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"capoluoghi regionali come matrigne"

I luneziani a Colorno, laddove sarebbe nato tutto

L'associazione si incontra alla Reggia di Maria Luigia colei che per volontà del padre, l’Imperatore d’Austria Francesco I, e in base al trattato di Fontainebleau del 1814, avrebbe dovuto governare anche sulle terre apuo-lunensi fino al Mar Tirreno.

A tavola... parlando di Lunezia

Dopo gli incontri degli scorsi mesi, tenutisi a Pontremoli, Lerici, Borgotaro ed Aulla, l’Associazione culturale “Regione Lunezia” si ritrova alle 10 di sabato 18 maggio 2019 nella Venaria Reale di Colorno, presso la Reggia di Maria Luigia, la Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, proprio colei che, secondo la volontà del padre, l’Imperatore d’Austria Francesco I, e in base al trattato di Fontainebleau del 1814, avrebbe dovuto governare anche sulle terre apuo-lunensi fino al Mar Tirreno. Maria Luigia, perciò, avrebbe potuto costituire il nocciolo di quella Regione che il sen. parmigiano Giuseppe Micheli, in sede Costituente nel 1946/47, aveva propugnato, ottenuto e chiamato Emilia Lunense e che i suoi sostenitori odierni definiscono Lunezia.

Sarà l’occasione per fare un primo bilancio dell’attività in corso quest’anno, per approfondire il modus vivendi del sodalizio e, soprattutto, per approvare il nuovo manifesto di Lunezia con i suoi progetti concreti e con i rispettivi percorsi. Ricordiamo che i “volenterosi luneziani” sono fermamente intenzionati a portare avanti un serrato confronto con le Istituzioni affinchè , passate le elezioni, non ci si dimentichi di dare una definizione certa alla rete delle infrastrutture di questa geocomunità, con progetti e finanziamenti altrettanto certi e sicuri. Il riferimento è ai porti di Carrara e la Spezia, alla Pontremolese, all’Autocisa-Autobrennero, ai raccordi con gli interporti di Piacenza e Parma e con l’AV Mediopadana di Reggio Emilia, senza trascurare l’aeroporto di Parma e gli attracchi sulla navigazione del Po. Altri quattro sono i progetti che stanno a cuore ai luneziani, ossia quello sul sistema turistico enogastronomico che comprenda mare, monti e città d’arte, quelli sul sistema integrato delle Università e delle Fiere e sulla rivitalizzazione dell’Appennino.

“Si tratta certamente di un blocco progettuale molto ambizioso – si legge in una nota dell’Associazione culturale “Regione Lunezia” -, ma tuttavia necessario se si vuole consentire ai cittadini e agli operatori socioeconomici di questa vasta area geografica la possibilità di stare dentro con successo alla competizione globale moderna, senza rimanere schiacciati dalle varie metropoli regionali (Bologna, Genova, Firenze, Milano), le quali finora, in modo matrigno, hanno assorbito continue risorse pubbliche, senza trasmetterne i dovuti benefici alle terre della “Lunezia”.

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