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Palmaria e partecipazione, il primo nodo è quello dei tempi stretti

Questo pomeriggio si è riunità l'assemblea pubblica nel corso della quale sono state illustrate le fasi e i passaggi del processo partecipativo che porterà alla redazione degli scenari da cui scaturirà il masterplan di Kipar.

Il sindaco Matteo Cozzani all'assemblea pubblica

C’è grande, grandissima voglia di partecipazione. Talmente tanta che qualcuno mette in discussione gli scopi e gli interpreti dell’accordo di valorizzazione dell’Isola Palmaria (valorizzazione che interpretiamo come mero termine burocratico di tutti i percorsi di cessione dal Demanio agli enti pubblici) e del masterplan che ne deriverà. Per qualcuno si tratta solamente di “fumo negli occhi”, di una “farsa”, visto che l’ultima parola spetterà “come sempre alle istituzioni”. Insomma, a sfiducia nelle istituzioni è tale che il giudizio di una parte dei partecipanti all’assemblea di presentazione del percorso partecipativo predisposto per affiancare il lavoro di Andreas Kipar e del suo studio Land è di fatto negativo. Altri, invece, hanno accolto positivamente la proposta, facendosi già trovare pronti con le osservazioni del caso. Un tratto comune, però, c’è ed è l’esigenza di avere tempi più lunghi per analizzare il quadro d’insieme elaborato da Land come cornice entro la quale iniziare il ragionamento sul progetto complessivo.

Un masterplan che, come è stato sottolineato sin dall’inizio dal sindaco Matteo Cozzani (e poi più volte nel corso dell’assise), non è ancora stato redatto “checché ne dicano alcuni giornali”.
“Auspicio di chiudere le tre fasi di lavoro e dunque di arrivare a una proposta di masterplan definitiva entro la fine del primo semestre del 2018. Dobbiamo pertanto lavorare alacremente per poter restituire un risultato concreto il prima possibile. Siamo di fronte a una opportunità importantissima legata non solamente al territorio di Porto Venere, ma di più ampio respiro”, ha detto Cozzani dopo aver illustrato i due organismi istituzionali che operato per il progetto, la Cabina di regia presieduta dal governatore Giovanni Toti e il Tavolo tecnico.

La parola è andata poi a Silvia Baglioni, responsabile del processo partecipativo e figura di raccordo tra le istanze della popolazione, il Tavolo tecnico e lo studio Land.
“Ci sarà un canale di ascolto sempre aperto e cercheremo di far valere l’opinione di tutti, anche per quel che riguarda il metodo di lavoro. L’incarico ricevuto da Kipar ha come cardini il turismo sostenibile, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, la condivisione e la partecipazione, la realizzazione di un progetto identitario (che sappia rafforzare il senso di comunità, che comprende anche la Marina militare) e la necessità di centrare l’obiettivo di zero consumo del suolo. In questo senso, è bene chiarirlo, non ci sono progetti di ampliamento dei volumi presenti. E’ invece indispensabile la cura del territorio, tramite la conservazione attiva del patrimonio”.

Il masterplan non è sarà un progetto definitivo, ha chiarito Baglioni, ma la fine di un processo. “Staremo dietro e consiglieremo l’architetto Kipar in diverse fasi di questo cammino. La prima è già in corso e parte dall’approfondimento conoscitivo pubblicato da Land sul sito della Regione. E’ una fotografia della realtà ancora sfocata, che attende le vostre considerazioni e aggiunte, che potranno pervenire sino ai primi di ottobre. Poi ci sarà la fase della sintesi e della condivisione delle conoscenze. E infine quella della redazione di uno o più scenari di intervento e dell’individuazione del masterplan”, ha illustrato Baglioni.

