Fuori provincia - Si inizia a sollevare qualche dubbio sul progetto di riconversione delle centrali a carbone di Enel. In particolare nella parte in cui la aree dismesse avrebbero dovuto creare "valore aggiunto e occupazione". Negli scorsi giorni due senatori hanno posto un'interrogazione ai ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e delle infrastrutture e trasporti sui piani della multinazionale per le città della Spezia e Brindisi. Com'è noto, Enel vorrebbe destinare le aree della centrale "Eugenio Montale" in dismissione, e non occupate dalla nuova centrale a gas, alla logistica. Qualcosa che per i senatori diventerebbe "un mero parcheggio di container".
"La nascita nel 2020 della società Enel Logistics è stata accolta con interesse e fiducia, nell'assunto che la mission industriale fosse tesa, non solo al recupero ed alla riconversione di aree e strutture inutilizzate in Italia, in luoghi strategici come porti, aeroporti ed interporti per la logistica, la movimentazione e lo stoccaggio di merci, ma anche al fine di creare valore aggiunto ed occupazione, partendo da territori nel tempo penalizzati dalla presenza di centrali termoelettriche, spesso a carbone, da riconvertire a gas", ricordano i senatori Massimo Berutti (Misto-Cambiamo!) e Luigi Vitali (Forza Italia).
"La preannunciata conversione a gas delle quattro centrali a carbone Enel di Brindisi, Civitavecchia, La Spezia e Venezia è stata accolta favorevolmente in un primo tempo, quale necessario sostegno alla transizione energetica ed opportuna riduzione dell'impatto ambientale rispetto al carbone. Ad oggi, il progetto Enel Logistics a Brindisi ed a La Spezia, si è trasformato in un mero parcheggio di container senza alcuna traccia di un piano industriale e di concrete ipotesi occupazionali, che supportino le numerose unità lavorative che sarebbero potute essere impegnate con la nuova iniziativa".
Non solo, i senatori ricordano come "il 14 ottobre 2020 Enel ha comunicato, in un incontro con i sindacati FILCTEM, FLAEI e UILTEC, la chiusura prevista già dal prossimo anno, delle centrali elettriche ENEL a carbone di Brindisi, Fusina (Venezia), La Spezia e Civitavecchia, che determinerà un esubero di circa 800 lavoratori". Certo la crisi di governo attuale non facilita, ma la richiesta rimane di rendere pubblico il piano industriale di Enel Logistics e "chiarire se i siti individuati saranno bonificati (dal momento che tali aree negli ultimi 40 anni hanno generato un forte inquinamento) e se saranno posti al servizio delle comunità locali, e quali urgenti iniziative intendano adottare al fine di rispondere all'esigenza esposta".