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Cronaca

Parco Cinque Terre, la paralisi dei servizi

Annullato l'affidamento dei servizi all'Ati 5 Terre, sindacati sul piede di guerra. Il commissario Alessandro: "Non potevo fare altrimenti". Leonardini: "Così il ministero uccide il Parco".

Muretto a secco

Da domani i turisti che visiteranno il Parco delle Cinque Terre non troveranno più i pullmini per il trasporto, l’accoglienza turistica, la vendita dei biglietti e delle card nelle stazioni ferroviarie. Tutti i servizi del Parco che erano in carico all’Ati 5 Terre sono stati sospesi con una comunicazione che il neo commissario Vittorio Alessandro ha inviato all’associazione temporanea d’imprese e alla Comunità del Parco, il cui presidente Gerolamo Leonardini afferma: “Da domani assisteremo alla morte del Parco”.

Di fatto il commissario ha comunicato ciò che il ministero dell’Ambiente aveva già deciso il 22 febbraio scorso, quando veniva annullata l’approvazione della convenzione con la quale l’ente Parco affidava all’Ati i servizi di carattere turistico, naturalistico, di accesso e fruizione del territorio. Nella comunicazione il commissario fa notare anche come le osservazioni esposte dal Parco nelle settimane scorse non sono state sufficienti per superare la determinazione ministeriale.
“Si tratta di una lettera dichiarativa – afferma il commissario Alessandro – nella quale, per trasparenza, comunichiamo all’Ati che non ha titolo per esercitare. Ma siccome il Parco deve continuare ad esistere ho chiesto un incontro al ministero dell’Ambiente per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Una sintesi deve essere assolutamente trovata, magari con una soluzione temporanea che restituisca i servizi all’Ati, ma in una maniera che stia in piedi, senza contravvenire a dettami ministeriali. Credo che la strada che riporti all’Ati sia la più probabile, anche perché in questo momento non ci sono i margini per la pubblicazione e l’assegnazione di una gara d’appalto. C’è preoccupazione per il turismo e i lavoratori? Sono il primo a cogliere questa preoccupazione e a risentirne, ma non ho potuto fare altrimenti”.
A sostenere come il commissario non sia responsabile di questa improvvisa paralisi è anche il presidente della Comunità del Parco. “Alessandro è stato obbligato ad ottemperare alla nota del ministero, che è il vero responsabile di questa situazione. Le nostre osservazioni – spiega Leonardini – non sono state prese in considerazione e dopo dodici anni nei quali sulla gestione dei servizi non è mai stato eccepito nulla, anzi eravamo portati ad esempio, in un attimo ci viene detto che quello che facevamo non andava bene. Sono dubbioso, temo che ci possa essere qualcosa sotto: Cosentino per decenni è stato direttore generale del ministero e non ha mai trovato nulla da ridire, nemmeno quando è stato qua in veste di commissario straordinario. Oggi il nuovo ministro e il nuovo direttore generale sono dell’avviso opposto. Chiudere i servizi dall’oggi al domani, con 120 persone che non sanno cosa accadrà nel loro futuro è una situazione difficile da gestire, al di là del fatto che le stazioni saranno chiuse, i sentieri non saranno puliti e mantenuti e i pulmini rimarranno fermi. La Regione e le amministrazioni si stanno attivando per chiedere un incontro al ministro: faremo sentire la voce del territorio, ma vedo punti scuri all’orizzonte. Il Parco sarà visto solamente come l’ente delle restrizioni, non più quello che eroga servizi e le amministrazioni comunali prenderanno seriamente in considerazione l’ipotesi di uscire dal Parco. Chi si è assunto la responsabilità di questa decisione sappia che cosa sta attraversando il Parco e che così lo stanno uccidendo”.

L’amministrazione dell’Ati si dichiara costretta a sospendere i servizi per l’Ente inerenti l’amministrazione, la contabilità, l’Area Marina Protetta, l’accoglienza, l’informazione turistica e rivendita di biglietti ferroviari, la pulizia, il servizio bus, la comunicazione e la promozione e si dice fortemente preoccupata per i problemi che seguiranno
Il timore, oltre che i turisti, riguarda i 120 lavoratori, così domani alle 11 Cgil, Cisl e Uil terranno un presidio sotto la prefettura.

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