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Unioni civili, il vescovo bacchetta il don arcobaleno

Monsignor Palletti riprende Mignani citando Papa Francesco: "Non esiste fondamento per assimilare unioni omosessuali e disegno di Dio".

Luigi Ernesto Palletti, Vescovo della Spezia

Non sono piaciute in Curia le uscite pubbliche attraverso le quali don Giulio Mignani, parroco di Bonassola, ha attaccato lo sportello “anti gender” della Regione Liguria, criticando altresì chi si batte contro le unioni tra persone dello stesso sesso, convinto, il don rivierasco, che queste non vadano in alcun modo a scalfire l’istituto della famiglia tradizionale. Don Mignani, 47 anni, ha anche preso parte alla celebrazione bonassolese dell’unione civile tra Davide Zoppi e Giuseppe Aieta (qui), la prima della Riviera, finita anche in televisione grazie allo wedding planner Enzo Miccio (anche lui presente al grande evento).

I vertici diocesani hanno reagito – si legge in una nota – con “meraviglia e sconcerto” alle esternazioni di Mignani. “Essendo in questo momento assente dalla diocesi per impegni pastorali – scrive direttamente il vescovo Luigi Ernesto Palletti -, mi sono premurato di dare incarico al vicario generale affinché venga fatta debita chiarezza sull’accaduto, in particolare con il sacerdote sopra citato. Senza per questo venir meno al rispetto verso tutte le persone, come pastore mi corre però il dovere di ricordare che su argomenti come quelli trattati nell’articolo, proprio recentemente, Papa Francesco nella Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” ha espressamente riportato e sottolineato quanto i vescovi, provenienti da ogni parte del mondo e riuniti per il Sinodo sulla famiglia, hanno autorevolmente espresso, ovvero: “Nel corso del dibattito sulla dignita` e la missione della famiglia, i Padri sinodali hanno osservato che «circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»” (Amoris Laetitia n. 251)”.