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C’è chi per cambiare vita guarda alla Val di Vara

Cinzia e altre tre persone stanno cercando compagni di viaggio per realizzare una comunità intenzionale rurale e creare una alternativa al sistema imperante.

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C’è un piccolo gruppo di persone che ha la volontà di dar vita a una comunità intenzionale basata su armonia e rispetto, condivisione di conoscenze, dinamiche sostenibili ed economia di scambio, in cui riscoprire metodi antichi distrutti dal capitalismo patriarcale e crearne di nuovi, avulsi da esso. Un insieme di individui che diano valore all’evoluzione personale, all’arte, alla natura, per la creazione di bellezza, libertà e interdipendenza.
E tutto questo lo vogliono fare stabilendosi in un angolo della Val di Vara.

“Le strade sono infinite, le circostanze di spazio, tempo e pensiero mutano la realtà in continuazione, ma nel corso degli anni, mettendo insieme momenti ed esperienze molto diverse fra loro, si è costruita dentro di noi l’idea che per quante cose si possano imparare, se l’obiettivo è quello di creare una strada alternativa al sistema imperante, c’è la necessità di collaborare e condividere. Forse – afferma Cinzia – pensiamo di farlo già abbastanza, forse nei momenti di difficoltà ci rendiamo conto di quanto la collaborazione sia funzionale e nelle nostre corde, forse lo vediamo più spontaneamente nei bambini, ma per noi che siamo deviati da secoli di individualismo sistematico è ancora difficile pensarci come singole cellule di un organismo collettivo. Eppure siamo esattamente quello! Un solo organismo che muta di continuo e ogni volta che scegliamo di organizzarci liberamente per la cooperazione con altri essere viventi, entriamo nel flusso di vibrazione dell’universo, dove c’è ancora energia creativa”.

“Finché restiamo addormentati, schiacciati dal peso di dover dimostrare, guadagnarci da vivere, arricchirci, siamo risucchiati da migliaia di messaggi subdoli ogni giorno verso l’egoismo, incoscienti del fatto che per quanti siamo e quanti più saremo sulla Terra, non ci sarà spazio per quello che pensiamo essere il benessere di tutti, se lo schema resta quello vigente. È da tempo però che grazie ai risultati malsani di questa deviazione, una parte di umanità si è attivata verso un cambiamento necessario e sempre più urgente per la nostra sopravvivenza e per quella del Pianeta che ci nutre. Abbiamo il diritto, il dovere di imparare, sperimentare, sbagliare e capire, condividere conoscenze. Creare consapevolezza e partecipazione, decrescere, trovare nuovi equilibri. Distinguere bisogni e desideri reali da quelli condizionati. Evolvere collettivamente, educarci a riconoscerci. A dilatare i ritmi. A comprendere e comprenderci veramente”.

Il piccolo gruppo al momento è composto da Cinzia e altre tre persone, tutti di età compresa fra i 30 e i 45 anni, uomini e donne. “Più amici e conoscenti che ci supportano e ci daranno una mano nelle fasi iniziali e forse ci accompagneranno nel percorso. Abbiamo individuato un luogo per la realizzazione di questo progetto: una vecchia azienda agricola in Val di Vara. Il posto è meraviglioso e grande abbastanza per ospitare di partenza almeno una decina di persone e in prospettiva molte di più”, prosegue Cinzia.
Lo spazio è composto da una grande casa di 370 metri quadrati con diversi ingressi su due piani, più i fondi che comprendono tre ampie cantine e un’altra stanza con il forno a legna, oltre ad un altro edificio su due piani, precedentemente adibito a stalla e fienile che può essere ampliato fino a 200 metri quadrati e divenire un secondo spazio abitativo. Il tutto è circondato da 6 ettari di terreno a piane coltivabili, comprensive di 105 alberi di ulivo più svariati alberi da frutto e una sorgente d’acqua potabile oltre a 2 ettari di bosco dall’altra parte del Fiume Vara, che scorre a fondo valle.
“A oggi, con le nostre forze, avremmo la possibilità di sistemare una prima parte di casa e di terreno per offrire accoglienza a chi volesse trascorrere da noi periodi più o meno lunghi di distacco dalla frenesia, di immersione in natura, di lavoro meditativo nei campi, di buona cucina, bike trekking, fotografia naturalistica, sperimentazione artistica, corsi di autoproduzioni e creazioni artigianali e di crescita personale e nel frattempo potremmo pensare insieme e attuare le dovute modifiche, affinché la comunità possa godere dell’autosufficienza energetica e alimentare cui auspichiamo. Il progetto però è in divenire e in attesa di accogliere ed arricchirsi di persone con intenti simili e idee compatibili, che abbiamo la voglia e la responsabilità di portarle avanti insieme a noi. Purtroppo anche questa porzione di Terra è in vendita, seppur ad un prezzo decisamente invitante, ma ci saranno da fare alcuni lavori e da soli non abbiamo la possibilità di acquistarla, se non attraverso le logiche economiche dipendenti dalle banche, che ci renderebbero schiavi, ma soprattutto complici di un sistema che non vogliamo alimentare. Per questo chiediamo l’aiuto e la partecipazione di chiunque abbia la propensione o la possibilità di farlo, per capire se si possa partire senza compromessi: so che ci sono molte persone che come noi stanno pensando alla creazione di qualcosa di simile, perché non ci conosciamo e uniamo le forze? A chi non si sente pronto per cambiare oggi, ma crede in progetti come il nostro, chiediamo solo di condividere, passare parola e rimanere in contatto, perché le possibilità di collaborare reciprocamente sono infinite, dobbiamo solo immaginarle insieme. Non importa quanto tempo ci vorrà; mi piacerebbe un giorno raccontare ai nostri figli e a chi si unirà a noi, che il nostro sogno si è realizzato grazie alle buone idee e a decine di persone che ci hanno creduto; mi piacerebbe sapere che mille altri progetti di anima comunitaria partiranno allo stesso modo e potranno godere del nostro sostegno e di quello di molti altri. Siamo rete, siamo connessi, siamo gli uni la sopravvivenza degli altri, in ogni modo possibile. Dobbiamo solo avere il coraggio di riconoscerlo”, conclude Cinzia.

Per i contatti di Cinzia clicca qui per accedere alla pagina di “Italia che cambia” contenente il racconto di Cinzia e le informazioni necessarie per far parte del progetto.

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