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Paese sotto choc

Crolla un pino in Piazza Bastreri, tragedia sfiorata

Alto 14 metri, era incluso tra quelli destinati all'abbattimento. Un secondo pino, anch'esso pericolante, sarà subito tagliato. Il sindaco Cozzani: "Basta polemiche su questo argomento. Meglio un albero abbattuto che un bambino morto".

Pino crollato in Piazza Bastreri

Un boato che ha svegliato residenti e turisti. Uno dei pini di Piazza Bastreri a Porto Venere è crollato al suolo durante la scorsa notte di allerta meteo. Troppo vecchie e deboli le radici per sopportare la mole dei suoi 14 metri di altezza con un tronco che alla base raggiungeva i 70 centimetri di circonferenza. La pioggia e il vento gli hanno dato il colpo di grazia, la fortuna ha voluto che quelle tonnellate di fronde e legno piombassero a terra in un momento in cui nella piazza, la porta di accesso al borgo vecchio, non c’era nessuno. “Poteva essere una tragedia. Quando sono arrivato sul posto e ho visto la scena ho rabbrividito”, commenta a caldo il sindaco Matteo Cozzani.
Di quell’albero così imponente eppure così fragile si era parlato anche nello scorso consiglio comunale. Le sue condizioni precarie erano conosciute da tempo, inserito nella “categoria D” dall’agronomo che lo aveva periziato, ovvero tra quelli a rischio crollo e destinato quindi all’abbattimento. Uno dei 38 presenti nel solo territorio del Comune di Porto Venere, tra cui il vicino che svetta sopra il dehors della Trattoria Tre Torri. “Finito di portare via il pino crollato questa notte, ci dedicheremo proprio al taglio di quello – annuncia Cozzani – In condizioni normali sarebbe rimasto in piedi ancora un anno magari, il problema è che il meteo cambia repentinamente ormai: nell’ultima settimana siamo passati dal caldo al freddo, al vento e alle piogge. Questo amplifica i pericoli e ci dice che non possiamo più perdere tempo. Sono stato denunciato alla magistratura dall’opposizione per aver disposto l’abbattimento d’urgenza dei pini di Fezzano che presentavano lo stesso pericolo. Spero che i fatti di oggi spingano tutti a smettere di fare lotta politica su una questione così seria”.

Avvertita la Soprintendenza, al lavoro dalla mattina ci sono i volontari della Protezione Civile e gli addetti di una ditta specializzata per sezionare il tronco e i rami e sgombrare la piazza. Cadendo, le radici hanno scalzato parte della pavimentazione della piazza che un tempo era il capolinea degli autobus e oggi un luogo di sosta per chi torna dal mare. Si lavoro sotto gli occhi di cittadini e curiosi, in paese non si parla d’altro. Il Comune ha prelevato dal fondo di somma urgenza per finanziare l’intervento: 3mila euro. Abbattere un pino e poi smaltirlo a norma di legge costa 1.500 euro all’ente. “E tra Porto Venere, Le Grazie e Fezzano ne abbiamo 240 – fa il conto il sindaco – In proporzione sono il doppio di quelli che sorgono a Roma, dove il problema è molto sentito. Ho fatto una richiesta danni per conto della Protezione Civile a seguito dell’allerta dell’anno scorso, servirebbe quasi un milione di euro per il taglio selettivo e la ripiantumazione di nuove essenze. Sono cifre gigantesche per noi”.
Dalla Spezia a Porto Venere, andare a toccare gli alberi significa attirare polemiche di associazioni e cittadini che temono di vedere il cemento sorgere dove un tempo c’era il verde. “Ma il problema va affrontato con logiche di tipo tecnico e agronomico – l’appello di Cozzani – L’agronomo che ha mappato i nostri pini ci ha detto chiaramente che alberi di questo tipo devono stare nei boschi e non sul mare e in un contesto urbano. I pini hanno radici superficiali, formano ampie chiome e competono tra di loro per lo spazio. Negli anni Sessanta e Settanta si è fatta questa scelta infelice perché non c’era un vera programmazione su basi scientifiche. Meglio un albero abbattuto che un bambino da piangere…”.

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