Cinque Terre - Val di Vara - Tornano a nuova vita due storici sentieri in territorio comunale di Monterosso: uno, via diretta per Levanto; l’altro via di modesti commerci tra Cinque Terre e Val di Vara, nella fattispecie fra Monterosso e Pignone, compresa una serie di paesini e case sparse situati subito dietro il crinale, come Saggiano, Gaggiola, Garula, Puin. Quest’ultimo percorso, frutto di una proficua collaborazione fra i Comuni di Monterosso e di Pignone sancita da un finanziamento del PSR, parte dal centro storico di Monterosso, presso la sede comunale, e attraverso la scalinata Servano e il monte d’Aprile sale alla strada carrozzabile in località Begasti. La attraversa e, proseguendo l’ascesa tra fasce terrazzate abbandonate e selva compatta di lecci ed erica, raggiunge quota 500 metri sulla strada provinciale quasi al valico del Termine.
"Qui è stata pure creata un’area attrezzata e - aggiunge il sindaco di Monterosso, Emanuele Moggia – è iniziato il recupero di una porzione boschiva comunale con reimpianto di lecci, corbezzoli, cisto e ginestra".
Il sentiero, già marcato in REL con il n. 514, è percorribile attualmente dal Termine a Begasti, indicativamente sulla carrozzabile per il borgo antico. Resta la sistemazione del tratto basso. Desta meraviglia il ritrovato percorso superiore dentro una fitta selva di lecci, con integre e ripide scalinate. Su quella strada faticosa scendevano dai monti di Pignone le donne con il latte di mucca, le patate e i cavoli neri; gli uomini con legname e legna per i fornai. Al ritorno si portava a casa un po’ di sale, olio e acciughe salate. La gestione del sentiero sarà affidata al Parco nazionale delle Cinque Terre, che intanto sta ultimando l’altra via importante, quella da Fegina a Colla Bagari, pure beneficiaria di un finanziamento del PSR monterossino. Tale sentiero, a sua volta marcato in REL col n. 513, nella parte superiore è già percorribile. I lavori sono in corso nel tratto inferiore e comportano anche l’imprevisto aggiramento di una frana. Come accaduto sopra Begasti, anche in quest’area sono riapparse scalinate e fasce terrazzate dove un tempo prosperavano la vite e l’olivo.
L.B.