I tempi previsti, come detto, sono stati oggetto di un sonoro brusio da parte della sala, mentre qualcuno ha iniziato a proporre di rivedere l’accordo con la Marina militare e altri sottolineavano la possibilità di visioni opposte tra la popolazione e il progettista tedesco.
“Kipar verrà qua a confrontarsi con voi e dopo condividerà gli scenari con voi. L’approccio vuole essere quello di una collaborazione, ma comunque tutto passerà anche dalla cabina di regia, organo al quale si cercherà di far tener di conto il parere della popolazione”.
Il canale di dialogo sarà prevalentemente la piattaforma “Palmaria nel cuore”, online tra qualche giorno, secondo uno schema che Kipar sta seguendo per un lavoro simile in quel del Lago di Garda.
Sarà possibile – è anzi stimolato – il cosiddetto photovoice, ovvero l’invio di fotografie di quello che si ritiene sia più bello o più brutto della Palmaria, dei suoi punti di forza e delle debolezze, per far vedere chiaramente quali sono le cose che interessano maggiormente gli abitanti e gli amanti dell’isola. Un modo trasversale, che dà voce anche ai giovani e ai turisti.
Poi, in ottobre, Kipar sarà nuovamente sul territorio, per essere accompagnato in Palmaria, nel corso di Camminate narrative, da gruppi di persone che fanno parte del percorso partecipativo e scoprire quindi più da vicino la percezione dell’isola da parte di chi la vive maggiormente. Seguiranno dei focus group con l’architetto e in seguito gruppi tematici che elaboreranno proposte. Attraverso il mapping gli scenari prodotti da Kipar e dallo studio Land saranno confrontati punto di interesse per punto di interesse, tematica per tematica con le suggestioni dei gruppi di lavoro del processo partecipativo. Questo sarà il preludio alla redazione del masterplan, che sarà infine presentato alla popolazione.

Chi ha domandato che ruolo avesse il Parco naturale regionale di Porto Venere ha scoperto che Giorgia Ottolini, responsabile dell’Ufficio Parco del Comune, presiede il Tavolo tecnico, “organismo che – ha spiegato l’architetto della Regione Pier Paolo Tomiolo – avrà il compito di valutare sotto il profilo normativo ciò che verrà proposto e di istruire la documentazione necessaria. Eventuali modifiche saranno prese in analisi nei consigli regionale e comunale”.

Intervenendo sul metodo di lavoro la professoressa Luisa Rossi, dell’Università di Genova, e Saul Carassale, dell’associazione “Dalla parte dei forti”, hanno sottolineato la necessità di ampliare e approfondire il quadro storico e culturale redatto nella prima fase da Land.
Il professor Giorgio Pizziolo ha posto l’accento sul fatto che “oggi i processi partecipativi sono più avanzati di quello proprosto, con i cittadini protagonisti e non meri suggeritori”. Poi ha domandato se sia possibile proporre veri e propri scenari, ottenendo una risposta positiva.
Da parte dei residenti si è alzata la richiesta di maggior peso della comunità isolana, sebbene costituita da sole 28 persone, proponendo di cambiare, ma di integrare quanto fatto sino ad oggi, prendendo tutto il tempo che serve, anche se a breve ci saranno le elezioni.
Paolo Negro, tra i promotori della Pro loco Isola Palmaria, ha infine posto l’accento sui costi dell’operazione, che portano a ipotizzare spese per la ristrutturazione dei beni pari a 11 milioni di euro, mentre gli introiti dalla vendita di una parte del patrimonio ottenuto dal Comune sono stimati in 2 soli milioni di euro. Da dove sarà presa la differenza?, ha chiesto Negro, lasciando sottintesa una insostenibilità del progetto per le casse pubbliche.
“Senza dimenticare – ha concluso Mauro Toselli, presidente della Pro loco – che è prevista la ristrutturazione di tutti i beni del Terrizzo a favore della Marina militare…”.

Prima di chiudere i lavori Baglioni ha ricordato a tutti l’indirizzo email (silvia.baglioni67@gmail.com) al quale far pervenire al più presto le osservazioni da accompagnare all’approfondimento conoscitivo della prima fase del percorso partecipativo (clicca qui).