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Lerici, una firma per i cetacei. Spezzino verso l’en plein

Sei nuove adesioni all'accordo Pelagos, ci sono anche Bonassola, Deiva e Porto Venere.

Lerici, una firma per il Santuario dei cetacei

Sei Comuni liguri entrano a far parte del Santuario dei cetacei, regno dei mammiferi marini che si dipana per quasi 90mila chilometri quadrati tra la riviera ligure-toscana, la costa francese e monegasca e la Sardegna, con la Corsica al centro del prezioso e fragile rombo marino. Quattro new entries sono spezzine: Bonassola, Deiva Marina, Lerici e Porto Venere. A queste si aggiungono Borghetto Santo Spirito e Albissola Marina. Le sei fresche adesioni all’accordo Pelagos sono state ufficializzare oggi nella sala consiliare di Lerici al termine di una serie di interventi – dedicati al Santuario in particolare e all’ambiente marino in generale – a cura di Emanuela Fanelli (Enea ed Università Politecnica delle Marche), Sabina Airoldi (Tethys Research Institute), Mariasole Bianco (Worldrise) e Vienna Eleuteri (Eulabor Institute). Ha moderato Federica Pannacciulli del Laboratorio biodiversità e servizi ecosistemici dell’Enea, che non ha avuto il piacere di passare la parola a Masha Stroobant del Dltm, purtroppo stesa da un improvvido febbrone. In platea un centinaio di persone, metà delle quali giovanissimi scolari locali genuinamente interessati alla vita e alle sorti di cetacei del Santuario: balenottere comuni, capodogli, zifi, grampi, tursiopi, delfini comuni (non più così comuni, a dire il vero) e stenelle. A proposito di cetacei: La Spezia ospiterà ad aprile la conferenza annuale della Europeal Cetacacean Society (vedi QUI).

In presenza del Ministero dell’Ambiente – ente che ha istituito il quadrilatero dei mammiferi marini nel 1991 – è intervenuto l’ammiraglio Aurelio Caligiore, alla guida del Reparto ambientale marino di Via Colombo. “Sosteniamo il Santuario e tuteliamo la sua popolazione di cetacei – ha detto -. Il binomio educazione-formazione deve essere la guida. Fa piacere in questo senso vedere oggi qui tanti bambini”. Caligiore ha lodato il sindaco di Lerici Leonardo Paoletti per “la tenacia che ha consentito di raggiungere questo pieno successo”.

Tanti i volti istituzionali che non hanno fatto mancare la loro presenza: l’ammiraglio Giorgio Lazio, al vertice del Comando marittimo nord, il luogotenente Fabrizio Tomei in rappresentanza del Comando dei Carabinieri, il comandante del porto della Spezia Massimo Seno, il responsabile dell’Ufficio ambiente dell’Autorità portuale Ingrid Roncarolo, l’ammiraglio Romani, l’ex prefetto Mario Lubatti, l’assessore alla portualità del Comune della Spezia Annamaria Sorrentino, il consigliere regionale e presidente della Commissione territorio Andrea Costa.

C’erano anche Sea Shepherd, con il presidente nazionale Andrea Morello, affiancato da Giuliana Santoro, e l’eroico Danilo Bruni, balzato agli onori della cronaca per aver salvato un delfino spiaggiatosi al Lido lo scorso dicembre.

