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Politica

Messa in orario scolastico ogni 4 ottobre, è polemica a Lerici

Proposta del consigliere di maggioranza Manuela Mussi, insorge il circolo Uaar: "Uscita cabarettistica".

Lerici

Santa Messa il 4 ottobre in orario scolastico per salutare l’inizio dell’anno all’Istituto comprensivo di Lerici: questa la proposta che Manuela Mussi (Per Lerici e i suoi borghi), consigliere con delega a politiche giovanili e cooperazione internazionale, sottoporrà al consiglio comunale. Un’idea che fa già discutere e che la consigliere Mussi puntella con varie argomentazioni.

Nella mozione, sostiene che la costituzione “sancisce il diritto di ogni cittadino a professare privatamente e/o pubblicamente il proprio credo e che porta nella sua stessa stesura traccia di quella cattolicità che permea il nostro tessuto sociale in quanto parte integrante e determinante di ciò che siamo e delle istituzioni che abbiamo, in particolare di quella scolastica che nella chiesa cattolica ha trovato particolare sostegno già agli albori della sua storia”. La Mussi fa inoltre perso sul fatto che la maggior parte dei frequentanti la scuola sono di religione cattolica – lo desume dai numeri degli iscritti al catechismo -, spiegando inoltre che il 4 ottobre, festa di San Francesco, è stato dichiarato giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse. Sempre rifacendosi alla costituzione, la Mussi specifica che l’architrave del vivere civile italiano non è neutrale verso la religione, ma “assume una posizione garantista della libertà religiosa all’interno di una cornice di riferimento non più confessionale, ma pluralistica”.

Scontata l’ondata di malumori che la mossa della consigliera dell’ampia maggioranza consiliare lericina – insediatasi tuttavia a palazzo civico (in maniera pienamente legittima) con il voto di meno del 30% di chi è andato ai seggi lo scorso maggio – ha scatenato, con le prevedibili schermaglie sui social network.

Secondo lo Uaar spezzino, quanto sta accadendo a Lerici è un altro capitolo del “politically fantasy” dopo la richiesta, partita dal consigliere comunale spezzino Enrico Conti (Pd), di mettere i crocefissi in tribunale, in ossequio a una non superata circolare del governo fascista.

“A voler esser maliziosi – osserva Cesare Bisleri, portavoce del circolo spezzino degli atei, agnostici e razionalisti – verrebbe da pensare che nei consigli comunali, come in parlamento, ci sia bisogno ogni tanto di qualche uscita cabarettistica, per tenere alto il livello dell’attenzione, altrimenti catturata dalla sonnolenza o dagli smartphone, ma è più probabile che certi consiglieri siano in cerca di visibilità. La premessa della proposta del consigliere Lericino si appella ad un tradizionalistico bisogno di mantenere un rito, in quanto in voga, nientemeno, che dal 1948. Naturalmente, nella premessa c’è un chiaro e non casuale riferimento alla Costituzione, pubblicata proprio in quell’anno, ed alla sua compatibilità con ‘il diritto di ogni cittadino a professare privatamente e/o pubblicamente il proprio credo (art. 19)’. Continuando, il consigliere Mussi fa un personale elogio di uno spaccato della nostra società, a dire il vero un po’ retrò, esaltando l’importanza della religione cattolica, in quanto permeata nel nostro tessuto sociale e ‘parte integrante e determinante di ciò che siamo e delle Istituzione che abbiamo, in particolare di quella Scolastica che nella Chiesa cattolica ha trovato particolare sostegno già agli albori della sua storia’. A parte il fatto che la resistenza dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola moderna la si deve ancora al concordato, verrebbe da chiedersi se il consigliere Mussi si renda conto in che epoca stiamo vivendo, se si renda conto di quanto si sia trasformata la società e di quanto le comunità odierne debbano necessariamente includere e rispettare una pluralità di culture e di religioni, senza che una, solo perché privilegiata, venga imposta a tutti, come il cucchiaio di olio di ricino che fa tanto bene, senza peraltro curarsi minimamente dell’altrui pensiero.

A Bisleri poi non piace che la Mussi sostenga la sua proposta appellandosi alla maggioranza di bambini e ragazzi cattolici all’Istituto comprensivo lericino. “Un principio di maggioranza, – incalza – tra l’altro molto relativa, in virtù del quale ci si sente in diritto di discriminare ed imporre ciò che di fatto non è consentito, addirittura cercando il beneplacito delle istituzioni pubbliche. Il consigliere Mussi ignora, forse, che sono in forte calo gli studenti che si avvalgono dell’ora di religione a scuola e, nonostante ciò, aumentano gli insegnanti di religione, pagati dallo Stato ma gestiti dalla Chiesa, alla quale, peraltro, questi insegnanti devono essere devoti ed ubbidienti. A tanta attenzione e premura verso questa categoria docente, la cui tutela spinge addirittura a rifiutare un accorpamento delle classi per l’ora di religione, laddove risulterebbe più funzionale e meno dispendioso, non corrisponde però un’altrettanta premurosa attenzione all’obbligo delle scuole di garantire l’ora alternativa, obbligo spesso disatteso o mal gestito. Ci chiediamo quindi, perché il Consigliere Mussi non si prodiga in questo ambito per la garanzia di un diritto che è sancito dalle leggi e si impegna, invece, a perseguire un obiettivo non consentito, che implica un palese disprezzo al principio di una scuola laica? Non sarebbe sufficiente, e anche rispettoso nei confronti di una scuola laica, una semplice promozione della messa di inizio anno scolastico, da frequentarsi al di fuori dell’orario delle lezioni? O forse si teme che, altrimenti, andrebbe deserta?”.

Conclude la nota Uaar: “Nella nostra cultura locale e nazionale, si stanno radicando anche altre tradizioni e culti religiosi e quindi ci chiediamo, si adopererà con lo stesso impegno, il consigliere Mussi, per promuovere iniziative in favore di religioni emergenti o dirotterà sulla tutela del più ragionevole principio di laicità della scuola e quindi della sua neutralità rispetto a qualsiasi culto confessionale?”.

Il circolo Uaar della Spezia, quest’anno, dopo aver scritto una lettera agli uffici scolastici regionali invitandoli a sensibilizzare i direttori scolastici sul rispetto della laicità della scuola pubblica, ha rivolto un ulteriore esplicito appello anche a questi ultimi affinché venga rispettato tale principio. “L’Uaar, – ancora Bisleri – sempre disponibile al dialogo e a collaborare con il personale docente, sarà sempre attenta a questa situazione e pronta ad intervenire contrastando ogni tentativo di ingerenza, in difesa dei cittadini che rivendicano il loro diritto ad una scuola laica e neutrale”.

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