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San Terenzo, Conalpa: "Sei lecci non bastano, ecco quali altre piante servono"

Intervento di Conalpa, Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus

San Terenzo, restyling in corso alla Marina

Intervento di Conalpa, Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus

L’opera di “restyling” di Piazza Brusacà a San Terenzo continua e il fascino del borgo marinaro è offuscato dal cantiere a cielo aperto. Cancellata per sempre la pineta adesso si lavora per la realizzazione del discutibile progetto di riqualificazione. A nostro avviso, in questo progetto non si valorizzano i servizi ecosistemici degli alberi per dare massimo valore ai materiali di arredo. Il progetto parla della messa a dimora di solo 6 lecci al posto di una pineta che creava un paesaggio verdeggiante.

Assurdo pensare che un posto così affascinante debba privarsi di verde ornamentale. Piantare soltanto 6 alberi rischia di snaturare totalmente il valore paesaggistico e naturalistico di San Terenzo. Nelle fotografie di qualche settimana fà potevamo contemplare un paesaggio circondato dagli alberi, adesso il rischio è di vederlo dominato solo da pavimentazioni artistiche e arredi urbani. Il progetto, a nostro avviso, andrebbe rivisto con l’aggiunta di nuove alberature, per ricostruire un nuovo parco che possa donare ombra a turisti, bagnanti e attività commerciali presenti e abbellire la veduta del centro abitato.

Nelle principali motivazioni dell’abbattimento dei pini di piazza Brusacà si specifica che questi alberi vivevano su terreni non idonei, salmastri e poco profondi. La storia del paesaggio di San Terenzo ci racconta che fino agli anni 50 al posto della piazza c’era il mare. Il riempimento fu fatto a partire dagli anni 60-70, a seguire la piazza è diventata un ricovero per le barche. Infine la piazza è stata abbellita con la piantagione degli pini.

Come associazione desideriamo che San Terenzo torni ad essere un luogo ricco di verde. Pertanto vogliamo presentare una lista di piante che si possono utilizzare per riforestare la piazza. Il Quercus ilex è un albero ottimo per creare ombra e siepi frangivento e molto resistente. Sul primo fronte marino, come tutte le sclerofille mediterranee, il leccio tende ad arrestare la crescita in altezza per svilupparsi con chioma bassa e compatta. Il leccio è caratterizzato da una notevole capacità di adattamento, in natura può vivere a ridosso di ambienti marini, su scogliere, dune e ambienti sottoposti all’aerosol del mare. Ma solo questo albero non basta per abbellire San Terenzo.

La Tamarix gallica è un ottimo albero resistentissimo ai venti salsi e ai terreni salmastri, molto più del leccio, in grado di generare una certa ombra e non bisognosa di cure costanti. Ottima per siepi frangivento. Altro albero eccellente per queste condizioni è l’Eleagnus angustifolia, che cresce molto bene a ridosso del mare, capace di vivere in terreni salsi ed ottimo come albero frangivento. Anche il Pitosporum può crescere ottimo sul mare e creare siepi frangivento, comportandosi come piccolo albero o arbusto compatto. L’Hippopae Ramnoides o olivello spinoso è un piccolo albero capace di vivere in terreni salmastri e con ottima resistenza ai venti marini, cresce velocemente, di forma compatta, ed è utilizzato per siepi frangivento. La Melia azedarach è un altro albero di medie dimensioni molto resistente ed elegante nel portamento che riesce a vivere in ambienti a ridosso del mare, capace di generare una buona ombra nelle giornate calde. Anche lo Scinus molle o falso pepe è un albero interessante per questo tipo di situazioni, di medie dimensioni, resistente ai venti e può vivere bene sul primo fronte marino e in terreni salsi . Inoltre è un albero profumato, molto elegante sotto l’aspetto estetico e paesaggistico.

La nuova San Terenzo non può ridursi a solo sei alberi di leccio. A nostro avviso la realizzazione di un parco composto da più specie arboree può diventare la giusta soluzione per ricostruire un paesaggio verdeggiante e suggestivo.

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