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Economia

Niente "Made in Italy" se usi ingredienti venuti dall’estero

Pasta fresca

Fermata la proposta emendativa che offriva la facoltà di utilizzare l’emblema di Stato con la dicitura “Made in Italy” per beni alimentari ottenuti anche con prodotti stranieri. Grande passo avanti per dire finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy e valorizzare al meglio le produzioni dei nostri territori.
E’ quanto riporta Coldiretti Liguria nell’esprimere apprezzamento per il lavoro svolto da Coldiretti con gli Uffici competenti del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo guidato da Gian Marco Centinaio, lavoro che ha portato ad un risultato importante per evitare di legittimare l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani usando come criterio il codice doganale ai sensi del quale il luogo d’origine è paradossalmente quello dell’ultima trasformazione sostanziale. L’emendamento è stato ritirato per ragioni di «congruità ordinamentale».

“L’impegno messo in campo – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è servito per evitare la rottura del collegamento tra filiere e territorio che avrebbe, nel tempo, messo a rischio investimenti produttivi, posti di lavoro e occasioni di successo dei nostri prodotti autentici a livello del commercio internazionale. Difendere il cibo che produciamo è un modo per salvaguardare la nostra salute e per questo non dobbiamo dimenticare che la strada della piena trasparenza è ancora lunga; perciò, anche in Liguria, si continuerà a portare avanti la petizione EAT ORIGINAL con la quale si chiede di estendere a livello europeo l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, per essere sempre certi, dovunque ci troviamo, di quello che acquistiamo. Prodotti come l’olio extravergine d’oliva taggiasca, gli ortaggi e la frutta ottenuti grazie alle numerose biodiversità presenti in Liguria, i formaggi, la carne, nonché il pesce locale, sono eccellenze riconosciute sul mercato nazionale e mondiale, per le quali la maggior trasparenza in etichetta permetterà una piena valorizzazione rispetto alla concorrenza sleale dei falsi Made in Liguria, prodotti non sottoposti ai nostri stessi controlli di qualità”.

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