poco tempo e con poco sforzo, puoi passare da un party nelle colline toscane ad un trekking in Nepal, da una festa di laurea a Buenos Aires ad un tour nel deserto del Sud del Marocco, navigando tra le Bocche di Bonifacio ad Agosto, sorvolando un fiordo delle Fær Øer, per atterrare dolcemente tra gli skylines di Sidney.
Se sei fortunato, e un poco guardone, ti puoi facilmente imbattere ed immedesimarti in nascite, battesimi, cresime, comunioni, compleanni, feste di addio al celibato e nubilato, matrimoni, primi dentini, settimane bianche, ferragosti in barca, gite scolastiche dense di amarcord, zingarate tra amici, convention aziendali, eccetera, eccetera, eccetera.
Insomma, chi più ne ha, più ne metta.
Tutto quello che vuoi, in diretta, 24 ore su 24, dal grande palinsesto della Vite degli Altri.

136,137,138.
Per oggi è finita, ormai è molto tardi. Infatti, c’è poca gente attiva, quasi nessuno in giro. Anche se qualcuno sostiene che la vera vita di questa comunità si scatena proprio di notte, quando si trasforma in una sorta di Peyton Place o, per i più epici, in una mitologica Sodoma e Gomorra. Sarà, ma adesso ne vedo pochi in azione. Magari il bello inizia ancora più tardi, a notte fonda, il regno dei veri nottambuli, quelli di professione, che non crollano mai; non certo i fresconi come me, quelli che alle undici già combattono una guerra persa in partenza, contro il calare inesorabile della palpebra.
C’è giusto il tempo per le ultime missive, un piccolo aforisma, una citazione, una frase intelligente per far sapere a tutti quanto siamo fighi, unici ed irripetibili; un controllino sull’andamento delle decine di club e di gruppi a cui siamo iscritti, non si sa mai ci fossimo persi qualche evento dell’ultima ora, ed è proprio arrivato il momento di staccare la spina e salutare tutti.
Solo per qualche ora, però. Domani è un’altro giorno e tutto ri-inizierà, da capo. Come ogni giorno. Dannatamene e meravigliosamente uguale ad oggi, in questo spazio sospeso che ci consola.
Ci vediamo, amici miei. Su FaceBook, naturalmente!

Marco Ursano