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Dibattito aperto

"Basta disinformazione e strumentalizzazione sulle aggregazioni dei Comuni"

Cinqueterre un Comune risponde all'ex senatore Grillo: "Accorpamenti in tutta Europa, i vantaggi sarebbero enormi".

Vigneti alle Cinque Terre

Come associazione, ci siamo ripromessi di rispondere pubblicamente e unicamente se tirati in causa solo agli attuali amministratori locali, nei giorni scorsi abbiamo letto sulla stampa locale un articolo riportante il pensiero personale di un cittadino legato sino a pochi anni orsono alla vita istituzionale del nostro paese: stiamo parlando dell’ex senatore Luigi Grillo di Monterosso che esprimeva il suo parere a riguardo dell’eventuale nascita del Comune Unico delle Cinqueterre. Contravvenendo la nostra linea, non possiamo esimerci dal dover contestare pubblicamente le affermazioni riportate nel pezzo giornalistico in quanto lo stesso contiene ommissioni e lacune di informazione che palesemente appaiono strumentali e tendenziose.

Nell’articolo contestato si sostiene che i Francia esistono 38.000 comuni. Vero però si omette di dire che il governo francese si interfaccia solo con 2.000 di essi e che i restanti 36.000 non hanno più praticamente funzioni, si evita di dire che in Danimarca si è passati da 1.338 comuni a 98, in Grecia si è passati da 1.033 comuni agli attuali 325, in Svizzera si è passati da 2.324 comuni a 1.999 e attualmente sono in atto parecchi altri processi di fusione imposti, in Belgio si è passati da 2.500 comuni agli attuali 598, in Germania, a seguito di vari progetti di fusioni avvenuti nelle due confederazioni i comuni da 25.000 sono scesi a 12.241, in Austria nella Stiria durante l’anno 2015 i comuni sono passati da 539 a 287. Tutti questi accorpamenti e fusioni, sono avvenuti in poco più di un ventennio, per non parlare dei paesi scandinavi ove da tempo il problema del numero dei comuni è stato affrontato e risolto. Come se quanto sopra non bastasse, in Europa il problema del riordino territoriale è tutt’ora al centro del dibattito infatti, basta leggersi gli atti relativi al convegno internazionale “L’Intercomunalità” organizzata dalla università Luiss di Roma, dove emeriti docenti di tutta Europa, sottolineammo di tutta Europa, hanno espresso l’esigenza di proseguire e incentivare le fusioni comunali nei singoli stati, quindi l’esigenza di un riordino territoriale è ancora sentito e affrontato a livello europeo.

In Italia esistono attualmente molti comuni al di sotto dei 100 abitanti e moltissimi al di sotto dei 500, evitiamo di elencarli per evidenti motivi, ma citiamo solo per conoscenza la situazione della Liguria, la quale appare notevolmente polverizzata con 235 comuni (47 dei quali sotto i 500 residenti), per una superficie complessiva, di neanche 520.000 ettari, meno della sola provincia di Trento. Fortunatamente il trend sta cambiando, in quanto nel corso di soli due anni i comuni italiani sono passati da 8.090 a 7.958 e nel corso dei prossimi 2/3 anni moltissime altre fusioni avverranno, cambiando di fatto la fotografia municipale del nostro paese. Questi sono i fatti e non sono assolutamente in discussione.

Grillo prosegue dicendo che i comuni delle Cinqueterre subiscono tagli di risorse orizzontali da parte del governo centrale: bene prendiamo atto che il signor Grillo scopre la luna, ma ribadiamo e informiamo che l’eventuale futuro Comune Unico delle Cinqueterre, potrà giovarsi di tutta una serie di sostanziosi incentivi economici sia statali che regionali di durata decennale, concorrerebbe inoltre alla assegnazione di contributi e corsie privilegiate per la partecipazione a bandi europei e regionali da utilizzarsi anche per opere di messa in sicurezza del territorio, per la tutela del mare (depuratori), per sistemare la viabilità territoriale ecc. Inoltre si potrebbe dotare di una più efficiente macchina amministrativa comunale tramite corsi di formazione personale e nuove assunzioni, potrebbe creare nuovi servizi (assessorato al turismo, trasporto, ecc.) potenziare gli attuali (ufficio tecnico strutturato ecc.), ma soprattutto acquisirebbe quel peso istituzionale amministrativo che oggi tanto manca alle Cinqueterre.

A riguardo del menzionato Piano del Parco, dobbiamo prendere atto che se dopo anni ciò non si è ancora verificato nei fatti significa che forse esiste un problema tra gli interlocutori. Riteniamo (con riferimento alle sole Cinqueterre) che il dialogo e la collaborazione locale tra soli due enti anziché gli attuali quattro risulti più semplice ed efficace. Rammentiamo che il comune/i sono nell’ordinamento giuridico italiano organi di 1° livello, il Parco è organo di 2° livello, i cittadini delle Cinqueterre quando si recano a votare votano il Sindaco/i non il presidente del Parco, l’erogazione dei servizi è un compito affidato dall’ordinamento giuridico nazionale esclusivamente ai comuni/e, ma siamo certi che l’interlocutore conosce bene queste cose, almeno lo speriamo.

In merito alla doppia unione comunale di servizi venutasi a creare sul nostro territorio, rileviamo che ad oggi si è dissolta senza aver peraltro prodotto nulla, al contempo non possiamo omettere l’evidenza che nel nostro territorio le amministrazioni faticano a parlare con una sola voce, anche se ciò viene loro richiesto da tempo sia dai cittadini che dalla quasi pluralità del mondo associativo. A noi interessa ricercare le condizioni che permettano al Comune Unico di poter disegnare un futuro diverso dall’attuale per le Cinqueterre, non ci interessa strumentalizzare o evocare gli errori del passato, riteniamo sia più produttivo includere che escludere.

Pertanto invitiamo il signor Grillo pur nella consapevolezza e legittimità del suo pensiero, a partecipare ai nostri futuri convegni sul tema delle Fusioni Comunali, a confrontarsi direttamente con noi alla stregua di tutti gli altri cittadini, che saranno presto, speriamo chiamati a esprime il loro parere sul tema tramite il semplice e democratico strumento del Referendum. Comprendiamo bene cosa significhi diminuire drasticamente i comuni, tanto più là dove essi sono erroneamente interpretati e vissuti come centri di potere sia personale che politico, crediamo convintamente nelle funzioni delle istituzioni, e altrettanto convintamente riteniamo che il Comune Unico delle Cinqueterre adeguatamente strutturato possa meglio di ora non solo continuare a erogare servizi di qualità ai propri cittadini, ma che sia anche e soprattutto in grado di tracciare un percorso futuro e condiviso per il nostro territorio, in grado cioè di affrontare e gestire al meglio le impegnative sfide attuali e future.

Non siamo politici…, sognatori!!!…. Forse, ma amiamo troppo il nostro territorio, di conseguenza ci sentiamo costretti ad esplorare tutte le opportunità per fare in modo di non dover solo assistere come cittadini passivi a un suo inesorabile declino. Per quanto sopra esposto, riteniamo estremamente deleterio che si influenzi l’opinione pubblica con informazioni parziali, incomplete e strumentali.