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Dalla morte del figlio agli incontri con i giovani, Gianpietro Ghidini a Lerici

Riceviamo dall'associazione 'Lerici domani'.

Gianpietro Ghidini

Al termine di una serata di festa, un ragazzo cade nel fiume e scompare. Dieci ore dopo viene ritrovato, senza vita. Le indagini porteranno a galla la verità: la sua mente era annebbiata da una droga sintetica. Il ragazzo è Emanuele Ghidini, di 16 anni, che la notte del 24 novembre 2013, in preda all’Lsd, si è gettato nelle acque gelide del fiume Chiese, vicino a Brescia.
Come può sopravvivere la famiglia a un tale dolore? Cosa può fare un padre che ha attraversato quella tragedia?
Dopo la morte di Emanuele, papà Gianpietro con la sua famiglia ha passato momenti terribili, ma già alcuni giorni dopo qualcosa è cambiato. Racconta in una lettera al figlio scomparso: “Nella notte successiva ho sognato di immergermi nelle acque profonde e sempre più buie. Non trovandoti stavo perdendo la speranza, ma all’improvviso ti ho trovato, nudo come quando eri nato e ti ho riportato in superficie. A quel punto mi sono svegliato ed erano le 3 del mattino. Ho sentito dentro di me un’energia fuori dal comune. Ti ho sentito dentro di me e subito ho avuto chiaro davanti agli occhi cosa dovevo fare. Dedicare la vita ai giovani per creare loro occasioni lavorative. Fonderò un’associazione che si occuperà di lanciare nuovi progetti ed idee mediante l’impiego di giovani ragazzi.”
In seguito al sogno, Gianpietro Ghidini ha deciso di convogliare queste energie e dedicare la sua vita ai giovani e alla loro crescita, promettendo a suo figlio che avrebbe portato ovunque la sua storia. Dal gennaio 2014 ha tenuto più di 1200 incontri in scuole, oratori e piazze di tutt’Italia, parlando, con la sua Fondazione Ema PesciolinoRosso, ai ragazzi dell’importanza della preparazione al fine di conoscere se stessi e i propri sogni, di vedere la scuola come un’occasione per imparare ad acquisire quella consapevolezza che li farà diventare adulti, e ai genitori dell’importanza dell’ascolto e del porsi come alleati dei propri figli e non solo come giudici.
Venerdì 8 febbraio la storia di Emanuele arriverà anche a Lerici, in un duplice appuntamento: al mattino con gli studenti e alla sera con tutta la popolazione, alle 20.30 nella Sala consiliare del palazzo comunale.

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