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Artista spezzino

Casentini porta i suoi colori all’interno di San Vittore

Il pittore nato alla Spezia ha realizzato un'opera permanente nel corridoio del primo raggio del carcere milanese: "Fare una cosa simile alla Spezia? Ne sarei contento".

Il suo stile, fatto di accostamenti di cromatici mozzafiato, non poteva trovare tela migliore. Il pittore spezzino Marco Casentini ha portato una “botta” di colore all’interno del grigiore del primo raggio del carcere milanese di San Vittore, con un’opera permanente realizzata insieme ai detenuti.
L’artista che ha esposto al Museum of Art and History a Lancaster in California, all’Università Bocconi di Milano, alla Reggia di Caserta e che ha recentemente abbellito anche l’ingresso del Park Centrostazione della Spezia, ha accolto di buon grado la proposta di Sikkens, marchio leader nella produzione di vernici e sponsor dell’iniziativa.

Il progetto per San Vittore ha avuto per obiettivo la riqualificazione del corridoio del primo raggio, passaggio obbligatorio verso l’area detentiva, un ambiente grigio e anonimo che ora grazie all’opera di Casentini è diventato un’area di passaggio colorata e più a misura d’uomo per tutte le persone che vivono e lavorano nella casa circondariale: prigionieri, poliziotti, avvocati, giudici, psicologi e ospiti vari.
L’esecuzione del lavoro ha coinvolto anche alcuni detenuti che hanno potuto così migliorare l’ambiente in cui vivono e cimentarsi in una vera e propria attività creativa. Casentini, che ha anche esposto alcuni quadri in una parte del corridoio, ha tracciato le linee, imprimendo così il suo marchio all’opera, mentre i detenuti hanno steso il colore, potendo anche dare libero sfogo alla loro creatività in una parte del corridoio, dove con turchese e panna hanno realizzato un’opera al cento per cento loro.

“La pena detentiva – ha dichiarato Casentini – viene associata anche con la privazione del colore, io con quest’opera ho voluto ridare a chi frequenta questo luogo di sofferenza, un momento di ritorno alla realtà, un angolo del carcere dove il colore prevale su tutto. E ho già ricevuto i ringraziamenti da parte di numerose persone che vivono questo luogo, che in quel tratto del primo raggio oggi non si sentono più all’interno di un carcere”. Un’esperienza unica per l’artista spezzino, che a CDS confida: “Se me lo chiedessero sarei contento di realizzare qualcosa di simile anche a Villa Andreini”.
Giacinto Siciliano, direttore della casa circondariale ha spiegato perché iniziative come queste possono aiutare i detenuti a pensare al carcere in modo diverso: “C’è l’incontro con la città e con la comunità esterna con cui si possono fare delle cose insieme per migliorare e per lavorare insieme sul carcere. C’è l’attività che ha coinvolto i detenuti e che in qualche modo li ha resi protagonisti di qualcosa che rimane. C’è il colore che è un modo diverso per intendere il carcere. Entrando qui dentro ho pensato che fosse una trasgressione perché siamo completamente fuori da quelli che sono i parametri e gli stereotipi del carcere. Penso che questo sia estremamente importante perché può aiutare i processi di cambiamento. Vedere qualcosa di diverso aiuta a pensare e a vedere le cose in modo diverso”.

“Il ruolo dell’azienda in questo progetto è stato non solo fornire le pitture e i colori per realizzare il progetto nel primo raggio ma è stato anche quello di fare formazione per i detenuti che si sono affiancati alla nostra assistenza tecnica per la pitturazione dei muri”, ha dichiarato Roberto Meregalli, direttore marketing di Akzo Nobel Coatings, proprietaria del marchio Sikkens.

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