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Pugliola piange Tommy, arrivato dell’Emilia col suo carico di passione e allegria

Ermes Lasagni 'Tommy'

Pugliola piange Ermes Lasagni, meglio noto come Tommy, fedelissimo della squadra locale e riferimento per la vita sociale di un borgo in cui si era trasferito da vent’anni, arrivando dalla natia Emilia. Il ricordo di Gianni Badiale: “Quando gli amatori del Pugliola/Bellavista giocavano in trasferta, Tommy assieme a mio papà veniva in auto con me a seguire la squadra. Si presentava puntuale all’orario stabilito a Pugliola, con il cuscino da stadio del Bologna da mettere solo il sedere per stare più comodo e con il suo fedele bastone sul quale si appoggiava dato che zoppicava un pochino in seguito ad un incidente sul lavoro. Quindi via verso l’appuntamento con gli altri compagni di squadra e il mister al campo sportivo o al luogo di appuntamento prefissato. Ogni singolo componete della squadra salutava i nostri due “ultras” e con Tommaso scambiava qualche battuta visto la sua indole scherzosa e simpatica. Eugenio e Tommaso aspettavano il sabato per stare a contatto con i ragazzi della squadra, tifare e soffrire assieme a loro e molto spesso non mancavano le giuste proteste verso gli arbitri, con lamentele a voce alta. Un sabato a Falconara, quando si giocava in casa, e uno a Bagnone, Gravagna, Pontremoli, Zignago, Sesta Godano, Zeri, Calice, Gragnola, Tavernelle, Monti di Licciana, Ortonovo ecc… la distanza non faceva paura anche in ogni condizione climatica”.

“Tommy – prosegue il ricordo – era uno che di calcio ci capiva e nel viaggio di ritorno esaltava le prodezze di chi aveva giocato bene e “criticava” coloro che non avevano corso e che avevano giocato male, buttandoci in mezzo qualche sua battuta in emiliano, si perché lui era nato in Emilia. Con il sorriso sulle labbra diceva: ‘Uè… io sono di Novellara il paese dei Nomadi’. A inizi anni 2000 Tommaso con la moglie si erano trasferiti appunto dalla cittadina emiliana a Pugliola e grazie al suo carattere gioviale e solare si era integrato nel paese come se ci fosse nato e cresciuto. Era ben voluto da tutti, con chiunque lo incontrasse si fermava a scambiare una parola, una persona positiva che portava solo allegria e una ventata di buon umore”.

Lasagni aveva fatto parte del consiglio direttivo del Centro Sportivo Pugliola e durante le sagre estive era suo il ruolo di ‘cantiniere’, cioè colui incaricato di riempire le brocche di vino. “Tommy, due bianchi e uno rosso! …. sì, ma portami le caraffe che non ne ho più… e giù qualche parola in emiliano – ricorda ancora Badiale -. Tommaso, il cui vero nome nome era Ermes, ma fin da bambino lo avevano chiamato così, era quindi una colonna portante del volontariato nella preparazione e nello svolgimento delle sagre estive a Pugliola, famosi erano i suoi cocktail, ‘lo vuoi un Tommasin’ poi evolutosi in “TommaGin”. Il suo compleanno era il 12 agosto quindi in concomitanza con i 2/3 giorni di festa per il patrono San Lorenzo. Si aspettava la mezzanotte dell’undici quindi appena scattava il nuovo giorno, Tommaso, veniva portato sul palco e, a suon di ‘Romagna mia’ o ‘Io vagabondo’, gli si facevano gli auguri di buon compleanno, tra la sua contentezza e commozione. Con Tommaso se ne va l’allegria di una persona alla quale tutti hanno voluto bene, una persona sempre felice, pacifica spiritosa e gentile, sempre pronta alla battuta e allo scherzo, persona di altri tempi ma con vedute attuali. Personalmente, ora mi piace pensarti nell’aldilà seduto accanto a mio padre a guardare la nostra ‘partita’ della vita. Alla moglie Franca, alla figlia Tiziana le condoglianze del direttivo CS Pugliola, e dei ragazzi della squadra amatori”.

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