E poi, naturalmente, c’erano i portabandiera dei Comuni. Il lericino Leonardo Paoletti si è detto “orgoglioso di ospitare in sala consiliare un momento tanto importante” e, al termine delle relazioni scientifiche, ha esortato i bambini presenti a impegnarsi per non disperdere plastica nell’ambiente, strappando un paio di “mi impegno” detti in coro.
“Salvare la biodiversità è un’obbiettivo fondamentale, anche per conservare la bellezza che ha reso famoso e attrattivo il nostro territorio”, ha osservato il primo cittadino di Porto Venere Matteo Cozzani.
“Le politiche sono efficaci quando sono condivise – ha commentato Giancarlo Canepa, sindaco di Borghetto -. Il mare del Comune che amministro è lo stesso di Lerici, non ci sono muri o confini”.
“Una bella giornata, quella di oggi – così Gianluca Nasuti, sindaco di Albisola Marina – che conferma come il mare sia una ricchezza per la nostra vita”.
Per Bonassola c’era il vice sindaco Piera Gandolfi. “Crediamo moltissimo in queste azioni – ha affermato -, tant’è che nel nostro paese ospitiamo un laboratorio del Cnr e da due anni monitoriamo il mare in collaborazione con l’Università di Genova. Un ricordo? Una vigilia di Natale di vent’anni fa. Ero con mio padre sul promontorio di Bonassola, la Madonnina della punta. Tirava bonaccia e c’era un cielo grigio. E abbiamo visto delfini, tonni e un capodoglio”.
“Se parliamo di tutela ambientale, passiamo ai ragazzi un testimone che la nostra generazione non ha onorato granché – ha detto il sindaco di Deiva Marina Gianluigi Troiano -. Noi liguri siamo dei privilegiati ma abbiamo violentato il nostro territorio per cinquant’anni. Certo, qualcosa è anche cambiato in meglio…. ricordo quando da ragazzino tornavo dalla spiaggia sporco di catrame perché le petroliere lavavano le cisterne e poi scaricavano in mare. La firma di oggi? Un dovere. E cerchiamo di fare di più”.

Con le sei adesioni odierne, i Comuni costieri aderenti italiani (liguri, toscani e sardi) diventano 94 su 111 papabili. Il Liguria sono 55 su 63, in Toscana 26 su 35, in Sardegna 13 su 13. Nello Spezzino gli aderenti sono: La Spezia, Ameglia, Bonassola, Deiva, Lerici, Porto Venere e Riomaggiore. All’appello mancano quindi Sarzana, Vernazza, Monterosso, Levanto e Framura.

L’intera cerimonia di stamani, con tutti gli interventi, è disponibile sul sito del Comune di Lerici, qui: http://www.magnetofono.it/streaming/lerici/

Il Santuario dei cetacei

Il Santuario è una zona marina di 87.500 km² che nasce da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano. L’accordo Pelagos per il Santuario dei mammiferi marini nel Mediterraneo viene sottoscritto a Roma dalla Francia, l’Italia e il Principato di Monaco (depositario) il 25 novembre 1999. Entrato in vigore il 21 febbraio 2002, l’Accordo si prefigge di promuovere azioni concertate e armonizzate tra i tre paesi firmatari per la protezione dei cetacei e dei loro habitat contro tutte le eventuali cause di disturbo: inquinamento, rumore, cattura e ferite accidentali, turbativa.

L’originalità del Santuario Pelagos per i mammiferi marini del Mediterraneo è insita nel fatto che esso costituisce un’area gestita da tre Paesi in un territorio costiero e di alta mare. E un “ecosistema di grandi dimensioni” che presenta un notevole interesse scientifico, socio-economico, culturale ed educativo. In termini molto generali, l’insieme del Santuario può essere considerato come una subunità biogeografica distinta del Grande Ecosistema Marino (LME – Large Marine Ecosystem) del Mediterraneo.

Questa subunità è caratterizzata da una maggiore produttività causata da una varietà di meccanismi di fertilizzazione che aumentano il livello di produzione primaria: le acque costiere, l’effetto differito del mescolamento invernale, zona frontale, fenomeni di upwelling e strutture complesse che comportano divergenze e convergenze.

Una stima approssimativa elenca più di 8.500 specie di animali microscopici che rappresentano tra il 4% e il 18% delle specie marine mondiali. Questa biodiversità è notevole, in particolare per quanto riguarda il numero dei predatori al vertice della catena trofica, come i mammiferi marini, perché il Mediterraneo rappresenta solo 0,82% della superficie e il 0,32% del volume degli oceani del mondo.

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